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The Dead Tree of Ranchiuna – Una lunga passeggiata nel bosco

Recensione

Andrei è un giovane studente rumeno che, dopo aver abbandonato il piccolo villaggio in cui è nato e cresciuto, affronta la vita universitaria a Bucarest per poi decidere di fare ritorno a casa, così da rincontrare il suo amore giovanile e gli amici di sempre.

Le cose, però, non vanno esattamente come atteso e il lungo viaggio verso casa diventa anche una piccola odissea tra i luoghi della memoria che costellano una serie di emozioni, ricordi ed esperienze in cui presente e passato si fondono indissolubilmente.
Le case sono deserte, il villaggio appare abbandonato. Cosa è successo a Ranchiuna? Inizia così un’esplorazione fatta di visioni del passato, con figure misteriose ed evanescenti che diventa sempre più facile credere reali e in cui i confini del mondo reale si sgretolano lasciando spazio ad elementi fantastici e surreali, profondamente evocativi, che dovremo collezionare per ricostruire cosa sia successo realmente.

Ecco quindi Andrei che si trova ad affrontare un lungo viaggio, passo dopo passo, per scoprire che alcune cose non sono cambiate (purtroppo) e che altre sono addirittura peggiorate. Spesso osservare da lontano è il modo migliore di vivere le cose e molto, troppo spesso, tornare sui propri passi vuol dire scoprire che quando ce ne siamo andati, abbiamo voltato pagina e riaprire il libro dall’inizio non fa che riaprire vecchie ferite ed evidenziare quel solco che l’allontanamento aveva creato.

Lo sa bene chi, come me, come molti altri, ha abbandonato la (piccola) città di origine per una (grande) avventura di vita, vuoi che sia studio, lavoro, famiglia. Dopo un po’ di tempo quella rottura diventa incolmabile, la separazione non è solo fisica ma anche e soprattutto morale. Quando si torna alle origini chi è rimasto ci vede come un estraneo, un traditore, qualcuno che ha rinnegato la propria natura per un effimero ed incomprensibile qualcosa nel buio.

Non è così, ovviamente, e noi che abbiamo voltato pagina spesso guardiamo a chi è rimasto come a creature piccole e ottuse, bloccate nel loro minuscolo universo come pesci rossi nella boccia di vetro che rappresenta tutto il loro universo e dal quale non riescono a percepire quanto limitato sia.

Nel nostro viaggio in The Dead Tree of Ranchiuna i pensieri accompagnano incessanti i passi, i fantasmi del passato, le ombre del presente, le riflessioni sul futuro si fondono tra loro in un concerto di emozioni e sensazioni senza soluzione di continuità. Quanti di noi non hanno mai passato un momento di profonda solitudine, accompagnati solo dai propri pensieri, spesso scoordinati, dove il filo logico lascia il passo alla mera esplosione emotiva?
Come detto all’inizio la narrazione include elementi astratti altamente evocativi, che danno il via ad una profonda analisi sulle ingiustizie sociali e di come la vita possa spesso travolgere i piccoli umani che vi si affacciano, lasciandoli in loro balia.

Così Andrei, in questa lunga passeggiata, affronta una vita che decisamente non gli appartiene più e noi, con lui, affrontiamo quel medesimo viaggio: incapaci di abbandonarlo, desiderosi di portarlo a termine, determinati a scoprire dove il flusso di coscienza collettiva ci porterà.
Arriviamo con l’intento di incontrare e salutare nostra madre, che ha già preparato per noi il nostro piatto preferito, ma prima di tornare alle origini, dobbiamo compiere la nostra rivoluzione copernicana: e solo tramite la mutazione, la trasformazione che attimo dopo attimo regola il battito della nostra vita, e i suoi passi attraverso di essa, saremo in grado di completare il ciclo, ed essere così liberi di chiudere, finalmente, quel libro aperto il giorno della nostra nascita.

Un ultima nota. Ranchiuna, in rumeno, vuol dire “rancore”.

Comparto tecnico

Tonguç Bodur non è nuovo alla realizzazioni di avventure intimiste e riflessive, come Drizzlepath deja vu. Oggi, in collaborazione con il team cinese con sede ad Hong Kong EastAsiaSoft (già autori dello splendido Bard’s Gold) confeziona un walking simulator delicato e intimista.
Non esente da difetti, occorre ammetterlo, ma profondamente poetico ed efficace nella sua realizzazione.

Il modello 3D del personaggio sembra essere stato confezionato diverse generazioni fa, ma l’opzione di vivere l’esperienza in prima persona (altamente consigliata per questo genere di titolo) ovvia immediatamente al problema.
A farla da padrona, ovviamente, è la composizione grafica e musicale del mondo di gioco: il bosco in cui (è facile) perdersi è dipinto in modo impeccabile, con scorci eccezionali ed effetti di luce che fanno capolino tra le fronde che vi lasceranno fermi ad ammirare il panorama.
In un gioco del genere il comparto audio non può essere da meno, e infatti la colonna sonora che accompagna i nostri passi è semplicemente perfetta: delicata, emozionante, avvolgente.

Privi di interfaccia, di mappa, e con le interazioni ridotte al lumicino, abbiamo anche la possibilità di attivare la camminata automatica, così da poter procedere con la nostra esplorazione, accompagnare il lento incedere del protagonista e seguire con calma e attenzioni le lunghe riflessioni sulla vita, sull’amore, sul rapporto con se stessi e col prossimo, che appaiono a sottolineare determinati passaggi dell’avventura, alternandosi al silenzio della natura, e ai dialoghi evocativi che ci fanno comprendere il rapporto di Andrei con l’amata Daniela e coi vecchi amici.

Compaiono alcuni enigmi ambientali privi di alcuna complessità, giusti per spezzare il ritmo di tanto in tanto.

Conclusioni

The Dead Tree of Ranchiuna è un titolo interessante, mi ha colpito la sua poetica e la sua eleganza grafica. L’ottimo recitato (inglese) con i sottotitoli (italiani) facilita l’accesso alle profonde riflessioni che accompagnano il gameplay. Non siamo ai livelli di capolavori come What Remains of Edith Finch, né abbiamo l’interattività e l’esplorazione di The Vanishing of Ethan Carter, così come la quantità di dialoghi e riflessioni è estremamente ridotta e lontana da Dear Esther, tuttavia ha il pregio di regalarci uno spaccato dell’Europa dell’Est che raramente abbiamo occasione di vivere.

Insomma: la realizzazione tecnica è di ottima fattura e non posso che consigliarlo a chi ama il genere dei walking simulator.

The Dead Tree of Ranchiuna è ora disponibile per Xbox One, Xbox Serie S|X, Playstation 4 e 5, Nintendo Switch al prezzo di 9,99 Euro.

Nerdando in breve

The Dead Tree of Ranchiuna è il viaggio di chi torna alle proprie origini per scoprire di non farne più parte.

Trailer

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