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Final Fantasy VIII – Dal Peggiore al Migliore #8

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando legga qui. Gli articoli pubblicati fino ad ora:

  1. FFI
  2. FFIII
  3. FFV
  4. FFII
  5. FFIX
  6. FFVII
  7. FFIV

 

Final Fantasy VIII, o FFVIII, è uno dei capitoli più giocati ed apprezzati della saga, forse dopo il solo FFVII. Nonostante ciò, rispetto al predecessore, riscuote anche molte più critiche, principalmente legate al protagonista ed al sistema di avanzamento.

Per me però non ci sono stati troppi dubbi sul fatto che dovesse andare sul podio. La questione che mi ha attanagliato è stata semmai quale dovesse occupare questa posizione tra FFVIII ed FFIV.

I due rappresentano due casi per certi versi agli estremi: se FFIV è il tripudio dell’avventura fantasy classica, in una visione molto più occidentale e forse anche infantile (nel senso di “pura”), FFVIII è invece il tipo di prodotto molto teen che ci si aspetterebbe da un gioco o un fumetto giapponese, in cui anche gli elementi occidentali sono riadattati e reimmaginati.

Hanno anche però punti di somiglianza impressionanti per storie così diverse, come il triangolo amoroso tra Cecil-Rosa-Kain e Squall-Rinoa-Seifer o il ruolo della Luna nella storia.

Come ho detto nello scorso articolo, molti dei motivi per cui alla fine ho scelto di reputare FFVIII come migliore di FFIV hanno a che fare con l’età di FFIV (le musiche non sono all’altezza, è un gioco molto più corto, le ambientazioni sono inevitabilmente meno immersive).

Non sono però le uniche ragioni e non voglio fare un torto ad FFVIII dandogli un punto solo perché è più nuovo. Credo che, nonostante siano entrambi giochi splendidi, i pochissimi difetti di che hanno siano leggermente più influenti su FFIV, che quindi ha dovuto cedere il posto.

Fatta questa premessa, è ora di spiegare perché ritengo FFVIII in così alta considerazione.

Per precisione, la versione di cui parlerò è quella per Steam, ma non la remastered.

Trama [5/5]

La storia di FFVIII è nell’essenza quella della relazione di Squall e Rinoa, della loro crescita (e degli altri protagonisti) da ragazzini a adulti, imparando ad assumersi responsabilità ed a confidare in sé stessi e/o negli altri. Sebbene non sia affatto originale come tipologia di storia però, il modo in cui è orchestrata funziona alla perfezione.

Tralasciando la questione dei personaggi, che andrà nella prossima sezione, il modo in cui i due si avvicinano poco a poco è credibile (per degli adolescenti, ad onor del vero).  Non è tuttavia il punto per cui trovo che la storia di FFVIII sia così valida. Molto del gioco è infatti da trovarsi nel contesto in cui la crescita dei protagonisti e la relazione tra Squall e Rinoa nascono.

Iniziamo parlando del senso di ineluttabilità che traspare più e più volte attraverso la storia.

Ellone manda indietro nel tempo i SeeD per impedire a Laguna di abbandonare Raine, con la speranza di salvare la loro famiglia e la vita della sua madre adottiva. Tuttavia, scopre che anche con i suoi poteri non può cambiare il passato.

Ultimecia prova a fare qualcosa di simile, provando a scoprire ed uccidere il “SeeD leggendario” della profezia che sarebbe stata la sua rovina, finendo però invece per avviarla lei stessa.

Anche Laguna vede sfumare la sua possibilità di vivere prima con Julia e poi con Reine, perché il suo senso di responsabilità ed il suo buon cuore lo portano sempre ad allontanarsi (volendo tra l’altro anche la relazione tra Rinoa, figlia di Julia, e Squall, figlio di Laguna, può vedersi come segno di un destino incancellabile, anche se da un punto di vista più ottimista).

Questo senso di inevitabilità è ciò che per certi versi dobbiamo tutti accettare crescendo e raggiungendo l’età adulta: molti dei nostri sogni non saranno realizzabili e persone che vedevamo come inseparabili finiscono per sparire dalle nostre vite.

In tal senso, questa prospettiva ha riabilitato quello che per me era sempre stato il punto debole della trama di FFVIII, ovvero la storia dei GF che fanno perdere la memoria a Squall e gli altri SeeD, che quindi non si ricordano di essere cresciuti assieme e che abitavano con Edea e Cid.

Continuo a pensare che sia una scusa un po’ debole per un punto così importante della trama, però essendo invecchiato terribilmente e prossimo alla senilità, mi rendo conto di come in un certo verso non sia altro che una metafora di quell’ineluttabile, di nuovo, scorrere del tempo, anch’esso un tema portante del gioco, che finisce per cancellare memorie e relazioni che tanto c’erano a cuore quando eravamo bambini (tra l’altro, cosa che ho scoperto solo poco fa: Ultimecia nel discorso originale in giapponese parla proprio di questo, in un modo che la traduzione inglese ha cambiato in maniera abbastanza significativa).

D’altro canto però, continuo a trovare inutile che tutti i protagonisti con l’eccezione di Rinoa dovessero venire dallo stesso orfanotrofio in quanto non aggiunge molto né alla storia né al loro rapporto. Se proprio li si voleva mettere come cresciuti in una situazione simile, si poteva lasciare che erano tutti orfani per colpa della guerra, ma cresciuti in posti diversi seppur simili.

Parlando della storia in maniera più terra terra, credo che FFVIII sia forse quello con il miglior ritmo, nel senso che non c’è mai un momento in cui giocandolo viene da pensare “oh no, ora mi tocca fare x”.

Negli articoli precedenti parlavo di come troppi Final Fantasy cadano nello stratagemma di annacquare la trama aggiungendo parti in cui tutto ciò che si fa è andare in un luogo a svolgere una mini-quest.

In FFVIII è tutto il contrario, o meglio, capita sì di andare da una parte a fare una mini-quest, ma ognuna ha il sapore di una vera missione, non si limita a “dobbiamo trovare artefatto x che sarà alla fine del dungeon dopo una boss fight per convincere personaggio y ad aiutarci”.

Questo crea un sentore per cui andare avanti con la storia è sempre piacevole e non crea mai quella stanchezza che a volte mi ha preso giocando a FFIX per esempio (o a tanti altri, seppur belli, jrpg come Trails in the Sky), perché sapevo che ogni volta ci sarebbe stato qualcosa di diverso e divertente da fare, soprattutto nel primo CD.

Infine, bisogna parlare dei momenti migliori del gioco. FFVIII è quello con le cinematiche migliori, inclusa la migliore in assoluto, ovvero quella della parata di Edea, dove c’è una combinazione di musiche e colori con la tensione per l’esito della missione e l’imminente combattimento con quella che sembra essere un avversario invincibile.

La scena di Rinoa e Squall nello spazio è smielata all’inverosimile, qualche romanticone potrebbe anche dirgli che gli è piaciuta, di certo non io, ahahah… No, non lo ammetterò mai.

Lo stesso si può dire del finale, che tra l’altro tante volte ho visto frutto di confusione e teorie (tipo “Squall è morto quando viene trafitto da Edea ed è tutto un sogno” o robe simili) e sinceramente non capisco il perché. Mi sembra piuttosto semplice (e piacevole, aggiungerei). Non sappiamo come Rinoa abbia fatto a salvare Squall, ma sappiamo che aveva i poteri da strega, quindi non è così assurdo o inimmaginabile. Anzi, è una nota positiva come Squall non si sia salvato da solo e che anzi, alla fine è stata lei a salvare lui.

Personaggi [4/5]

I personaggi in FFVIII trovo siano il punto peggiore del gioco, nonostante ci sia quello che forse è il miglior personaggio di tutta la saga, ma andiamo con ordine.

In molti criticano il carattere schivo di Squall e la sua abitudine a rispondere “whatever…” a tutto è diventato anche un meme. Ci sta che non piaccia ed è vero che, com’è la storia stessa nella sua essenza, sia il classico personaggio da storia per adolescenti.

Non credo però che si tratti dell’edgelord che molti dicono che sia: è sì un personaggio introverso e sì, a volte finisce per essere acido in modo inutile, ma tralasciando che essendo un adolescente non capisco quali possano essere le aspettative, ma poi dalla primissima missione a Dollet dimostra di tenere agli altri nonostante le apparenze. Inoltre il punto stesso della storia è la sua crescita nel senso di aprirsi agli altri, cosa che è rappresentata in maniera graduale ed appropriata.

Parlando invece di Rinoa: prima l’ho paragonata a Rosa per la sua posizione “di mezzo” nel triangolo, ma rispetto al corrispettivo di FFIV, lei ha una personalità molto più forte e definita, che la rendono un personaggio valido di suo, piuttosto che solo come oggetto dei desideri dei due uomini.

Anche il suo percorso, da ragazzina ricca che si unisce a dei terroristi senza sapere bene cosa stia facendo e più per senso di ribellione che altro a persona pronta a sacrificarsi per evitare che Ultimecia raggiunga i suoi scopi, è ugualmente ben delineato e parallelo a quello di Squall.

È anche un personaggio piuttosto divertente in quello che forse è il capitolo, dal punto di vista della commedia, più comico di tutti.

Le note dolenti di FFVIII sono però per gli altri personaggi principali: Zell, Quistis, Irvine e Selphie non sono male, hanno anche loro personalità ben definite, fanno ridere quando devono ed hanno il loro percorso di crescita.

Tuttavia, sono solamente delle spalle per la coppia principale. Mai in nessun altro Final Fantasy, incluso FFIX che avevo criticato per ragioni simili, viene dato così poco spazio ai personaggi del party che non siano i due protagonisti.

Trovo che sia un peccato, perché le occasioni di spostare su di loro i riflettori non mancavano (di nuovo, sarebbe bastato dargli origini diverse e dargli spazio quando la cosa veniva fuori), ma non sono mai state sfruttate.

Lo stesso un po’ si può dire dei personaggi secondari tipo Cid o Edea: sono lì, fanno e dicono quello che devono per la storia, però alla fin fine non è che ci sia mai un momento in cui risaltino per qualche motivo. Forse in tal senso, quelli veramente di secondaria importanza tipo Fujin e Raijin o Biggs e Wedge sono migliori, per quanto fungano quasi solo da comic relief.

Per quanto riguarda gli antagonisti, Seifer è sì un edgelord: era odiosissimo da usare come personaggio ed è una soddisfazione enorme menarlo ogni volta (nonostante la scena fighissima in cui uccide Odin).

Per certi versi trovo sia un po’ sottosviluppato nella storia, nel senso che vediamo poco del suo punto di vista. Anche per lui, sarebbe stato bello se gli si fosse dedicato un momento per spiegare meglio le sue motivazioni e, magari, dargli un modo di redimersi. Lasciato così invece la sua storia sembra quasi incompiuta.

Su Ultimecia ho invece sentimenti contrastanti: se consideriamo Edea dei primi due CD come Ultimecia, è un’antagonista valida, che da subito mette pressione ai protagonisti con il suo potere immenso e stabilendo che i SeeD sono i suoi nemici numero uno.

Dall’altro lato però Ultimecia vera e propria non si palesa nella storia fino a tardissimo e quando lo fa è piuttosto banale, con il più classico dei “Potere! POTERE! Muahahah poteeere” (cit). In tal senso, come altri villain di altri capitoli, tipo Exdeath, è più interessante come idea che come personaggio.

Infine c’è Laguna, quello che forse è il personaggio migliore di tutti i Final Fantasy. Forse.

Sarò sincero, Laguna è quasi da solo il motivo per cui alla fine ho messo FFVIII sopra FFIV ed avevo pochi dubbi che meritasse di essere sopra FFVII. Non solo perché è divertente più di chiunque altro in qualunque Final Fantasy, ma perché, nonostante se ne veda poco, risulta complesso ed intrigante.

Se da un lato ovviamente vediamo soprattutto il suo lato comico e romantico, che nonostante tutto finisce per non essere mai smielato vista la mancanza di serietà, dall’altro le sue vicende sono una tragedia dopo l’altra.

Le sue prime parti di storia per la prima volta in un Final Fantasy ci portano dentro la guerra, che già era stata trattata in modo più tragico in altri capitoli, dalla prospettiva di un gruppo di soldati qualunque, che non ha motivazioni specifiche o nobili per combatterla.

Anche le sue avventure dopo la guerra, lo rendono questa sorta di eroe che ogni volta ha fatto la cosa giusta, nonostante tutti i rischi e nonostante le rinunce. È un eroe adulto, che non riesce ad ottenere tutto: per salvare la figlia adottiva, deve abbandonare la moglie, per salvare un popolo, deve abbandonare la casa che aveva trovato.

Nonostante tutti questi compromessi però, nel finale non si mostra affatto abbattuto dai rimorsi ed al contrario di Ellone non prova futilmente a cambiare il passato. In una storia di teenager con temi adolescenziali, è il personaggio che rappresenta ciò che in una visione più realistica possiamo emulare, con successi e fallimenti, con amori persi e trovati, con scelte difficili e responsabilità.

Ambientazione [5/5]

L’ambientazione di FFVIII è, se escludiamo Midgar, la migliore di tutti i Final Fantasy, o comunque la più curata e la più moderna, tra treni, macchine e città dal sentore novecentesco. Parlo di ambientazione più curata perché è ricca di dettagli, sia piccoli, come le riviste o il gioco di carte, sia più vasti, come il funzionamento e la creazione dei SeeD o alcune delle side-quest.

Le città poi non sono mai essenziali, come in tanti altri titoli, ma sono interessanti da esplorare e ricche di dialoghi e sottotrame, soprattutto all’interno del Garden. Balamb Garden stesso è, oltre che unico nell’ambito dei Final Fantasy, secondo me la giusta dose di liceo, in una storia che scolastica non è (lo dico perché la storia della scuola superiore in un contesto strano va per la maggiore in manga ed anime e spesso finisce per essere assurda).

Tramite i sogni di Laguna inoltre, ci è consentito di vedere il mondo in due diverse prospettive: quello in guerra e quello che è risultato dalla guerra stessa, in un confronto che è molto d’impatto.

È anche il capitolo più gotico, nonostante i colori sgargianti, soprattutto per quanto riguarda le streghe, con il chiaro esempio del Castello di Ultimecia. Essendo un fan dello stile, è uno degli aspetti che più ho apprezzato dell’ambientazione di FFVIII.

Con FFIX, condivide il fatto che la mappa sembra un po’ vuota, anche se a differenza di quella di FFIX non è tanto per la mancanza di città (o ricorrenza di determinati posti), ma forse per le dimensioni eccessive della mappa stessa e per quanto tardi si prende la nave volante.

Come detto in precedenza poi, è sicuramente il più urbano dei giochi, così che i dungeon finiscono per essere pochissimi rispetto ai giochi precedenti e la scelta si sposa benissimo con l’atmosfera più moderna del gioco.

Combattimenti e sistema di avanzamento [5/5]

Il sistema delle junction è uno di quegli elementi per cui chi ci ha giocato ama o odia FFVIII.

Parto con il dire che capisco le critiche, per il fatto che non è affatto intuitivo o perché rimuove quasi del tutto il casting dal gioco, visto che, soprattutto per le magie più forti, raramente le si vuole sprecare, visto che di Ultima, per dire, serve necessariamente averne 297 in riserva. E poi diciamolo, è buffo che si trovino le magie per strada come se fossero bibite alle macchinette.

A me all’inizio ha confuso, ma una volta afferrato come funzionava, è diventato uno dei miei sistemi di combattimento preferiti. È diverso e sicuramente cambia un po’ il paradigma di tutti gli altri Final Fantasy per quanto riguarda il ruolo dei personaggi, ma allo stesso tempo consente di adottare strategie di altro tipo.

A questo si aggiunge un sistema di limit break parecchio divertente ed immersivo (rispetto alla sola attivazione come per quasi tutti gli altri giochi), che rende molti boss fight più entusiasmanti di FFIX ad esempio, dove le animazioni erano infinite e non c’era niente da fare nel mentre.

Dal lato dell’avanzamento, rispetto agli altri giochi richiede più pianificazione. Seguendo i consigli datimi, ho fatto quasi tutto il gioco usando tre personaggi (Squall, Zell e Selphie), arrivati al livello 99 senza massimizzare le statistiche perché non avevo i GF ad un livello sufficiente, e poi ho preso Irvine e Rinoa e li ho portati al 99 con le junction giuste, creando dei mostri (Quistis l’ho abbandonata perché mi stava antipatica).

Nonostante ciò però, il dungeon finale, la Omega Weapon e Ultimecia stessa non sono stati uno scherzo, al contrario di FFVII o FFIX, dove una volta sbloccate le ultime limit e/o armi diventa tutto una passeggiata.

La difficoltà del gioco in sé però non è ben equilibrata come in FFIV o FFVII, anche per la dipendenza dagli equipaggiamenti (che possono essere craftati prestissimo sapendo come fare), così che il primo CD soprattutto risulti particolarmente semplice.

Come in molti altri capitoli, anche in FFVIII le evocazioni sono utilissime all’inizio e progressivamente diventano obsolete (tra l’altro: Ifrit e Diablos in questo gioco sono fighissimi, ma non capisco perché abbiano messo Quetzacoatl al posto di Ramuh). Poco male, però quando vale ancora la pena usarle mi piace parecchio il sistema per cui l’evocazione richiede tempo ed i GF possono subire danni, che dà il vita ad una serie di strategie impossibili in altri giochi.

Quanto ai mini-giochi, Triple Triad, come già detto nell’articolo su FFVII, è il migliore in assoluto, non soltanto perché è divertente, ma perché è integrato splendidamente con il gioco (viste quante cose si possono fare con le carte) e con l’ambientazione, tramite la side-quest del Club delle Carte.

Musiche [5/5]

Come per l’ambientazione, FFVIII è quello che metterei al primo posto per quanto riguarda le musiche, con un piccolissimo vantaggio su FFVII. Abbiamo infatti le migliori musiche d’ambiente di tutte (Balamb Garden, Fisherman’s Horizon, The Castle), il miglior battle theme sia normale, sia speciale (Man with the Machine Gun), per quanto quello normale sia forse un po’ troppo carico per non essere da boss fight. Poi, odiatemi pure, ma per me The Extreme è meglio di One Winged Angel, sebbene sia solo la seconda traccia migliore per il combattimento finale tra tutti i capitoli. Il motivo è semplicemente che riprende gli altri temi principali, connettendo così la storia, laddove One Winged Angel è unica del combattimento finale (che tra l’altro dura meno di due minuti).

Eyes on Me e le sue variazioni tipo Waltz for the Moon sono un po’ melensi, ma perfettamente appropriate per il gioco, la storia e le sue atmosfere, mentre Liberi Fatali è epica in modo forse un po’ pacchiano, ma mi piace parecchio lo stesso.

Oltre a ciò, direi che in FFVIII, forse anche più che in FFVI ed FFIX, le musiche si uniscono all’ambientazione, divenendone una componente fondamentale, laddove in FFVII sono più legate all’azione. È impensabile giocarlo senza audio, fosse anche quando si sta solo camminando in giro per Balamb Garden.

Connessioni

Negli articoli precedenti ho già avuto modo di esplorare la maggior parte delle connessioni tra FFVIII ed altri capitoli e ne abbiamo viste altre nelle altre sezioni, come i vari paragoni con FFIV.

L’unica nota che mi sento di aggiungere è sul finale: come con Terra in FFVI e Zidane in FFIX, il finale di FFVIII tiene alta la tensione fino all’ultimo sul destino di Squall, addirittura non facendolo vedere fino a dopo che titoli di coda e musica sono finiti. Non male, ma forse la rivelazione teatrale di Zidane rimane la migliore.

Conclusioni [5/5]

FFVIII è forse il gioco più diverso tra tutti e 9 quelli che ho analizzato: è ambientato in un mondo moderno, senza esserlo in maniera del tutto distorta ed asimmetrica come in FFVI o FFVII; parla di adolescenti in una scuola e la loro storia d’amore è al cuore della trama, in una misura più accentuata che in FFIX; il suo stesso sistema di avanzamento e combattimento è unico e difficilmente paragonabile con qualunque altro capitolo della saga.

Sotto alcuni punti di vista, è il migliore, grazie anche al fatto di essere uno dei più recenti tra quelli che ho preso in esame (oggettivamente, i capitoli fino a FFVI non potevano permettersi musiche di questo livello o cinematiche o nemmeno un mondo così grande ed approfondito) ed è anche quello che regala più risate.

La sua pecca principale è la sua incapacità di includere gli altri personaggi principali alla vicenda in un modo che vada oltre l’essere di supporto per i due protagonisti, una cosa che, come dimostrato in altri giochi, era possibile, soprattutto data la grandezza della storia.

Per alcuni il sistema di combattimento ed il protagonista potrebbero risultare inappetibili ed è una cosa comprensibile e che non mi sento di giudicare.

Se FFIV l’avevo definito come il tipo di storia che poteva benissimo diventare una saga di libri fantasy, una serie di avventure epiche sulla redenzione di Cecil, FFVIII è invece perfetto per essere un manga o un anime, un media più moderno, più giapponese e più congeniale ai toni romantici, comici ed alle atmosfere adolescenziali del gioco.

 

Questo è quanto per FFVIII. Nel prossimo articolo arriviamo finalmente a parlare del miglior Final Fantasy: FFVI.

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