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Lucca Comics & Games 2021 – Strappare lungo i bordi: Zerocalcare racconta i dietro le quinte

Nell’ultima giornata di Lucca Comics & Games 2021, Michele Rech in arte Zerocalcare incontra un Teatro del Giglio pieno zeppo di persone accorse per conoscere i dietro le quinte di Strappare lungo i bordi, la serie animata che uscirà su Netflix il 17 novembre. Accompagnato da Michele Foschini, Publishing Manager di Bao Publishing e produttore esecutivo della serie e da Giorgio Scorza, CEO, Director & Art Director di Movimenti Production, il fumettista di Rebibbia ha intrattenuto il pubblico per circa un’ora e mezza.

L’incontro

Zerocalcare confida di star lavorando alla serie da oltre un anno, un lavoro intenso e difficile che l’ha messo alla prova su più fronti. Primo fra tutti, il diverso contesto lavorativo: abituato a chiudersi nella sua cameretta e a produrre opere nell’isolamento più totale, consultando l’editore solo nelle battute finali, ha dovuto invece lavorare in gruppo, imparando a gestire i tempi d’attesa. Questa è un elemento imprescindibile di quando si lavora a più mani su una stessa opera: creato un pezzo, lo si passa a qualcuno che lo modifica e lo restituisce come nuova base di lavoro. Il lasso di tempo che intercorre fra presa in carico e consegna diventa però un “buco” da colmare quando si è abituati a dedicarsi senza pause a ciò che si sta realizzando. Così ha vinto il sorprendente horror vacui creando altro nel mentre, in modo da non soffrire troppo la tensione di quei momenti vuoti.

Dall’altra parte, ossia, dal punto di vista dello studio d’animazione, la sfida è stata creare un prodotto animato non per bambini e con un artista che ha sicuramente molte qualità ma non eccelle nel mantenere la calma. Tuttavia, la tensione maggiore c’è stata solo in prima battuta: quando Movimenti ha restituito a Calcare il primo videoboard, in cui quelle “patate animate male col telefono” iniziavano a trasformarsi nella storia che aveva in testa, si è detto “okay, questo potrei essere io.” e da lì il lavoro ha potuto procedere a gonfie vele. Comunque Giorgio ci tiene a sottolineare che a rendere possibile il lavoro è stata proprio l’infinita disponibilità dell’artista di Rebibbia, che  ha permesso alle duecento persone che hanno lavorato al progetto di fare indisturbate la loro parte.

Animare un fumetto partendo dalla traccia audio

In Rebibbia Quarantine, i corti realizzati da Zerocalcare durante il lockdown, vediamo l’autore alle prese con il doppiaggio. Non essendo un doppiatore professionale, però, viene da chiedersi come sia riuscito a doppiare un’intera serie animata professionalmente, interpretando tutti i personaggi (tranne l’Armadillo, la cui voce è di Valerio Mastandrea). Come è stato possibile?

Il trucco è stato proprio partire dall’audio: Giorgio dice che “L’animazione è stata costruita su nero dalle voci”, intendendo dire (se ho capito bene) che PRIMA Calcare ha registrato la traccia audio che aveva in mente, POI è stata realizzata l’animazione che desse forma a quelle voci, INFINE Calcare ha doppiato il lungometraggio in modo propriamente detto. Questa tecnica ha facilitato anche il doppiaggio finale, proprio perché la lettura recitata delle battute non era un primo tentativo.

Michele Foschini suggerisce che nel tempo ci sia stato un miglioramento nelle sue capacità di doppiaggio, ma l’artista risponde secco: “Secondo me non c’è stato tutto sto gran miglioramento, è che siete voi che vi siete abituati”. Inoltre, sempre quando scrive un fumetto sente le voci, nel senso che prima di scrivere una battuta in un balloon la immagina nella testa, con la voce che dovrebbe avere quel personaggio, e controlla se va effettivamente bene.

Una serie sincera

Come mai tutto questo accanimento sul far doppiare tutto a Michele (Rech)? Perchè solo così la serie avrebbe potuto essere davvero sincera. All’interno ci sono tantissimi dettagli che chi guarderà la serie potrà apprezzare, mettendo in pausa le scene di quando in quando. La spilla del gruppo punk che piace all’autore e che non si stacca mai dal suo zaino è riprodotta fedelmente nella serie, e così anche la piantina di casa, il suo smartphone e qualunque altro elemento realistico possa comparire. Un pullulare di inside jokes, fra cui la frase “Don Matteo amico delle guardie” nascosta in diverse scene. La cura ai dettagli è talmente straordinaria che alcuni sono stati disegnati e studiati inutilmente: non ci sarebbero mai stati tutti contemporaneamente sullo schermo.

Ma Calcare ci teneva a creare un prodotto veritiero, qualcosa che fosse lui anche se in maniera completamente diversa dal solito. Fortunatamente, tutta questa cura pare aver fatto il suo dovere: l’autore si dichiara soddisfatto, e anche a sua madre è piaciuto una volta finito. Una volta finito, però, perché la prima risposta che Lady Cocca gli ha dato è stata “Tutto quello che non disegni te ti proterà alla rovina. Era meglio Adrian.”

La canzone perfetta non esist…

Ci viene mostrata una clip del lungometraggio: di sottofondo, una canzone di Ron. Come mai proprio quella? Perché la scena era perfetta, davvero perfetta, per un’altra canzone, il cui autore però non ha concesso i diritti per l’utilizzo. Non c’è stato verso di convincerlo, ci racconta Zerocalcare con trasporto, perciò dopo settimane di ripensamenti continui su chi potesse essere abbastanza romantico, neomelodico, famoso ma non eccessivamente smielato, si è arrivati a lui.

Fortunatamente hanno avuto modo di lavorare anche con altri musicisti, uno fra tutti, il più collaborativo ed entusiasta del risultato, è Tiziano Ferro. La colonna sonora principale rimane però quella di Giancane, già noto alle persone che hanno seguito i corti di Rebibbia Quarantine per Ipocondria.

Durante l’incontro si è parlato anche d’altro, dal prossimo libro sulla scia di Kobane Calling alla reazione di Secco quando ha saputo che sarebbe diventato il personaggio di una serie animata, ma queste cose ve le racconterò quando sarà uscita la serie, che di sicuro ne riparleremo. Intanto, vi lascio con il trailer ufficiale di Strappare lungo i bordi, nel cui sottofondo si sente l’omonima colonna sonora (sempre di Giancane).

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