Si sa, il maestro del cameo (o cammeo che dir si voglia) è e resta Alfred Hitchcock.
Col passare dei decenni questa pratica si è consolidata e, anche se ultimamente se ne fa un certo abuso, viene sempre da sorridere quando vediamo spuntare qualche comparsata inattesa.
Volendo scegliere i più clamorosi, quelli che mi han fatto saltare sulla sulla sedia per il loro essere totalmente inattesi ed esplosivi, ho selezionato i cinque più fulminei che mi sono venuti in mente.
Non solo, ho anche evitato quelli in cui gli attori in questione hanno più di una battuta, perché per il mio parere fuoriesce dal confine del cameo (confine molto labile lo ammetto), sfociando in quello della “comparsata”.
Un’ultima nota: ho indicato il film e non l’attore, nel titolo, così se per caso non volete rovinarvi la sorpresa, potrete semplicemente passare a quello successivo. Si tratta di una lista molto limitata e squisitamente legata al mio personale gusto, ma se volete dire la vostra, in calce trovate i link su come entrare nella nostra community.
Robin Hood – Principe dei ladri
Il più arcaico che io riesca a ricordare (ovvero: quello che ho notato per primo). A valle di un film a tratti emetico in cui l’interpretazione migliore è quella del castello di Carcassonne (sì, gli esterni sono stati girati in Francia), oltre che del compianto Alan Rickman (e sì, tifavo per il cattivo), ricordo bene di essere giunto al termine della visione con un sospiro di sollievo per l’infinito stillicidio delle mie meningi.
Quand’ecco, durante il matrimonio tra Robin e Marian, fare capolino niente meno che Riccardo Cuordileone, interpretato (e strapagato con un cachet di 250.000 dollari – poi devoluto in beneficienza) l’immenso Sean Connery. Tanto per aggiungere curiosità, Connery nel 1976 interpretò proprio Robin Hood in Robin e Marian.
Free Guy – Eroe per gioco
Un filmetto che si fa amare per il citazionismo estremo e per quella faccia da schiaffi di Ryan Reynolds che, dopo il primo Deadpool, è diventato il mio attore preferito su tutto l’orbe terracqueo. Nel climax del film assistiamo ad un combattimento quasi supereroistico e il nostro eroe non lesina a dar fondo al memorabilia della Disney (che nel frattempo si è pappata mezza Hollywood, Marvel compresa). Eccolo quindi impugnare una serie di prop noti al mondo nerd: il pugno di Hulk, il Rainbow Smash Pickaxe di Fortnite, la Spada laser di Star Wars, la Gravity Gun di Half Life 2, la Portal Gun dello splendido Portal e, da ultimo: lo scudo di Capitan America, con un flash istantaneo (blink and you’ll miss it) di Chris Evans (o proprio Capitan America? Non è facile dirlo) che rimane sconvolto alla scena. Tempo di registrazione della scena? 7 minuti.
Hot Fuzz
Questa è davvero difficile da scovare, ma in Hot Fuzz, il celebre secondo capitolo della Trilogia di Cornetto di Simon Pegg ed Edgar Wright, ci sono ben due cameo fulminanti. Affascinata dal primo capitolo, L’alba dei morti dementi, una certa signora vincitrice di due premi Oscar ha chiesto al buon Pegg di poter partecipare al suo prossimo lavoro. Detto fatto, eccola accontentata: nel fulmineo ruolo di Janine, agente della scientifica ed ex fidanzata del protagonista, Nicholas Angel, appare niente meno che Cate Blanchett. Non l’avete riconosciuta? Non mi stupisce: è completamente coperta dalla sua divisa con tanto di cuffia, maschera e tuta. E scommetto che non avete nemmeno riconosciuto Peter Jackson: il regista de Il Signore degli Anelli compare in una foto, vestito da Babbo Natale, in cui accoltella Pegg.
Spaceballs
Cosa c’è di peggio che morire male con una larva di xenomorfo nello stomaco? Farlo due volte. Ed è esattamente quello che succede nel finale di Spaceballs (Balle spaziali), geniale parodia di Star Wars firmata Mel Brooks, a sir John Hurt. Celebre per la scena splatter di Alien, Brooks ha chiesto al mattatore inglese di rivivere quelle (orribili) emozioni davanti agli sconvolti Stella Solitaria e Ruttolomeo (ricordiamolo: un canuomo, il miglior amico di se stesso). Questa volta il piccolo xenomorfo prenderà la via della galassia cantando e ballando con tanto di cilindro e bastone (una autocitazione di Frankenstein Junior?). Insomma: semplicemente memorabile.
X-Men: l’inizio
Chiudo con quello che è, a mio insindacabile ed inoppugnabile giudizio, il cameo più geniale di tutta la storia del cinema.
Due giovani Magneto e Xavier sono ancora amici per la pelle e iniziano a cercare mutanti in tutta l’America, con lo scopo di unirsi e creare i futuri X-Men. Grazie a Cerbero, Charles riesce a rintracciare molti mutanti, ma guarda un po’, nel bar dietro casa, a bere e fumare come se non ci fosse un domani, ecco comparire un burbero e quanto mai telegrafico Wolverine che non lesina nel mandare a dare il meglio ai due poveri malcapitati. Curiosità: la battuta di Hugh Jackman originariamente era diversa, quella finita nel montato finale l’ha improvvisata l’attore dopo diversi take e le reazioni sorprese di James McAvoy e Michael Fassbender sono autentiche.
Bonus
Un bonus cameo perché è in linea con il recente Ghostbuster: Minaccia glaciale. In Casper, film con due splendidi Bill Pulmann e Christina Ricci, compare anche Dan Aykroyd nei panni di Ray Stanz: “e chi chiamerai? Chiamate qualcun altro!”. Anche lui terrorizzato dal terribile fantasmino puccioso.
Menzioni onorevoli
Ho dovuto tagliarle perché, come dicevo all’inizio, rientrano nella comparsata più che nel cameo ma non posso non citare con enorme affetto:
- Gene Hackman in Frankenstein Junior – Truccatissimo e irriconoscibile. “Volevo offrirti una sambuca” è una delle battute che più mi ha fatto ribaltare dal ridere;
- Tom Cruise in Tropic Thunder – Brutto, grasso, pelato. La sua scena di ballo è storia del cinema;
- Glenn Close in Hook – Truccata da uomo, pirata. È quello che fa la bruttissima fine della bomboniera quando vediamo inizialmente Capitan Uncino. A proposito: lo sapete che in Hook compaiono anche Gwyneth Paltrow e Phil Collins?
- David Bowie in Zoolander – Apparizione a sorpresa in qualità di giudice supremo per decidere chi è il migliore tra Ben Stiller e Owen Wilson;
- Hugh Jackman in Una notte al museo 3 – Nella parte di se stesso, mentre recita a teatro. Epica la battuta di Alice Eve “meglio con gli artigli e senza maglietta” che lo sfotte quando lui cerca di intimidire Lancillotto con la sua “posa da Wolverine”.
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