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Far Cry 6 – ¡Viva La Revolución!


Cuando la tiranía es ley, la revolución es orden – Pedro Albizu Campos

Recensione

Invecchiando divento nostalgico, è una cosa che capita a chi supera una certa età come me.
Forse è per questo che quando esce un nuovo capitolo dei miei franchise preferiti, la mente vaga e torna a momenti chiave della mia esperienza videoludica. Ricordate? Il celebre Far Cry 4 è stato il mio primo articolo per Nerdando.com e da allora sono passati oltre 5 anni.

Da allora ho seguito ogni capitolo di Far Cry, tra alti (a volte altissimi) e bassi, ma sempre con la stessa passione che Ubisoft è in grado di alimentare ogni volta che mette in campo un peso massimo degli open world come questo.

Ma basta temporeggiare: andiamo su Yara a scoprire quali follie ci aspettano.

Trama

Yara è un’isola caraibica che da vicino ricorda Cuba e che da essa trae ispirazione, sia per l’orografia che per la storia. Nella fantapolitica targata Far Cry, abbiamo una rivoluzione che ha dato vita ad un nuovo corso, in cui un dittatore, Antón Castillo, è stato incaricato di “fare la cosa giusta”, come dice lui stesso in un messaggio alla nazione. Questo vuol dire “ricostruire il paradiso” a suon di proiettili, schiavitù e prigioni politiche. Sì, perché Yara ha la fortuna di essere la patria del Viviro: un tabacco miracoloso capace di guarire ogni forma di cancro.

Sfortunatamente, però, Antón Castillo non è esattamente un filantropo e decide di mettere a ferro e fuoco la proprio stessa nazione grazie ad un esercito di oltre 300 mila effettivi, costringendo tutti gli abitanti a lavorare alle piantagioni, ovviamente in barba ad ogni forma di sicurezza, libertà, eccetera.
Ma Castillo è anche un ottimo politico e non disdegna di usare il proprio stesso figlio, Diego, per i propri fini propagandistici. Il tredicenne erede al “trono” però sembra avere un’altra pasta e questo scatena un conflitto interno che il dittatore vuole tenere ovviamente sotto silenzio.

In questa enorme polveriera pronta ad esplodere, ecco sorgere una rivoluzione partita dal basso, con guerriglieri pronti a dare la vita per ottenere la tanto agognata libertà. Qui entriamo in gioco noi: Dani Rojas. Il nostro personaggio è del tutto intenzionato ad abbandonare Yara per cercare fortuna negli Stati Uniti, lasciandosi alle spalle la follia di Castillo.
Le cose, ovviamente, non andranno come previsto e in meno che non si dica ci troveremo a dar battaglia al dittatore, svolgendo missioni per i guerriglieri, assaltando i rifornimenti del dittatore, smantellandone l’organizzazione pezzo per pezzo.

Gameplay

Indovinante un po’? Far Cry 6 è un FPS open world con una quantità pazzesca di location da visitare e attività da svolgere. È un nuovo Far Cry? Certo! È un nuovo gioco? Ovviamente no: ci sono tante cose da fare, tante cose da scoprire, ma di base è un Far Cry, come era giusto e normale attendersi.

La prima cosa a colpire è la dimensione della mappa. Appena preso possesso della funzionalità, è facile restare sorprese perché Isla Santuario, l’area in cui iniziamo, ha dimensioni davvero contenute. Ma poi è sufficiente fare uno zoom per prendersi conto della sua sproporzionata vastità. A quel punto il sentimento di sorpresa è sostituito da quello di smarrimento: quanto tempo ci vorrà per esplorarla tutta?
Ebbene: la campagna principale dovrebbe essere completabile in 25 ore circa, ma per coprire tutte le attività della mappa saremo ben oltre le 150. Pronti?

Non aspettatevi grosse novità: ci sono avamposti da conquistare, postazioni da abbattere, carneficine da fare e tutto il pacchetto a cui siamo abituati da sempre. L’esplorazione, tuttavia, è facilmente agibile fin dall’inizio perché avremo subito accesso al rampino, ad esempio, ed in poco tempo anche alla tuta alare e ai mezzi di trasporto. Tra questi troviamo auto, moto, quad ma anche carri armati, elicotteri e, per mia somma gioia, persino i cavalli. E se non vogliamo esplorare troppo, c’è sempre la possibilità di fare un viaggio veloce, insomma: totale libertà di movimento.

Molta libertà anche per quanto riguarda il gunplay: una volta ottenute le varie armi potremo affidarci ai banchi da lavoro per modifiche e potenziamenti, cosa che si rivelerà fondamentale quando andremo ad affrontare le aree più pericolose e complesse della mappa, anche perché il nostro protagonista non sempre sarà efficientissimo coi fucili d’assalto e quando ci troveremo davanti ondate di nemici, questo potrebbe fare la differenza.
Sicuramente c’è anche un sana vena ironica, perché le armi diventano presto degli attrezzi male in arnese (possiamo sparare dei CD, per intenderci) con elementi iperbolici davvero poco verosimili ma dannatamente divertenti e soddisfacenti da usare.

Ho trovato invece meno riuscita la fase stealth. Certo non siamo in Assassin’s Creed, ma mi sono reso conto che dopo i primi due o tre assalti eseguiti in silent, alla fine ho deciso sempre di optare per un assalto frontale, magari dopo aver abbattuto qualche avversario dalla distanza con precisi headshot, e facendomi aiutare dai compagni: fidi alleati animali che decisamente travalicano la sospensione dell’incredulità, ma che possono essere utili.
Si parte dal coccodrillo Guapo, per poi sbloccare il cane disabile Chorizo e infine il gallo da battaglia Chicharron. Niente di fondamentale, ovviamente, ma possono essere un valido aiuto.

Due parole vanno spese invece sulla modalità cooperativa, perché finalmente possiamo salvare i progressi anche entrando nelle partite di amici o compagni di viaggio casuali. Onestamente i giochi in cui la persona che ospita memorizza i progressi e tutti gli altri devono accontentarsi di qualche oggettino o esperienza, li trovo davvero poco gratificanti. In Far Cry 6 invece possiamo di fatto vivere l’intera campagna in co-op.

Comparto Tecnico

Ho testato la mia copia di Far Cry 6 su Xbox One Serie X e il colpo d’occhio, come forse potrete intuire dagli screenshot, è semplicemente sbalorditivo. Yara è disegnata e realizzata talmente bene da far trasparire la bellezza delle isole caraibiche: i colori, la musica, persino l’intenso calore sembra emergere da ogni inquadratura e vi assicuro che vi penderete nella modalità foto, a cui dedicherete un sacco di tempo alla ricerca dello scatto perfetto.

Da segnalare, come ormai sapevano da tempo, che manca il doppiaggio in italiano. Menù e sottotitoli sono a disposizione ovviamente e onestamente non si sente questa grande mancanza: da un lato ovviamente è un peccato doversi distrarre a leggere i sottotitoli e non godersi a pieno le cutscene, dall’altro però possiamo godere dell’incredibile lavoro fatto da Giancarlo Esposito (Breaking Bad, The Mandalorian) nell’interpretazione di Antón Castillo.

Contrariamente ai precedente capitolo, cosa che ho apprezzato tantissimo, il nostro protagonista ha finalmente volto e voce che vedremo non solo nei menù ma anche durante le frequenti cutscene che vantano una narrativa davvero eccellente. Ed è proprio la trama quella che, a mio avviso, è la punta di diamante di questo titolo. Certo la rivoluzione cubana è qualcosa di già visto e sentito, così come l’eterna lotta rivoluzionaria tra ribelli e dittatori, però Far Cry 6 vanta una quantità e qualità di comprimari davvero vasta ed eccellente: personaggi approfonditi, ben disegnati e ottimamente raccontati, per un avvicinamento alla chiave cinematografica che non vi farà saltare nemmeno una scena, permettendovi di godere dell’ottimo lavoro fatto dagli sceneggiatori.

Per quanto riguarda il comparto sonoro: ahimè, non sono un grande amante della musica latinoamericana, motivo per cui ho sempre viaggiato con l’autoradio spenta. Tuttavia, se siete appassionati, troverete che un accompagnamento acustico di tutto rispetto.

Conclusioni

Insomma: com’è questo Far Cry 6?
Personalmente l’ho trovato molto divertente e piacevole da giocare, rapido ed immediato, scritto molto bene e con una trama appassionante. Il villain forse ricade un po’ troppo nello stereotipo di genere, siamo lontani anni luce dall’intramontabile Vaas e ci piazziamo un paio di gradini sotto sia Pagan Min che Joseph Seed, forse è la sua sceneggiatura l’anello più debole, ma, come detto prima, è coadiuvato da comprimari davvero di tutto rispetto.

Nerdando in breve

Far Cry 6 ci porta a vivere la rivoluzione caraibica in un open world monumentale.

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