Altre nerdate

[Diario di] Milan Games Week & Cartoomics

15/11/2021

Caro Diario,

Come ti avevo anticipato all’ultimo aggiornamento post Lucca Comics & Games, dal 12 al 14 novembre c’è stata Milan Games Week & Cartoomics. Sono andata solo il sabato, è stata una fiera ibrida, sono contenta per un sacco di cose e delusa per altre e quindi ora che il week end è concluso, facciamo il punto con un po’ di calma.

La GW è sempre stata il fiore all’occhiello per quanto riguarda i videogiochi: non ho fatto in tempo a vederne molte, che la prima volta in cui ci sono stata era il 2017, nel 2018 ero rimasta piacevolmente soddisfatta, delusa nel 2019, poi c’è stata la pandemia e quindi eccoci qui. Lo è ancora? Forse sì, ma in modo completamente diverso.

Milan Games Week si è dimostrata una fiera videoludica che ha fatto del gaming competitivo il suo centro gravitazionale, attorno al quale ruotano indie, arcade, qualche offerta e poche altre attrazioni. I grossi stand di Sony e Microsoft? Non pervenuti. In compenso Nintendo si è espansa, lavorando a stretto contatto con Game Stop.

Te lo ricordi il periodo della console war agguerrita? Quando Microsoft e Sony facevano a gara a chi avesse non solo le uscite migliori, ma anche il padiglione con più proposte, più pieno di led e musica, in una sfida anche estetica e scenica oltre che incentrata sulla presunta superiorità di una o dell’altra console? Ecco, in quel periodo speravo che Nintendo sarebbe riuscita a imporsi a tutti gli effetti, portando equilibrio fra lato chiaro e scuro del videogame. Invece quello che è successo è completamente diverso. Non sono sicura che qualcuno l’abbia vinta, ‘sta console war, sembra più che altro che sia finita perché a un certo punto ogni contendente si è concentrato su altro. Microsoft ha i suoi showcase personali e i fan event, Sony -mi sembra- essersi concentrata meno sugli eventi in presenza e più sulle sue esclusive, e Nintendo è rimasta lì dov’era, sola ma più grande. Che di per sé non sarebbe male: anziché combattersi sullo stesso piano, ciascuno ha spostato l’attenzione su un proprio ambito e ora si concentra solo su quello. Il problema viene fuori in fiere “grosse” come questa, che grosse non sono più, anche in conseguenza di questa assenza che si nota moltissimo.

Hai presente i film americani ambientati al liceo? Parlo di quelli tipo High School Musical, dove i protagonisti devono mettere in scena la recita di fine anno e il ruolo di protagonista è ambìto quasi quanto quello di reginetta del ballo. Ecco, sembra che Nintendo abbia avuto la parte principale solo perché il giorno delle audizioni le altre candidate avevano la febbre: non che non sia brava a fare la sua parte, ma lo spettacolo perde due componenti molto validi.

Comunque se io fossi appassionata di multiplayer online o se, in generale, seguissi maggiormente il mondo dello streaming, sicuramente mi sarei divertita di più: Fedrizzi ha passato 5 ore seduto a vedere il torneo di Valorant e a quanto ho capito ne è rimasto molto entusiasta (anche perché altrimenti 5 ore seduto non credo se le sarebbe fatte, manco fossimo a scuola). Ho visto un sacco di persone che facevano code lunghissime per salutare streamer e persone che lavorano nel mondo esport, gente che esplodeva in applausi fragorosi quando un certo personaggio calcava il palco, pronto a raccontarsi davanti alla folla. Semplicemente, quel mondo non lo seguo ancora abbastanza bene da ritrovarmi così coinvolta.

Perciò ho esplorato la parte dedicata ai fumetti, che Cartoomics, dopo aver dovuto saltare qualche edizione per causa di forze maggiori, ha deciso di condividere padiglione e pubblico con la GW. È stata una bella idea? Magari sulla carta; come resa, non molto.

Complice la vicinanza con Lucca Comics, la maggior parte delle case editrici non c’era, affidando la vendita di fumetti e manga a terze parti (una fra tutte, Games Academy). Il resto era tutto ridimensionato, probabilmente per questioni di costi e vincoli di natura sanitaria (su cui non spreco parole perché comunque di assembramenti non è che non ce ne siano stati, eh).

Insomma: anziché fare una bella Games Week o un bel Cartoomics, mi sembra siano stati fatti entrambi, ma malino. Va detto che la ripresa degli eventi grossi in presenza è cosa molto ardua, stiamo a vedere il prossimo anno cosa salterà fuori. Forse però converrebbe imparare dall’epilogo fra Sony e Microsoft: meglio concentrarsi su una sola cosa e farla bene (e quindi tornare a fare due fiere separate, che non era male).

Quindi il week end è tutto da buttare? Ovviamente no. La mia parte preferita delle fiere continuano a essere le persone che le popolano, e anche questa volta ho trovato tante persone belle. Ho rivisto Micheal, che avevo conosciuto a Lucca: ci siamo parlati poco perché doveva lavorare, ma mi ha fatto piacere ribeccarlo.

Soprattutto, ho rivisto la redazione! Ma lo sai che era dal 2019 che non rivedevo nel mondo reale molte delle persone con cui scrivo tutti i giorni? Giando, Maria Valeria, Maurizio, Daniela e Stefano, la cinquina milanese che tiene alto il nome della redazione con recensioni precise e puntuali, si è dimostrata molto accogliente e disponibile. Ho cercato di nasconderlo, ma a un certo punto della cena post fiera, mi sono un po’ commossa a vederli tutti a tavola insieme a mangiare pizza e condividere pensieri: mi erano mancati più di quanto mi fossi accorta. C’era anche Marzia, che non scrive con noi ma sicuramente è Nerdante onoraria. In fiera c’era pure il Vitali, il Lukin di Dungeons and Dragons, anche lui presissimo a lavorare ma ha comunque trovato qualche momento per salutarci e stare un po’ con noi.

E poi la cara Irma, che non vedevo da una vita e a cui abbiamo un po’ stravolto lo stand (ma poco, che siamo caciaroni ma un po’ di contegno sappiamo ancora darcelo). C’era Dandor, che non sa stare fermo due secondi, nemmeno in macchina, quando abbiamo cantato a squarciagola le canzoni degli Articolo 31 insieme ad Hyde, Dedo e ovviamente a Tencar. C’era Fedrizzi, che ha salvato uno spritz dallo spalmarsi sul tavolo con una presa fulminea e tempestiva.

E poi ancora Enagrapher, il Moruz, Giggi, e tante altre persone che hanno condiviso con noi qualche momento di quel buffo sabato in fiera (e post, che la cena di gruppo dopo gli eventi è un momento a cui non vorrei mai rinunciare). Ho visto tanti sorrisi e tanto affetto, e chissenefrega se videogiochi e fumetti non mi hanno soddisfatta: una fiera è un punto di accumulazione di cose e persone. Scegli le persone giuste, e passerai una buona giornata a prescindere da cosa offre.

Vedi, è questo il fatto: Lucca mi ha dato tantissimo, ma mancava qualcuno; qui mancava qualcosa, ma col senno di poi non mi è mancato niente. Sono le persone con cui condivido questo percorso ludico e narrativo ciò che lo rende così speciale, le storie che portano, ciò che lo rende meritevole di essere perseguito a testa alta.

Tutto sommato, non mi sento di bocciare l’evento, perché sono sicura che l’anno prossimo andrà meglio, che il rodaggio è un affare complicato e non vedo l’ora di partecipare all’evoluzione di tutto ciò. Magari per il prossimo anno vedrò di “fare i compiti”, cercando di entrare un po’ di più nel mondo dello streaming, così magari la prossima volta avrò anche io qualcuno da applaudire. Intanto sono contenta, avanti così.

Ci aggiorniamo alla prossima fiera,

Penny

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