#NerdandoConsiglia

#NerdandoConsiglia: Novembre 2022

Siamo nel periodo dell’anno più hot nonostante il freddo, grazie ad un Black Friday che potrebbe esservi costato tutti i vostri risparmi: ecco con cosa dilapidare il vostro patrimonio grazie al #NerdandoConsiglia di Novembre 2022!

Storie di Famigli

Giando: questa novità targata Asmodee Italia vi regalerà tante ore di gioco con una campagna che si evolverà nel corso del tempo e un’ambientazione fatata. Cosa ne sarà della piccola Milly? Sarete voi, famigli del mago, a deciderne le sorti! Cooperativo da 1 a 4 giocatori, Storie di Famigli ha un’ottima companion app che vi guiderà lungo la storia e le sessioni di gioco.

Pentiment

Jedi.lord: Per me, vedere il nome di Obsidian sulla copertina di un gioco significa già che quel gioco mi piacerà. D’altronde, si parla dei creatori di alcuni degli RPG digitali più belli di sempre. Ma con Pentiment siamo su un’altra scala: una scala più piccola, un progetto non tripla A ma questa volta un atto d’amore di Josh Sawyer verso la narrazione.

Pentiment è un progetto che se Obsidian non fosse di Microsoft e soprattutto se non fosse Obsidian, nel mercato di oggi sarebbe potuto essere solo un oscuro indie di team misconosciuto, ma per fortuna il dio dei videogiochi aiuta gli audaci e oggi qui abbiamo una piccola perla che da gioco di nicchia può conquistare potenzialmente chiunque si faccia avvincere dal suo essere così particolare.

In Pentiment vestiremo i panni di Andreas, un miniaturista di inizio ‘500 che si ritrova coinvolto in un misterioso omicidio in un’abbazia tedesca, e si mette ad investigare.

Un po’ gioco di ruolo, un po’ avventura dinamica, le nostre scelte influiranno sul prosieguo della storia e sui personaggi che incontreremo e con i quali intrecceremo rapporti. Oltre alla parte narrativa eccellente, però, ciò che colpisce anche chi Pentiment non lo gioca, è l’aspetto estetico: ci ritroveremo a “vivere” un mondo costruito secondo l’arte medievale, e non avete idea di quanto tutto ciò sia meraviglioso. La profusione di dettagli fa capire perfettamente quanto amore si sia investito in questo gioco, a partire dai dialoghi scritti con un carattere diverso in base a chi ci parla, alle macchie d’inchiostro che sottolineano le urla, alla cura della ricostruzione storica.

Tutto in questo titolo mostra amore e dedizione e vi dico di non lasciarvi intimidire se magari il tema non vi eccita: dategli un’opportunità (è anche su Gamepass), perché vi attende un’esperienza di certo diversa dal solito.

Only murders in the building

Jedi.lord: Grazie ai suggerimenti dei compari di redazione, ho recuperato le due stagioni disponibili di questo Thriller/Comedy (si dice così?) che trovate su Disney+. E mi sono innamorato, tanto.

Secondo me, questa serie non sbaglia nulla, e metto come primo merito il cast, che è quanto di più azzeccato abbia visto ultimamente: le due “vecchie” glorie Martin Short e Steve Martin, che già basterebbero per garantire un grande show, insieme alla giovane Selena Gomes? Trio strepitoso, sembrano nati per fare uno show insieme. Se ci metti poi la trama costruita in modo intrigante a partire da un’idea molto semplice, l’ambientazione da condominio newyorkese, la sceneggiatura che alterna momenti di grasse risate con momenti drammatici in modo estremamente sapiente, ottieni una serie che per il sottoscritto è imperdibile.

Non vedo l’ora, davvero, che esca la terza stagione.

The Bear

Jedi.lord: Altra serie da Disney+, The Bear è una mini da 8 episodi da 30 minuti che vi causeranno sia una voglia incredibile di bingewatching, sia una fame mostruosa. Già, perché The Bear parla di Carmy, il nostro protagonista, uno chef di altissimo livello che decide di rilevare lo zozzissimo ristorante del fratello deceduto. E ci fa vedere, da vicinissimo, estremamente vicino, che bordello possa essere lavorare in un posto del genere.

Tra litigi con i compagni di lavoro, i conti da far quadrare e le vite personali da sistemare, The Bear è una freneticissima miniserie che nel giro di poche puntate e pochi minuti riesce a fare sviluppare empatia per i personaggi, ad appassionare alla sua storia e a farci pensare. Mi è piaciuta.

The Lincoln  Lawyer

Giakimo: Uno di quei generi cinematografici che sembrano estinti, il legal drama, ogni tanto ritorna. È questo il caso di The Lincoln Lawyer, serie TV Netflix uscita in primavera e che ho recuperato in queste settimane. La serie è tratta dai romanzi di Michael Connelly, scrittore di polizieschi. Il primo romanzo dedicato al personaggio fu adattato una decina d’anni fa in un bel film con Matthew McConaughey. Questa serie invece è un adattamento del secondo romanzo dedicato a Mickey Haller, La Lista.  

Haller è un avvocato difensore di Los Angeles che viene da un anno di inattività dopo un incidente con il surf. Dopo la misteriosa morte di un collega ne eredita i casi e ha pochissimo tempo per preparare la difesa di Trevor Elliott, produttore di videogiochi accusato di aver ucciso la moglie e l’amante. Il soprannome di Lincoln Lawyer è dovuto alla particolarità di lavorare in macchina, dentro una Lincoln appunto, per via della grandezza di Los Angeles e del suo traffico disumano. 

Il protagonista è interpretato da Manuel Garcia-Rulfo, mentre il cliente è Christopher Gorham. Neve Campbell è la prima ex moglie di Haller e madre della figlia Hayley, interpretata da Krista Warner. Completano il cast dei personaggi principali Becki Newton, la seconda ex moglie di Haller e sua assistente, Angus Sampson, l’investigatore privato Cisco e Jazz Raycole, la nuova autista di Haller. 

La serie ha alcuni passaggi molto tecnici sulla legge – guardarla in inglese non aiuta – però non si può resistere alle classiche scene da legal drama con ‘obiezione, vostro onore!’ e clichè simili. La serie parte benissimo con una serie di episodi e casi che si esauriscono subito per riscaldarsi e farci capire meglio il protagonista, mentre il caso centrale cresce d’importanza mano a mano. Pecca un po’ nel finale dove si accumulano troppe sottotrame e troppi colpi di scena. Però sono dieci episodi che scivolano via benissimo e sono molto curioso di vedere che faranno con la seconda stagione.

The Wire


Tencar: Ho recuperato tutto The Wire solo ora perché, dopo The Shield, non mi sono più interessato al genere. 60 episodi, divisi in 5 stagioni, che vanno al di là della serie poliziesca: sono un vero pugno in faccia. Consigliatissima, anche se chi non ha vissuto i primi anni 2000 non potrà apprezzarla appieno.

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