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Far Cry 5 – Guerra Santa in Montana

Far Cry 5

Abbiamo esplorato la natura incontaminata di una primitiva isola tropicale; ci siamo innalzati sulle vette dell’Himalaya tra ghiacci eterni e crepacci vertiginosi; siamo tornati indietro nel tempo, scoprendo le origini tribali degli ominidi; oggi prepariamo le valige per gli Stati Uniti, destinazione Hope Country, Montana.
Destinazione: Far Cry 5.

Recensione

Chi mi conosce e segue i miei articoli, forse ricorderà le imbarazzanti scene che mi contraddistinsero all’epoca di Far Cry 4, l’unico gioco che ad oggi io abbia mai preordinato.
Potete quindi immaginare con che entusiasmo abbia accolto la notizia dell’arrivo di Far Cry 5, dopo la splendida parentesi di Primal (uno dei giochi, a mio parere, meno compresi e più sottovalutati di Ubisoft).

Ad affascinarmi, in modo particolare, è stata l’ambientazione scelta per questo quinto capitolo. Dopo esserci abituati a location esotiche, ecco che ci troviamo proiettati negli Stati Uniti. Il Montana è uno stato di confine, caratterizzato da un paesaggio ricco di foreste, laghi e fiumi; tendenzialmente rurale, è facile trovare le dinamiche dei cosiddetti “red neck“, definizione poco simpatica e che potremmo tradurre in “zoticoni”: persone dedite principalmente alla caccia e alla pesca, al turismo, ai giri in moto e naturalmente alle sonore bevute nei roadhouse. Insomma: siamo lontani dal Texas, ma temperatura a parte la tipologia è più o meno quella.

Altra caratteristica fondamentale della serie è la presenza di villain estremamente carismatici: Far Cry 5 non fa eccezione ed ecco che nel prologo facciamo la conoscenza del Padre, ovvero Joseph Seeds, profeta che ha trasformato la Contea di Hope in un nuovo Eden (militarizzato) piegando alla propria volontà tutti gli abitanti. Questa setta di fanatici religiosi si è insediata in ogni angolo della Contea, espropriando chi si ribellava dei propri possedimenti e controllando de facto qualsiasi movimento al proprio interno.

Nonostante Hope sia ben protetta da difese naturali e nonostante il Padre controlli i media locali, le notizie sono arrivate fino all’esterno; per questo un Marshal viene inviato ad arrestarlo per porre fine al suo controllo. Qui entriamo in scena noi: dopo un lungo prologo in cui iniziamo a capire che aria tira, il Padre sfuggirà all’arresto (riuscendo persino a far ricadere questi eventi nel disegno di Dio) e noi saremo costretti a darci alla macchia; entreremo in contatto con la resistenza e inizieremo a lavorare ai fianchi l’impero di Seeds, smantellando poco per volta il suo dominio.

Per farlo avremo modo di seguire sia missioni principali che, moltissime, missioni secondarie: dai classici assalti agli avamposti alla liberazione degli ostaggi, dalla distruzione dei mezzi di trasporto, alla manomissione degli impianti controllati dai Edeniti, i fanatici del culto la Porta dell’Eden.
Prima di arrivare al Padre, però, dovremo riconquistare le tre aree controllate dai fratelli di Seeds, tre villain altrettanto carismatici e bel caratterizzati: Jacob Seeds, un veterano dell’esercito, che si occupa della sicurezza armata; John Seeds, legale, che controlla la burocrazia del Culto; e Faith Seed, la voce del Culto, esperta di droghe allucinogene.

Man mano che procederemo con la storia, andremo ad aumentare il livello di resistenza delle tre aree, per poi affrontare i fratelli Seeds prima di confrontarci col Padre in persona.

Far Cry 5

Gameplay

Squadra che vince non si cambia.
Far Cry 5 è pienamente un titolo del franchise Far Cry: un fps fortemente story driven con una moltitudine di approcci possibili alle varie missioni. Siamo stati abituati ad una grandissima gamma di mezzi, armi e dotazioni: dalla tuta alare, al rampino; dal mitra all’arco; dal quad al camion.
Tutto questo torna nel quinto capitolo, potenziato ed ingrandito: possiamo pilotare aerei ed elicotteri, TIR corazzati e dotati di potenti mitragliatici, moto d’acqua e gommoni, e chi più ne ha ne metta. Ma accanto ai meccanismi ben noti sono state affiancate numerose novità.

La principale è sicuramente l’assenza delle celebri torri di avvistamento, che dopo una vertiginosa scalata consentivano di eliminare la “fog of war” dalla mappa, rivelando le attività in zona. Ora siamo portati ad esplorare in prima persona, scoprendo sulla nostra pelle cosa si nasconde dietro ogni angolo. A tal proposito viene meno anche la mappa durante il gioco, come accaduto per AC Origins. Una scelta coraggiosa che regala ancor più immersività ed immedesimazione (quanti di voi hanno una mappa nell’angolo in basso a sinistra del campo visivo?).

Ma le novità si estendono anche ad altri due elementi che ho trovato davvero gustosi: i Tratti e gli Specialisti. I primi rappresentano la componente RPG del gioco, man mano che completeremo missioni e sfide otterremo punti tratto da spendere nella ricca alberatura per ottenere maggior punti vita, più velocità e abilità nell’uso delle armi, la tuta alare e così via.
Gli Specialisti, invece, sono dei gregari che potremo portare con noi come alleati: dopo aver compiuto delle missioni specifiche, infatti, avremo modo di assoldarli e averli a disposizione. Ogni Specialista ha delle abilità peculiari, come demolizione, silenziosità, supporto aereo, e starà a noi scegliere i compagni giusti per l’approccio scelto. Oltre agli umani, come se non bastasse, potremo avere dalla nostra un cane, un silenziosissimo puma e persino un potete orso.

Questa grande versatilità di approccio e un open world incredibilmente dettagliato, sono e restano i punti di forza del titolo. In Far Cry 5 c’è davvero tantissimo da fare, e se proprio siete stanchi di distruzione, potete sempre fermarvi a pescare in uno dei tanti laghi o fiumi. I luoghi, gli ambienti e lo stile di vita del Montana sono tratteggiati benissimo: entrare in un vecchio roadhouse e sentire risuonare nell’aria canzoni folk come “In the pines” mi ha fatto saltare sul divano ed applaudire agli sviluppatori.

Un’ultima grande novità è il comparto multiplayer, da sempre l’anello debole del franchise. L’avventura può essere giocata interamente in co-op grazie all’uso dei gregari: in pratica un giocatore segue la missione sulla propria console, ospitando come Specialista un amico che quindi prende il posto di quelli normali. Gli avanzamenti del personaggio rimarranno sul profilo del giocatore ospite, ma non il progresso nella campagna che dovrà poi essere riaffrontata personalmente.
Oltre a questa modalità compare quella Arcade, in cui possiamo affrontare mappe customizzabili create da altri utenti, con una qualità grafica inferiore ma incredibilmente versatili per quantità di elementi utilizzabili, sia in modalità singola che cooperativa. Non mancano i deathmatch a squadre, un ottimo modo per spezzare la tensione della campagna principale e dedicarsi ad una sana sessione di sparatutto.

Intendiamoci: non è certo la parte del leone, ma è piacevole dedicagli qualche ora di tanto in tanto, e se siete creativi l’editor di mappe è quello che fa al caso vostro per sfoggiare le vostre doti di game designer.

Comparto tecnico

Ubisoft ci ha abituato bene, benissimo. La grande esperienza maturata negli Open World si sente e i ragazzi di Montreal non sono venuti meno nemmeno in questa occasione. Quando si ha per le mani un prodotto come Far Cry, le aspettative sono altissime e, da quel che potuto vedere, sono state ampiamente ripagate.
Il colpo d’occhio, che mi sono gustato in 4K su Xbox One X, è semplicemente pazzesco: la cura dei dettagli è maniacale fino allo stordimento: uscire dal bunker dove siamo appena stati curati, rimanere abbagliati dalla luce per un attimo e poi immergersi nella fitta vegetazione, andando a caccia di animali selvatici o di piante per le nostre pozioni, o ancora addentrarci nei vecchi locali sulla strada, approntare un mezzo nel garage prima di metterci in pista, sono tutte esperienze di vita che abbiamo la sensazione tangibile di vivere sulla pelle.
In uno dei primi momenti, fuggendo dagli Edeniti inferociti, mi sono trovato a sguazzare di notte tra le acque di un rigagnolo, mimetizzandomi nell’erba alta in ascolto di eventuali nemici; qui sono stato sorpreso dai dolci suoni della natura, mentre una nuvola di lucciole mi rischiarava leggermente il cammino. STUPENDO.

Anche l’audio non scherza: ho citato prima la canzone folk “In the pines”, ma non è l’unica cosa da applausi. Le musiche country fanno capolino dalla radio appena entriamo nei locali, nei negozi e nei mezzi di trasporto; la colonna sonora, che ne richiama le atmosfere, accompagna in ogni momento senza invadere troppo, lasciandoci la possibilità di parlare coi moltissimi personaggi della storia.
A tal proposito il doppiaggio italiano è semplicemente strepitoso e i dialoghi letteralmente esplodono quando si chiacchiera coi gregari che sono sempre capaci di strappare una risata inattesa.

Ma la cosa fondamentale è la storia, e la storia è fatta di luoghi, certo, ma soprattutto di persone.

Far Cry 5

Conclusioni

Come detto in precedenza, Far Cry è un’esperienza prevalentemente single player e nettamente story driven. Dopo un villain con poco mordente come Pagan Min (nonostante l’eccelso doppiaggio di Claudio Moneta), ci troviamo di fronte ad un cattivo tratteggiato con assoluta maestria. Il fanatismo religioso (un problema reale negli USA) qui è portato all’estremo, ispirandosi si tristi fatti degli anni ’70 con il Tempio del Popolo del Reverendo Jim Jones; i deliri mistici del Padre sono capaci di lasciare il segno in chi li ascolta: siamo lontani dalla follia sconclusionata di Vaas e ancor più distanti dalla cattiveria gratuita di Pagan Min.
Qui il Padre è capace anche di instillare in noi il dubbio, quasi di convincerci: i suoi ragionamenti non sono sconclusionati e ci sono momenti in cui vi capiterà di pensare che, sotto sotto, non ha tutti i torti.

Cosa è andato storto quindi? Il Padre è un carnefice assoluto o è egli stesso vittima della Via che ha intrapreso? Ha semplicemente perso la bussola lungo il percorso di redenzione o è tutto calcolato? E soprattutto: non è che siamo noi in errore?
La storia di Far Cry 5 è capace di tenere avvinghiati, così come i deliri narcotici di Faith ci portano in una dimensione onirica dalla quale non sempre abbiamo voglia di uscire, per tornare ad una realtà molto più dura e crudele di quanto non vorremmo.

Nerdando in breve

Far Cry 5. In che senso “non lo avete ancora comprato”?

Nerdandometro: [usr 4.3]

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