Giochi da tavolo

I Principi di Firenze – Il ritorno di un grande classico!

Recensione

I Principi di Firenze è un classico del gioco da tavolo: uscito per la prima volta addirittura nel 2000 (e in questo piccolo mondo corrisponde ad un’era geologica) ad opera di Wolfgang Kramer e Richard Ulrich, non ha mai smesso di essere apprezzato da tutti gli appassionati e si è guadagnato con merito l’appellativo di classico.

I giochi di venti anni fa, a parte la stupenda aria vintage, non brillavano per estetica come quelli odierni: per forza di cose il mercato chiede che perlomeno i classici siano appetibili alle nuove leve, e perciò volenterose case editrici si fanno avanti per riproporre qualche titolo più datato con tutti i miglioramenti del caso.

A parte un’edizione lussuosa e costosa con qualche problema di troppo di pochi anni fa, stavolta anche Principi di Firenze si rifà il trucco grazie a Korea Boardgames, e arriva anche sul mercato italiano grazie a Cranio Creations.

Ok, che è un gioco amato l’avete capito, ora ve lo spiego un po’ meglio.

Meccaniche

I Principi di Firenze, in questa edizione, è un gioco da 1 a 5 giocatori, per una durata media di 90 minuti.

L’ambientazione è quella del Rinascimento italiano, e nei panni di capofamiglia dovremo fare in modo di accumulare prestigio grazie al nostro mecenatismo: assolderemo artisti di vario genere e dovremo garantirgli le migliori condizioni possibili per creare le loro opere, che ci doneranno la fama necessaria per essere i migliori signori di Firenze.

Come si traduce questo nel gioco? È presto detto.

La peculiarità di Principi di Firenze è la netta separazione del flusso di gioco in due parti ben distinte, una con forte interazione tra i giocatori, l’altra con interazione quasi nulla.

Nella prima fase, troveremo a combatterci a suon di fiorini i paesaggi per la nostra tenuta, i giullari, i costruttori, le carte prestigio (che ci danno obiettivi di fine partita per fare più punti) e le carte reclutamento.

Il meccanismo è quello dell’asta, né più, né meno, e sarà combattutissima, pezzo dopo pezzo, dato che ciascuno di quegli elementi può essere acquistato una sola volta per round, da uno solo dei giocatori, ed è in grado di influire pesantemente sia sulla strategia che ci si costruisce che sull’andamento della partita. Qui, insomma, andremo a porre le fondamenta della nostra strategia, sempre tentando di utilizzare al meglio il nostro denaro che, vedrete, non basterà mai.

Nella seconda fase, invece, quella delle azioni, andremo principalmente a tentare di ricavare i tanto agognati punti vittoria: essi saranno frutto della creazione delle opere tramite le carte mestiere, il vero fulcro del gioco. Inoltre, in questa fase, potremo acquistare edifici, carte mestiere, libertà (simulano le concessioni alla libertà religiosa, di opinione e di viaggio nel nostro principato) e carte bonus.

Ogni carta mestiere, acquistabile soltanto durante questa fase, rappresenta un differente artista e tutti i requisiti e i desideri che dovremo soddisfare perché la sua opera sia il più prestigiosa possibile.

Infatti, ogni artista avrà un suo paesaggio preferito, una sua “libertà” preferita e un suo edificio preferito nel quale operare. Va da sé che più richieste soddisferemo, più valore avrà la nostra opera, e più fiorini ci frutterà. Con il passare dei round, poi, si alzerà il valore minimo di prestigio da garantire perché l’opera sia realizzata. Alla fine del round corrente, solamente l’opera più prestigiosa guadagnerà punti!

Capite bene che una buona sinergia tra le due fasi è imprescindibile per non trovarsi a corto di fiorini o di requisiti per soddisfare gli artisti. E senza opere, non faremo soldi. Un maledetto, bellissimo cane che si morde la coda.

I Principi di Firenze introduceva anche una bella meccanica di costruzione della nostra tenuta tramite polimini, che oggi potrà sembrare banale ma all’epoca non lo era; il tutto è reso più interessante dall’incastro con le carte prestigio e con i costruttori, che la rendono più che un mero incastro alla Tetris.

Questo aspetto è emblematico di uno dei maggiori pregi di Principi di Firenze: la ricchezza di possibilità, scelte e strategie da attuare durante la partita. L’incastro tra carte, personaggi, edifici è molto stimolante e divertente.

In quanto a difficoltà, a mio avviso I Principi di Firenze è un gioco che si spiega abbastanza facilmente, al netto di un po’ di cose da ricordare nei primi round; quindi non si tratta di un titolo per soli giocatori esperti, anzi!

La nuova edizione comprende, tra le altre cose, due miniespansioni (la Musa e la Principessa), la modalità semicooperativa, qualche modifica per il gioco a due e quella per il gioco in solitario, basata su un semplice mazzo automa.

Chiaro che in un gioco che comprenda una fase di asta il divertimento stia anche nello sfidare il più alto numero di giocatori possibile, ma è lodevole il tentativo di portare il gioco ad essere divertente anche in numero ridotto di persone al tavolo.

Potrei consigliarvi di non acquistarlo esclusivamente per il solitario, anche se esistono giochi che girano molto peggio in single player.

Materiali

La nuova edizione di Principi di Firenze si presenta con una bella grafica colorata e sobria, chiara nella lettura e gradevole sul tavolo. I materiali sono robusti, il cartoncino dei componenti è bello spesso e le pedine in legno sono belle da guardare e da maneggiare.

Punto forte sono a mio avviso le illustrazioni delle carte mestiere e delle mini espansioni, a cura di Lukas Siegmon, un vero valore aggiunto per quella che si può reputare, anche grazie alla presenza delle espansioni e delle nuove modalità, l’edizione definitiva di Principi di Firenze.

Il prezzo è in linea con le attuali tendenze del mercato.

Conclusioni

Non avevo mai giocato a I Principi di Firenze, e mi è piaciuto; capisco anche perché sia considerato un classico.

Ha tutto ciò che c’è di bello nei “bei giochi di una volta”, senza sembrare per forza invecchiato, anzi. Quello che due decenni fa era considerato innovativo magari ora non stupirà più, dato che di passi avanti in questo mondo ne sono stati fatti, e le meccaniche sono note; ciononostante, il gioco è divertente, valido, sfidante e approcciabile anche da non esperti, a patto di ricordarsi un paio di cose al primo giro.

Date una chance ad un classico come I Principi di Firenze, perché la merita: uno dei bei giochi di una volta, ripresentato in una edizione che lo riporta a nuova vita e al passo con i tempi, con le immancabili varianti ed espansioni che oramai non possono mancare.

Nerdando in breve

Una nuova edizione moderna per un classico dei giochi da tavolo: riuscirete a diventare i migliori Principi di Firenze?

 

 

 

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