#NerdandoConsiglia

#NerdandoConsiglia: Febbraio 2021

A carnevale, ogni scherzo vale, tuttavia il #NerdandoConsiglia di Febbraio 2021 non è affatto uno scherzo! Cosa ci riserverà la redazione più spiritosa dello Stivale? Buona lettura!

WandaVision

WandaVision

Giando: Questa serie mi ha fatto davvero uscire – positivamente – fuori di testa! WandaVision è un turbinio di situazioni sempre più assurde ma che man mano che prosegue la serie allargano sempre più l’orizzonte, rendendolo di fatto uno dei prodotti più “intrisi” di MCU. La scelta di fare più di un occhiolino ai fan la condivido appieno, perché credo che sotto sotto sia questo ciò che voglio: legami, richiami, citazioni, aperture e un ventaglio di possibilità che si aprono.

Inoltre la serie disponibile su Disney+ è tecnicamente realizzata alla perfezione, sembra un vero e proprio film Marvel “spezzettato”. Gli attori sono stati anch’essi bravi, non solo Elizabeth Olson e Paul Bettany, ma anche il nutrito cast di comprimari. Non dico altro per evitare spoiler, ma che roba!

Lupin

NerdandoConsiglia Febbraio

Clack: a febbraio ho finalmente terminato il mio total rewatch di Buffy ma, nel corso del mese, a rubarmi il cuore è stata un’altra serie, che mi sono gustata in appena due serate: Lupin.
Se il nome del ladro gentiluomo più famoso di tutti i tempi vi riporta subito ai romanzi di Maurice Leblanc o all’animazione giapponese, dimenticatevi entrambi perché questo nuovo progetto è totalmente innovativo.

Lupin, infatti, è una liberissima rivisitazione del personaggio ambientata nella Francia dei giorni nostri. Seguiamo le vicende di Assane, abile ladro e appassionato ammiratore del personaggio letterario di Lupin, che cerca di fare finalmente luce sul mistero che, quando era solo un quattordicenne, lo ha privato dell’amato padre.

Interpretata da un ottimo Omar Sy, Lupin è una serie intrigante e ben fatta, che si fa seguire in una maratona a perdifiato (per il momento è disponibile solo la prima parte, composta da 5 episodi). A me ha ricordato molto le atmosfere di Sherlock e di Luther e ho apprezzato tantissimo la storia originale, che sceglie di omaggiare Lupin senza però riproporci per l’ennesima volta le sue avventure.

Il Re Giallo – Racconti di Robert William Chambers

Drpbrock: Antesignana del ciclo lovecraftiano, questa serie di racconti di Robert William Chambers spazia tra il macabro e il surreale, nelle storie quotidiane, pur quasi oniriche e sognanti di artisti e personaggi dell’alta borghesia che si muovono in un inizio ‘900 alternativo. Le loro vite oziose si incrociano spesso con quelle del Re in Giallo, un poema proibito che guida gli uomini verso la follia e allucinazioni che diventano fin troppo reali. Nel libro ho trovato elementi che sono stati ripresi da Lovecraft nei suoi racconti ma anche uno stile unico che dietro una apparente leggerezza di contenuti cela un senso di inquietudine che comunque riesce a coinvolgere il lettore.

Di recente pubblicazione Need Games anche la versione italiana del gioco di ruolo ispirato al lavoro dell’autore statunitense.

Mystic Pop-Up Bar

Zeno2k: Non esattamente il mio genere, non esattamente la mia prima scelta. Ad essere sincero non so come mi ci sia imbattuto, eppure questa serie Netflix coreana drammatica (con un po’ di risvolti finali alla Tempesta d’amore) mi ha davvero convinto.
Un po’ è stata la curiosità: non conosco molto il mondo della Corea del Sud e a parte Parasite (adorato) ero incuriosito dallo scoprire un po’ di più della loro cultura. Un po’ è stato il fatto di essere girata con un taglio a limite della follia: con suoni cartoon a sottolineare espressioni e movimenti sempre sopra le righe.
Insomma: Mystic Pop-up Bar mi ha trascinato in un mondo nuovo, surreale e folle. Ricco di creature mitologiche, antiche tradizioni e perché no, una cucina interessante, questa serie riesce ad unire momenti ilari a drammatici: ho adorato l’idea del risolvere i conflitti e i rancori accedendo ai sogni delle persone e mi sono semplicemente ribaltato sul divano nell’episodio in stile “Takeshi’s Castle” dove le anime dei defunti competono per poter vincere i numeri della lotteria da comunicare in sogno ai discendenti.
La cosa che mi ha più colpito è il senso di appartenenza, di dedizione e devozione tipici delle culture collettiviste orientali, così lontane da noi e a tratti incomprensibili, ma incredibilmente affascinanti.

Dodici episodi forse sono un po’ troppi, si poteva ridurre un po’ e aumentare il ritmo, però devo dire che non sono mancati i colpi di scena e i plot twist tanto amati in questo periodo.
La protagonista, infine, è semplicemente adorabile: oltre ad essere bellissima (mi perdonerete se non mi esprimo sulle capacità recitative in coreano), dà vita ad un personaggio semplicemente pazzesco: un’anima ostinata che non solo ha fatto una vita infame subendo ingiustizie, ma che oltretutto deve pagare pegno con 500 anni di redenzione dopo la morte, il tutto per acquisire il diritto di reincarnarsi e avere una vita felice. Questo scatena in lei sentimenti molto contrastanti: aiuta il prossimo perché deve, in genere trattandolo malissimo, e dando vita a scene comiche davvero spassose.
Ma sono davvero molti i personaggi che meritano di essere scoperti in questa serie, uno più surreale dell’altro.
Insomma: da vedere.

Silver Surfer di Dan Slott & Mike Allred

Giakimo: Silver Surfer è stato per anni uno dei miei personaggi preferiti. Era da un po’ che l’avevo perso di vista e mi ero perso questo ciclo che quando uscì tra 2014 e 2016 fu parecchio osannato. Ok, ammetto che un parte del motivo per cui non avevo letto questa serie era per via di Slott ai testi.
Ad ogni modo, la serie parte con il surfista d’argento che si ritrova a dover salvare una ragazza terrestre, Dawn Greenwood, con la quale poi girerà l’universo, trovando un po’ di leggerezza e cercando di far fronte ai suoi fantasmi.
Le storie sono semplici ma genuine, Dawn è un personaggio molto carino e viene evitato l’effetto del pesce fuori dall’acqua che fa battute a ripetizione e sminuisce tutto. Anzi, in perfetto stile SIlver Surfer c’è modo di essere umani e gentili anche quando i personaggi sono alieni. C’è anche spazio per qualche esperimento, con una storia create in maniera “infinita” e decisamente difficile da leggere su tablet.

Inoltre, la serie vale la pena da recuperare anche solo i disegni di Allred. Uno degli alfieri del fumetto indipendente americani, ha uno stile grottesco e pop, effetto amplificato dai colori della moglie Laura. Qui deve disegnare decine di alieni bizzarri, praticamente un invito a nozze per lui. Non escludo anche un serio intervento in fase di sceneggiatura – non lo dico per sminuire Slott, ma è lui stesso che ha detto di lavorare così nel documentario Marvel 616.

Mystic Pop-Up Bar

Gattiveria: È un periodo in cui mi sto facendo travolgere dal fascino asiatico, grazie anche ai racconti di viaggio in terra nipponica di Morgana, Ogariad e Giando. In attesa di poter prendere un aereo e verificare di persona le meraviglie di cui narrano i compagni di (av)ventura, sto cercando di approfondire la mia conoscenza di una cultura a me totalmente ignota. In questo caso mi sono affacciata sulla società sud coreana grazie a Mystic Pop-up Bar, un’originale serie Netflix del 2020 in 12 puntate tratta dal Twin Cartoon Bar di Daum creato da Bae Hye-soo.

Leggero, coloratissimo e divertente racconta una storia fantastica in cui demoni, spiriti, tradizioni e pozioni magiche entrano a far parte della società moderna. I personaggi riescono a passare dal dramma al sentimentale senza prendersi mai troppo sul serio. Lo consiglio vivamente.

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