Cos’è la scommessa nei giochi da tavolo
Nella meccanica “scommessa/puntata” i giocatori investono nella riuscita di un determinato evento. Vedremo come questa meccanica viene inserita in alcune tipologie di giochi. Mi concentrerò nella scommessa in sé, senza estendere il concetto ad azionari, ai giochi di speculazione e ai giochi d’aste. Tratterò di titoli, adatti a tutti e tutti contemporanei tranne uno, per me più significativi.
Preciso che per “Scommessa/Puntata” intendo una meccanica presente nei giochi da tavolo e quindi NON si tratta certamente di “gioco” d’azzardo palese o nascosto e anzi è un modo per scommettere senza conseguenze potenzialmente patologiche. Stai leggendo l’articolo di uno molto critico verso Gacha e sportivi con le pullate che hanno il PEGI 3!
Backgammon
Nel Backgammon i due giocatori hanno lo scopo di far arrivare le proprie pedine nella propria casa per poi portarle fuori, il primo che lo farà sarà il vincitore.
Si inizia con una posta pari a uno per ogni partita. Un giocatore all’inizio del proprio turno può raddoppiare la posta utilizzando l’apposito dado che tiene conto del valore della partita. Se l’altro giocatore rifiuta il raddoppio, concede la vittoria all’altro e quindi un punto (in questo caso). Se accetta, la posta della partita sarà il doppio rispetto al valore precedente (da uno a due nel nostro esempio). Il dado del raddoppio adesso sarà gestito da chi ha accettato la puntata. Nei fatti, con il dado del raddoppio, si scommette sulla vittoria o meno del singolo round. Ne ho parlato anche qui.
La Mandrakata (IN GAME)
Spesso nei giochi moderni questa meccanica è inserita in giochi di corse, l’ambientazione più immediata e intuitiva per scommettere. Parlerò di alcuni titoli di questo tipo.
Downforce è un gioco di corse automobilistiche in cui si scelgono le macchine tramite aste e si scommette su chi vincerà. Questo titolo (portato in Italia da Mancalamaro) restaura Top Race (1996) di Wolfgang Kramer (Principi di Firenze) con materiali e grafica di alto livello. In DownForce le auto si muovono tramite le carte che di volta in volta i giocatori utilizzano. La particolarità sta nel fatto che si muoveranno tutte quelle riportate sulla carta. Sulla pista ci sono tre checkpoint, non appena una macchinina li raggiunge si scommette su chi finirà in prima posizione. Le scommesse vengono fatte sulla propria scheda personale contemporaneamente agli altri. I giocatori guadagnano denaro in base alla posizione delle proprie auto delle scommesse sottraendo a questi introiti quanto speso nelle aste. Vince chi ha più soldi.
In Horse Fever siamo degli scommettitori IN GAME che oltre a puntare sui cavalli possiedono, almeno, una scuderia. Il gioco è composto dai quattro ai sei turni. Nella fase acquisti i giocatori possono comprare carte di più tipi. Alcuni esempi sono quelle Azione che permettono di truccare la gara e le carte “Aiutante” e “Cavallo” che rispettivamente danno benefici economici permanenti e nella corsa. Ogni giocatore ha un personaggio e una scuderia. Inoltre ad ogni turno si fanno una o due scommesse. Si può scommettere sul cavallo vincitore o piazzato. Nel primo caso indovinare la scommessa dà tre punti Vittoria e soldi in base alla quotazione del cavallo.
Si indovina la scommessa piazzata se il cavallo su cui si è puntato arriverà sul podio. Se indovinata, darà il doppio di quanto puntato e un punto Vittoria. La corsa si svolge girando di volta in volta le apposite carte per determinare di quante caselle si muoveranno i cavalli. Quelli con quotazioni meno redditizie sono quelli con più probabilità di vittoria e viceversa. Titolo divertente, caciarone e cattivo grazie soprattutto alle carte azione che permetteranno di avvantaggiare i nostri cavalli e azzoppare gli altri. Per i miei gusti dura troppo per quello che offre.
Infine in Camel Up fino a otto giocatori scommettono sui cammelli, cercando di beccare chi sarà il primo e l’ultimo. Prima scommetti su quel cammello più punti farai se la scommessa sarà corretta. La corsa è particolare: i cammelli non solo si possono impilare, ma due cammelli andranno nel senso opposto. Un esempio perfetto per la meccanica della scommessa nei giochi da tavolo tra gli introduttivi.
Scommesse in giochi non di corsa
Oltre alle corse si può scommettere anche in altre ambientazioni in modi più o meno espliciti.
In Lady Alice siamo i ragazzi di Baker Street. Sherlock Holmes ci offre come sfida un caso che risolse in passato. Holmes ha fornito ad ognuno di noi pezzi di prova che ci permetteranno di trovare la soluzione sulla quale dovremo scommettere. Lady Alice è un investigativo adatto a tutti in cui la meccanica in questione è meno esplicita rispetto ai precedenti titoli ma non per questo meno centrale. Peccato sia ad oggi difficile da reperire.
Come non menzionare il grande classico Perudo (conosciuto a livello internazionale come Liar’s Dice e Bluff), gioco di dadi da due a sei giocatori (secondo la scatola, ma il meglio lo dà da quattro in su). All’inizio di ogni turno tutti agitano i propri bicchieri con all’interno cinque dadi a 6 facce, tenendoli sempre segreti agli altri. In Perudo i giocatori, seguendo il giro, dovranno scommettere su quante facce in totale siano presenti nel gioco.
Carte e scommessa implicita
Anche giochi di carte presentano questa meccanica, due su tutti: Tichu e Haggis. Entrambi sono giochi composti da un mazzo di carte simile a quelli tradizionali.
Concludiamo la carrellata con un titolo che presenta la scommessa in modo “implicito”: Manila. Qui bisognerà contrabbandare merce. Nei fatti scommetteremo su quali barche arriveranno a destinazione.
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