Fiere

[Diario di] Lucca Comics & Games 2021 – Giorno 4

01/11/2021

Caro Diario.

È tutto finito. Che detta così mi rendo conto possa sembrare un’esternazione un po’ troppo melodrammatica ma lo sai che sono una personcina teatrale, l’apertura tragica era d’obbligo. Anche perché la cosa bella è il nuovo punto di vista che ho maturato in questi giorni, segue pippone di elucubrazioni dal retrogusto filosofico, scritte davanti a un camino che si sta spegnendo perché la legna è finita ma non ho alcuna intenzione di alzarmi dal divano.

Di solito a fine fiera si scatena un senso di vuoto, perché bisogna ritornare alla vita quotidiana, che non è costellata da eventi da raccontare, a meno che le videolezioni non possano essere considerate conferenze stampa e gli appunti presi in maniera digitale, degli articoli in merito. Il vero vuoto che arriva alla fine, è quello degli amici che ripartono, perché nella vita quotidiana viviamo tutti a chilometri di distanza e la colazione insieme è un lusso che esiste solo nei periodi di pausa.

Invece questa volta sono “piena”. Al di là del fatto che ho poche ore di sonno alle spalle, quindi forse la saturazione è data tanto anche dalla stanchezza, mi sembra di essere arrivata in cima a una scalinata con i gradini troppo alti per salire normalmente: serviva arrampicarsi. Dalla cima di questa ziqqurat, vedo tante storie raccontate ma soprattutto tante esperienze vissute e tante persone incontrate.

Ho avuto infatti l’occasione di confrontarmi con molti esseri umani che approcciano ciò che mi appassiona in modo professionale, e che di fatto, raccontandosi e raccontandomi ciò di cui si occupano, mi hanno permesso di avere un punto di vista molto più arricchito. C’è chi “nella vita vera” lavora in un’agenzia di cosmetica ma “nell’altra vita” fa il master; c’è chi trascorre le serate a fare il barman tranne quando siamo a Lucca, perché lì lavora per una fumetteria; c’è Sara, che oggi non c’era perché aveva il turno in farmacia, ma fino a ieri sera ha consigliato fumetti a chiunque si avvicinasse al suo stand; ci sono io, che quando sono Miley Stewart studio come accudire umani piccoli, ma quando metto la parrucca bionda inizio a raccontare le storie belle in cui mi imbatto alle fiere (e questa la capisci solo se seguivi la programmazione di Disney Channel).

C’è poi un’enorme fetta di persone che è Hannah Montana tutto l’anno, perché ha saputo trasformare la propria passione nel quotidiano. Nicola, come ti dicevo tempo fa, è sicuramente uno di questi, ma non solo lui! Roberta e Sara (un’altra, non quella della farmacia) lavorano su Twitch, un sacco di persone che ha più o meno la mia età riesce a mantenersi completamente grazie ai fumetti che scrive, e tanta gente (fra cui John) si occupa di creare e vendere giochi che favoriscano la coesione. In tutto ciò, ci sono anche tante persone che si impegnano per fare il salto, come chi lavora per più testate contemporaneamente, appoggiandosi ai genitori nel periodo di gavetta.

Ora che ci penso, forse Lucca mi piace così tanto perché al di là delle storie che vengono vendute, riescono a emergere anche quelle di chi le vende.

Poi sai cosa? Questa pienezza è ingigantita dal fatto che alle fiere in presenza, non ero più abituata. Il primo giorno ho proprio fatto fatica a stare in mezzo a tante persone (dotate di Green Pass e sempre mascherate, sia chiaro); poi mi sono via via abituata, ma sicuramente tanta stanchezza arriva anche da questo tipo di sollecitazioni. E tuttavia, che belli gli sguardi.

Funziona così: vedi una persona con cui hai interagito diverse volte nell’era pre Covid, ma non sei sicurissima sia proprio lei (sono passati due anni, i capelli crescono, i fisici cambiano, le mascherine coprono). Ci si fissa. Scambio di sguardi interrogativi che si dicono “ma è davvero lei?”. Riconoscimento fulmineo; gli occhi si assottigliano a causa del sorriso che è spuntato, che non vedi ma contemporaneamente sì, e allora senti urlare un corale “MA CIAAAAAAO!!” e ci si avvicina velocemente, iniziando poi un goffo balletto di chi non sa se salutare col pugno, con il gomito o semplicemente con la mano di un ausiliare del traffico che ferma le auto, chiedendosi dove l’altra persona abbia messo la propria linea di confine, scegliendo in quel momento dove riposizionare la propria.

Quattro giorni a rivedere le persone, e ora sì che capisco a pieno il tema di quest’anno: “A riveder le stelle” dice il manifesto, e mai come adesso ne percepisco il significato.

Comunque, in tutto ciò, non ti ho ancora detto cos’ho fatto oggi: alle 10 sono andata al Teatro del Giglio a sentire Zerocalcare che insieme a Michele Foschini e Giorgio Scorza ha raccontato comè stata la produzione di Strappare lungo i bordi. Finito l’incontro (stupendo, fra l’altro, perché è molto raro che uno stesso panel sia interessante e divertente in parti uguali, ma questo lo è stato), complice condizioni metereologiche avverse, mi sono tappata in sala stampa. Ne ho approfittato per pubblicare i pezzi sui due incontri di ieri: quello con gli artisti le cui opere sono esposte in Palazzo Ducale e quello sulle uscite di Mondadori Vault previste per il 2022.

Un provvidenziale FrankieDedo mi ha portato una focaccia, che quando sono così impegnata mi dimentico di mangiare: manco un pezzo di lembas mi avrebbe rimessa così in sesto, per cui, nel primo pomeriggio, sono andata a Villa Bottini per ascoltare un talk tenuto dai miei tre podcaster preferiti.

PLOT TWIST la programmazione degli eventi non era proprio proprio collimata, per cui inaspettatamente ho ascoltato un incontro che sensibilizzava circa il problema del bodyshaming nel mondo dei cosplayer. Interessante ma poco approfondito visti i tempi brevi.

Poi sono arrivati Sio, Lorro e Nick e hanno tenuto banco per una buona oretta. Hanno parlato soprattutto della loro esperienza con Patreon (per l’ovvia ragione che Villa Bottini era la Patreon-zone). ma nel farlo hanno dato tutto il merito ai pizzettars. Hanno descritto il circolo virtuoso che si auto alimenta sul canale Discord, raccontando con fierezza quanto siano amichevoli e non tossiche le persone che formano la community di Power Pizza. Mi sono un po’ commossa a vederli così soddisfatti, hanno creato un micro mondo basato sull’amicizia e ormai da un paio d’anni le uniche conseguenze sono state positive: una lenta espansione di persone felici di condividere le proprie opinioni senza farsi la guerra come invece avviene in certi gruppi social.

Infine, ho fatto la doccia a cielo aperto. Lucca Comics & Rains ha tenuto tutta l’acqua per la fine (per fortuna), concedendo tre giorni di sole ma decidendo di creare nelle ultime ore tanti corsi d’acqua inaspettati. E giustamente, i fumetti cartacei, vuoi andare a prenderli nei tre giorni di sole o nell’unico in cui il centro storico fa il cosplay di Bikini Bottom? Fortunatamente, tutta l’acqua l’ho presa all’andata. Il ritorno è stato dignitosamente umido, ma la tecnica del doppio sacchetto ha salvato ogni volume dalla prima all’ultima pagina.

Casa, doccia e cena in compagnia, che la fiera è finita ma le persone restano.

E questo è quanto. Sono stati quattro giorni intensissimi, con una media di 17682 passi  al giorno e sei ore scarse di sonno per notte. Con questo, un totale di dieci articoli che provano a raccontare una fiera immensa e un quantitativo di saluti e sorrisi mascherati non quantificabile. Sono felice, piena ma soddisfatta, e ora si aspetta la Milan Games Week.

Adesso vado a nanna, che intanto il camino si è spento del tutto e inizio ad avere freddino;
Buonanotte caro Diario, grazie per avermi aiutato a raccontare tutto questo anche a chi, per un motivo o per l’altro, non c’era.

Ci aggiorniamo presto,

Penny

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