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Final Fantasy II – Dal Peggiore al Migliore #4

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando legga qui. I capitoli precedenti sono FFI, FFIII e FFV.

Final Fantasy II, o FFII, è il capitolo più sperimentale tra i primi 5 usciti, se non forse in assoluto tra quelli targati Squaresoft. Rispetto agli altri tra FFI ed FFV infatti introduce un sacco di concetti, tematiche, ambientazioni e meccaniche nuove.

Alcune sopravviveranno e diventeranno stabili nella saga (tipo i chocobo), altre riappariranno anni ed anni dopo. Alcune invece verranno abbandonate per sempre, con damnatio memoriae.

Per tanti versi è un capitolo controverso e, rispetto ai due precedenti in questa classifica, è parecchio meglio sotto alcuni aspetti, ma è anche un disastro sotto altri.

Me la sono comunque sentita di metterlo qui, primo tra i peggiori, perché le cose che mi sono piaciute, mi sono piaciute veramente tanto.

Per precisione, la versione di cui parlerò è quella per Game Boy Advance.

Trama [4/5]

FFII ha una trama decisamente più cupa rispetto ai capitoli che abbiamo visto fino ad ora: dimenticatevi l’avventura fantasy, il tema principale è la guerra, nel senso più brutale del termine.

Il gioco stesso inizia con il sostanziale sterminio della città d’origine dei protagonisti, costretti a fuggire per salvarsi la vita. È il tipo di trama più in linea con i Final Fantasy migliori insomma.

I colpi di scena non mancano, tipo il sacrificio di Ricard o la sconfitta ed il ritorno dell’Imperatore (il tradimento di Leon sarebbe un altro, però si capiva abbastanza subito chi fosse il “misterioso cavaliere nero”).

L’unico difetto della trama di FFII è che, di nuovo, la parte iniziale della storia è “vai a trovare quest’oggetto qui”, “trova questa cosa per convincere tizio x ad aiutarci”. Per carità, moltissimi videogiochi sviluppano la storia in questa maniera, ma rimane una scelta pigra.

Nel complesso però, la trama di FFII è ottima, innovativa e tratta tematiche più serie in un modo che finirà per diventare un trademark del franchise di Final Fantasy. Direi che è sicuramente l’aspetto migliore del gioco.

Personaggi [2/5]

Quanto detto per la trama di FFII mi piacerebbe ripeterlo per i personaggi, ma mi è semplicemente impossibile. Il gioco infatti ha, a supportare una storia così interessante, parecchi personaggi.

Normalmente, mi sarebbe difficile immaginare una storia che mi piace senza personaggi di un certo livello. Ecco però il problema forse peggiore di FFII: nonostante una trama piuttosto lunga, la durata del gioco è minima.

Questo fa sì che la maggior parte dei personaggi risulti poco approfondita o del tutto dimenticabile. La cosa di riflesso, finisce per impedire alla storia stessa di raggiungere il proprio potenziale: è difficile appassionarsi così tanto alle avventure di personaggi di cui c’interessa relativamente.

Per dire, sarebbe stato bello sapere di più sulle motivazioni di Leon, le ragioni dietro il suo tradimento e la sua redenzione, e invece non sappiamo praticamente nulla.

Una nota a parte va fatta per l’Imperatore, sicuramente l’antagonista migliore dei giochi che ho analizzato fino ad ora e molto sottovalutato (come tutto FFII): non solo è molto bravo a farsi odiare, ma è anche interessante il modo in cui cambi obiettivi, dalla conquista alla distruzione totale, con il suo ritorno dall’inferno. Mi ricorda un sacco Dio Brando in Phantom Blood, che è uno dei migliori complimenti che gli possa fare.

Ambientazione [2/5]

L’ambientazione di FFII è uno strano miscuglio tra quello che saranno le future ambientazioni e quelle classiche, più alla D&D. Di notevole c’è il fatto che si sia cercato di introdurre una lore e di creare un mondo che vada oltre quello della storia del gioco, con quanto viene implicato sui dragoon per esempio.

A parte questo però non c’è niente che la renda speciale.

Combattimenti e sistema di avanzamento [1/5]

Il sistema di avanzamento di FFII è del tutto unico ed è forse l’aspetto più famoso del gioco stesso. Per chi non lo conoscesse, funziona in maniera per certi versi moderna, per altri buffa.

Un po’ come in Skyrim, più si fa una cosa più si migliora in quella cosa. Ad esempio, se un personaggio usa tante volte una magia di cura, sbloccherà nuovi livelli di quella magia. Niente male, no?

Il problema è però che questo vale per tutto, per cui per far salire gli hp, bisogna subire tanti danni (quindi lasciarsi picchiare o addirittura colpirsi da soli).

Ora, di primo acchito a me non era dispiaciuta affatto l’idea di avere questo sistema unico, nonostante i suoi palesi ed evidenti problemi, finché non sono arrivato al boss finale per la prima volta. Sì, perché per poterlo ferire è obbligatorio usare una spada in particolare (la Blood Sword, che è una sola e quindi va solo su un personaggio) oppure due magie specifiche.

Io quelle magie non le avevo mai usate, perché non ne avevo mai bisogno e quindi erano al livello minimo. Per rimediare sono stato costretto a usarle a caso in decine di scontri casuali nella stanza prima del boss finale. Non esattamente un bel passatempo.

È un sistema fallato, tant’è che non è mai più stato riproposto. Non direi che rovina il gioco e non trovo che sia un difetto insormontabile, però di sicuro non aiuta FFII in questa mia valutazione.

Musiche [2/5]

Essendo il secondo capitolo, FFII è purtroppo piuttosto scarno sotto questo punto di vista, quasi come il suo predecessore. Di notevole ci sono solo il tema dei ribelli e quello principale, oltre che la prima versione di quello dei chocobo.

Connessioni

FFII ha parecchie connessioni con FFVI: in primis l’idea di ribelli vs impero, che introduce per la prima volta la tematica della lotta contro una dominazione inarrestabile, piuttosto che contro la distruzione. La stessa tematica sarà anche una di quelle portanti di FFVII, con la mega-corporazione Shinra al posto dell’Impero.

Il tema della guerra e delle conseguenze della stessa poi sono anche presenti in FFIX. Per certi versi l’avanzata iniziale dell’Imperatore ricorda quella di Brahne nei primi due CD.

Conclusioni [3/5]

FFII è forse il più strano tra tutti i Final Fantasy. Lo iniziai subito dopo FFI e si rivelò completamente diverso e meglio di qualunque aspettativa. Poi però dopo due soli giorni mi ritrovai davanti al boss finale e, oltre alla rabbia per com’è pensato quello scontro, mi resi conto che la storia era già finita, nonostante sembrasse appena iniziata.

Come il prossimo di cui parlerò, mi lascia con sentimenti molto contrastanti. Rianalizzandolo, ho pochi dubbi sul fatto che sia meglio di FFI, FFIII ed FFV, ma non è paragonabile con gli altri che metterò più in alto.

Più che mai però mi sento di consigliarlo, visto quanto è sconosciuto e quanto sia finibile in tempi molto ristretti.

 

Questo è quanto per FFII. Nel prossimo articolo vi parlerò del quinto miglior Final Fantasy: FFIX.

Nella recensione non ho parlato di Soul of Rebirth: in parte perché credo non cambi niente rispetto all’analisi complessiva del gioco (anzi, forse peggiorerebbe quella sulle meccaniche di combattimento), in parte perché è un’aggiunta a posteriori come non ce ne sono mai state in nessun altro capitolo.

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