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Final Fantasy IV – Dal Peggiore al Migliore #7

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando legga qui. La classifica fino ad ora è:

  1. FFI
  2. FFIII
  3. FFV
  4. FFII
  5. FFIX
  6. FFVII

 

Final Fantasy IV, o FFIV, è l’unico dei primi 5 a piazzarsi così in alto ed ammetto che scegliere se metterlo qui o più in alto di una posizione è stata la scelta più difficile e sofferta di questa serie di articoli.

Il motivo è fondamentalmente questo: FFIV fa quasi alla perfezione quasi tutto quello che poteva fare e la maggior parte delle mancanze più evidenti rispetto al capitolo che occupa la seconda posizione sono dovute esclusivamente all’età del gioco.

Nonostante ciò, trovo che meritasse almeno di arrivare sul podio, imponendosi anche su mostri sacri come FFIX e FFVII, per quanto con quest’ultimo, come ho già avuto modo di dire negli articoli precedenti, la differenza è marginale.

Non so se per molti il vedere FFIV così in alto sia una sorpresa e non so nemmeno in quanti l’abbiano effettivamente giocato, però credo e spero di riuscire a dimostrare perché meriti il piazzamento che gli ho dato.

Per precisione, la versione di cui parlerò è quella per Steam.

Trama [5/5]

FFIV più di qualunque altro Final Fantasy è una splendida saga fantasy nel senso classico del termine. Negli articoli riguardanti FFI, FFIII ed FFV ho avuto modo di criticare in un certo senso come le loro storie non fossero altro che avventure standard alla D&D.

Per FFIV direi lo stesso, ma in senso opposto: è sì un’avventura alla Dungeons & Dragons (o comunque alla romanzo fantasy), ma lo è in una maniera che riesce ad essere sempre originale, interessante e mai scontata.

Non abbiamo i “4 guerrieri della luce della profezia che sconfiggeranno il male risorto dopo 1000 anni…” bla bla bla che noia mortale. Abbiamo invece il percorso di personaggi che devono rimediare agli errori che loro stessi hanno compiuto.

La redenzione è infatti il tema principale del gioco, che permea una trama fatta di una serie di avventure com’è proprio di una storia fantasy.

Nei capitoli prima di questo ho criticato spesso l’idea della storia sviluppata tramite il “vai là e fai questo”. Non rinnego quanto detto e non nego che FFIV stesso a volte soffra di questa limitazione.

Tuttavia, in questo tipo di storia meno che mai trovo che sia un limite. Al contrario, trovo che sia l’unico in cui questo sviluppo possa avere un senso, dando al protagonista un sacco di occasioni di confrontarsi con gli spettri del suo passato, mentre ci viene introdotto uno alla volta un nuovo membro del cast ed una nuova situazione da risolvere.

Inoltre, trovo che il modo in cui la serie di mini-quest (che tra l’altro, rispetto ad altri capitoli che avevano questo problema, sono decisamente meno) si incastri sulla storia principale, funziona alla perfezione e non c’è mai la sensazione di una situazione creata solo per aggiungere un dungeon ed un boss fight.

Detto ciò, parliamo un po’ della storia più in sé: FFIV infatti più di tutti crea un’atmosfera dove più che mai i personaggi sembrano sempre a rischio. Sì, lo so che a parte Tellah alla fine sopravvivono tutti, ma si scopre solo dopo e nell’attimo non si può mai sapere se qualcuno stia per lasciarci la vita (nota a margine: mi sarebbe piaciuto che quell’imbranato incapace di JJ Abrams avesse giocato a FFIV prima di dirigere Episodio IX).

FFIV è anche l’unico tra i capitoli ad ambientazione decisamente fantasy a dipingere la guerra in modo tragico e ci fa sentire dall’inizio il senso di colpa di Cecil e Kain nella distruzione del villaggio di Rydia.

A volte ho pensato che mi sarebbe piaciuto vedere di più di Cecil nel ruolo di comandante delle Red Wings, così da esplorare ancora più in profondità il suo senso di colpa. D’altro canto però in fondo non è così importante: ci viene data una scena emozionante nella citata distruzione del villaggio e tramite l’inizio in medias res sappiamo come si sia macchiato le mani di crimini vari.

Un’altra tematica molto interessante legata sempre a quella della redenzione e che è (quasi) unica di FFIV è quella del modo in cui il male sfrutti le debolezze dei protagonisti per sfruttarli ai propri scopi. Lo vediamo non solo con la gelosia di Kain o con l’insicurezza di Golbez, ma con lo stesso debito di gratitudine che Cecil aveva con il Re di Baron, che lo porta ad eseguire i suoi ordini fin troppo a lungo.

Parliamo ora di un paio di momenti assolutamente incredibili: oltre ad avere la miglior opening di qualunque Final Fantasy (scusa Liberi Fatali… scusa), c’è la trasformazione di Cecil in paladino, che, di nuovo, è una roba molto fantasy nel senso più puro del termine e che riempie il cuore di ardore.

E poi c’è la seconda miglior cinematica di tutto Final Fantasy: l’assalto al Gigante di Babil. In maniera simile a FFIX, abbiamo un ritorno di tutti gli alleati che aprono la via ai protagonisti per lanciare l’attacco finale, in una scena commovente ed epica (vedi JJ? Così si fa. Non con un mezzo frame ed il solo Lando che parla).

Infine, parliamo del finale. Tralasciando la questione Zemus-Zeromus, che tratteremo nella prossima sezione, la scelta di avere un lieto fine più o meno completo, con il solo Tellah che è veramente morto ed il solo Kain che porta ancora addosso la colpa di ciò che ha fatto, trovo che sia stata la scelta giusta.

Non discredita il sacrificio di Yang e gli altri, né rimuove l’emozione di quei momenti. Inoltre trovo che sia il giusto compimento per una storia fondata sulla redenzione: Cecil è riuscito non solo a salvare il mondo, ma anche a perdonare ed accettare Golbez, il suo riflesso oscuro.

Personaggi [5/5]

Se alcuni FF sono fondati su una coppia ed altri sono più corali, FFIV, come FFVII, è più che mai la storia delle avventure di un personaggio. Cecil per alcuni versi è originale per Final Fantasy nel suo essere prima “dalla parte sbagliata” e per poi convertirsi, ma dall’altro si potrebbe dire un po’ banale, nella sua personalità da paladino.

Sinceramente, sebbene non sia tra i miei personaggi preferiti, trovo che funzioni perfettamente all’interno della storia, non solo per sé stesso, ma anche come riflesso di Kain e Golbez.

Loro due sono sì personaggi parecchio interessanti. Nessuno dei due è di chissà quale originalità, chiariamoci, ma entrambi non sono mai banali e sono i più umani in un certo senso.

Golbez in particolare trovo sia il secondo miglior villain di tutti i Final Fantasy (sempre con un asterisco: se consideriamo “la Shinra, Inc.” come un villain, quel posto spetterebbe ad essa). Sotto il controllo di Zemus è spietato ed efficiente e frustra tanto il party che il giocatore.

Quando però le sue origini sono rivelate e quando cerca di sconfiggere Zeromus, non riuscendoci perché è macchiato dall’oscurità, vediamo la differenze tra il suo percorso e quello di Cecil: Golbez ha ceduto alle sue debolezze troppo a lungo ed il fatto che fosse controllato, che stesse solo obbedendo a degli ordini, non lo può salvare. Un concetto, questo, per niente scontato nella cultura giapponese.

Per di più, la sua redenzione incompiuta ed il senso di colpa che lo porta ad abbandonare la Terra per sempre, lo separano da tanti altri cattivi che si salvano con un pentimento all’ultimo. Lo stesso tra l’altro vale anche per Kain.

Parlando degli altri personaggi del party: più che mai sembrano usciti da D&D, ma ciò non togli che tutti, Rosa esclusa, siano divertenti e svolgano il loro ruolo alla grande nella storia e nel gruppo.

La cosa splendida è proprio che nonostante la storia sia Cecil-centrica, riescano a risultare bene o male tutti memorabili, laddove in altre storie (FFIX, per esempio), il concentrarsi su uno o due personaggi finiva per lasciare gli altri nel dimenticatoio.

Tra l’altro, FFIV è l’unico che continua ad introdurre personaggi giocabili nuovi anche piuttosto tardi, una scelta che, se capisco che dal lato del gameplay possa essere difficile, penso sia più che apprezzabile se fatta bene come qui.

Dal lato dei personaggi secondari, ce ne sono tanti, inclusi molti cattivi secondari niente male (tralasciando i nomi buffi come Cagnazzo e Barbariccia, che è una donna). I migliori sono indubbiamente i nani ed il loro “lali-ho!”.

Infine, è il caso di parlare di Zemus e Zeromus. Ad alcuni non piace che la rivelazione che Zemus fosse dietro a tutto arrivi così tardi nella storia. Personalmente non sono affatto d’accordo: non soltanto perché trovo fosse importante che si pensasse che Golbez fosse il cattivo per rendere più drammatica la rivelazione delle sue origini, ma anche perché spiegare chi Zemus fosse senza arrivare passo dopo passo a tutta la storia di Terra e Luna fosse semplicemente azzardato.

Quanto a Zeromus, sì, è effettivamente una comparsa dell’ultimo secondo, ma ad esser sinceri, che differenza c’è, a livello narrativo, tra lui e Zemus? Nessuna. Sono di fatto lo stesso personaggio e che Zeromus esca fuori all’ultimo è sostanzialmente irrilevante, o volete dirmi che se il boss fight fosse stato con Zemus sarebbe stato diverso?

 

Ambientazione [2/5]

Una delle pecche di FFIV è quella di avere un’ambientazione che, come per FFI, FFIII ed FFV è molto standard. Rispetto a quelli ha alcuni punti più innovativi, con la storia della Luna e del mondo sotterraneo, ma nel complesso non è che sia chissà cosa. E ci sono di nuovo i cristalli, per quanto questa volta siano inseriti nella storia in modo ben più creativo.

È però il gioco con più navi volanti di tutti, ben tre, inclusa forse la più bella di qualunque gioco, la Lunar Whale.

Combattimenti e sistema di avanzamento [5/5]

FFIV ha un sistema che trovo semplice ma particolarmente divertente ed efficace, sia nell’avanzamento dei personaggi, sia per quanto riguarda i combattimenti. Gli augment infatti sono un’ottima soluzione per dare personalizzazione a personaggi che sono già inquadrati in una classe definita (cosa che, come ho già avuto modo di dire, è la mia configurazione preferita).

Anche il party a cinque personaggi trovo che sia l’impostazione migliore dal punto di vista tattico, non a caso è stata ripresa nel capitolo migliore sotto questo punto di vista, Lost Odyssey.

Dal punto di vista della difficoltà, la versione su Steam lascia scegliere tra le opzioni il livello di sfida, una cosa che è sempre più comune tra i jrpg. Capisco il perché e non giudico chi sceglie impostazioni più semplici, ma per “parità di trattamento” gioco sempre e solo a difficile, quindi il mio giudizio si basa su quello.

Trovo che la difficoltà sia più che adeguata e presenti una giusta sfida fino all’ultimo, con un boss finale che non è una barzelletta come troppi altri. I boss opzionali purtroppo non ho avuto modo di provarli, visto che sono affrontabili solo in un New Game+. Avendo perso il mio salvataggio, non ho mai avuto voglia di finirlo per altre due volte solo per questo; ciò non toglie che sia un’idea stupida, ma aggiunta nelle versioni 3D per scelte commerciali di Square Enix, che non delude mai.

Nel complesso, il sistema di FFIV non è eccellente come quello di FFVII e nemmeno unico come quello di FFVIII, ma funziona bene ed è piacevole dall’inizio alla fine del gioco.

Una menzione a parte va fatta per Twincast: chiunque abbia giocato a Chrono Trigger conoscerà la gioia che sono le tecniche combinate di due o più personaggi. Per qualche motivo però, Squaresoft non le ha mai volute mettere in nessun Final Fantasy e Twincast è il massimo che ci è stato dato (no, Sword Magic di Steiner è un’altra cosa). Ciò mi rende felice e triste.

Musiche [3/5]

Insieme all’ambientazione, questo è il punto di FFIV che più di tutti lo tiene sotto i prossimi due capitoli nella classifica e lo mette anche in una situazione di svantaggio rispetto ai due precedenti.

Come per FFV, la colonna sonora è molto bella, il Theme of Love è giustamente tra le tracce più famose di tutti i Final Fantasy… è solo che le soundtrack dei giochi da FFVI in poi sono incredibili e quando FFIV è uscito le costrizioni tecniche limitavano il povero Nobuo Uematsu.

Connessioni

FFIV condivide con FFVI il fatto che si inizi svolgendo missioni “per i cattivi”, per quanto ovviamente in situazioni del tutto diverse, visto che Terra era controllata dall’Impero, Cecil no. Edge ed Edgar sono anche personaggi piuttosto simili: re giovani con la passione per le fanciulle e gli scherzi fuori luogo. Tuttavia, Edge ha anche l’avventatezza e spavalderia di Sabin, finendo per essere un mix dei due gemelli Figaro.

Con FFIX invece, c’è in comune il comportamento della Regina di Alexandria con quello del Re di Baron, che d’improvviso e senza una vera ragione iniziano ad attaccare e distruggere i vicini, con tutte le tragiche conseguenze del caso.

Sempre con FFIX, il piano di Garland di ripopolare Gaia con gli abitanti di Terra dopo aver sterminato gli autoctoni è piuttosto simile a quello di Zemus ed alle sue intenzioni per gli abitanti della Luna.

Con FFII c’è la connessione tra Ricard e Kain: infatti, in un mezzo retcon, il padre di Kain, figura idealizzata che gli serve come paragone irraggiungibile, si chiama Ricard (in entrambi i giochi si chiamano Highwind di cognome). Per quanto ovviamente si ambientino in mondi diversi, è sensato pensare al forte e nobile Ricard, morto sacrificandosi, come al modello a cui Kain si ispira.

Conclusioni [5/5]

FFIV è una splendida avventura fantasy. Più di qualunque altro capitolo della saga, è uno da cui sarebbe molto semplice ed appropriato trarne una serie di libri. Non del fantasy moderno però, ma di quello un po’ più semplice e sognante che esisteva fino ai primi anni ’80.

Per certi versi è la versione più simile che Final Fantasy ha a Star Wars, con una storia di luce ed oscurità, colpe e redenzione e tante avventure con alleati e nemici sempre nuovi.

Per quanto non abbia l’approccio più tetro di altri capitoli come FFVII o FFVI e con una storia più tradizionale rispetto a quella di FFIX, crea momenti indimenticabili ed una storia avvincente. È indubbiamente il frutto migliore di quella generazione di Final Fantasy.

 

Questo è quanto per FFIV. Nel prossimo articolo vi parlerò del secondo miglior Final Fantasy: FFVIII.

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