Videogames

Old World – Alla conquista dell’antichità, un turno alla volta

Recensione

Come saprete se seguite assiduamente questo blog, ho un piccolo problema con i cosidetti strategici a turni 4X, alla Civilization, per capirci.

Ho un problema nel senso che non riesco a farne a meno e sono uno, se non il, mio genere preferito di videogiochi.

Fermo restando che per me la saga di Civ rappresenta ancora il pinnacolo del genere e gli voglio tanto bene, non disdegno che vi siano dei titoli, ogni tanto, che tentino di sfidare l’egemonia di questa serie immortale.

È ciò che tenta di fare Old World, che guarda caso è il nuovo gioco partorito dalla mente di Soren Johnson, lead designer ed autore di Civilization IV, uno dei capitoli più amati da tutti.

Il buon Soren, insieme alla sua squadra di Mohawk Games, ha deciso di prendere la sua epoca preferita, quella antica (Soren, I feel you e grazie davvero), di partire dalle idee fondanti di Civ, di eliminare le cose che non gli piacevano e di innestare qualche idea brillante nel motore. Guardando le immagini di Old World, ci si può tranquillamente ingannare pensando che sia l’ennesimo clone di Civ che tenti di imitarne il successo replicandone meccaniche e situazioni.

Pur con questo pregiudizio, all’annuncio di Old World ero moderatamente fiducioso in un bel titolo, speranza che si inabissò l’anno passato vedendo un video in anteprima di uno dei pochi youtuber che seguo e che stimo, che stroncava la allora appena uscita versione Early Access.

È passato un anno ed Old World è finalmente stato rilasciato; mi sono approcciato alla prova con ancora in mente quella delusione e, signori miei, quanto mi ero sbagliato.

Andiamo a vedere, quindi, se questo Old World riesce davvero ad essere un serio sfidante all’egemonia del pilastro di Firaxis, inserendosi nella lotta a due con l’attesissimo Humankind di Amplitude Studios.

Gameplay

Sfatiamo innanzitutto il primo pregiudizio: Old World non è affatto un mero clone di Civ. Ne condivide il genere, questo è certo, e si vede che il suo autore abbia lavorato per anni alla serie di Sid Meier; ma sulla base delle idee di quella mitica serie, tenta di portare ventate di novità per mostrare la sue idee in merito.

L’idea di base è quella: dovremo gestire una civiltà, portandola ad espandersi e farla prosperare nel tempo, tramite sviluppo, scienza, cultura e, perché no, guerra. Old World, però, è ambientato esclusivamente nell’epoca antica e classica, e vede dunque come protagoniste sole civiltà del Mediterraneo e della mezzaluna fertile: Assiri, Babilonesi, Romani, Greci, Cartaginesi, Persiani ed Egiziani.

Per la prima volta, vedo rappresentato Romolo come leader, wow.

Inoltre, la durata massima della partita è ridotta a soli 200 turni: Johnson voleva creare un gioco che si concentrasse esclusivamente sulla sua epoca preferita e che non durasse troppo come il classico Civ.

Ed ecco a voi Babilonia, con i Giardini Pensili in primo piano.

Quella che forse è la novità che salta più immediatamente all’occhio di Old World rispetto ai suoi cugini è l’introduzione della gestione dei personaggi e della famiglia, un po’ come avviene, ad esempio, in Crusader Kings e Total War. Non impersoneremo affatto il classico leader immortale che, come una coscienza divina, farà evolvere la propria civiltà, bensì un sovrano vero e proprio che, come tale, vivrà, opererà e morirà, lasciando il posto al suo successore.

L’albero genealogico della famiglia regnante.

Nei 200 anni di storia rappresentati durante una partita, perciò, ci troveremo a vivere e a raccontare una saga dinastica che, seppur non avendo la profondità del titolo di Paradox, regalerà bei momenti in cui il lato roleplay sarà molto importante.

Chiaramente ogni leader, ogni membro della famiglia e ogni personaggio che girerà intorno alla nostra corte avrà la sua personalità, le sue statistiche e il suo modo di relazionarsi con noi, andando ad influenzare perciò anche il l’aspetto diplomatico, differente rispetto a quello classico cui siamo abituati.

I rapporti interpersonali, insomma, avranno un ruolo preponderante nella gestione del nostro impero e saranno anche al centro dei numerosi eventi che ci si presenteranno davanti turno dopo turno, che contribuiranno a creare una certa varietà e a costruire la nostra storia personale.

Non aspettatevi di rimanere alleati per sempre con un popolo: se il leader muore, non è detto che il nuovo vi abbia in simpatia…

Quello di Old World è un mondo che non annoia, e non solo per quanto riguarda eventi e personaggi: siate pronti a mutare il vostro paradigma di gioco, se siete veterani di Civilization.

Molte novità infatti ci aspettano una volta in ballo, a partire dalla rivoluzione nel movimento delle unità: scordatevi di muoverle tutte ad ogni turno, perché in Old World è fondamentale il concetto degli Ordini. Si tratta di una risorsa, che dipende da svariati fattori tra i quali la legittimità e l’autorevolezza del nostro sovrano, che indica esattamente quanto è possibile far muovere le nostre unità, che siano lavoratori, scout o milizie.

Pensatela così: più un re ha saldo il bastone del comando, più riuscirà ad avere il controllo sulle proprie truppe e a farsi ascoltare in maggior misura.

Si tratta di un piccolo cambiamento, ma geniale, perché introduce un nuovo livello di strategia e complicazione, soprattutto quando accadrà di essere in guerra: decidere a quali unità dare la priorità non sarà una scelta banale!

Le novità non finiscono di certo qui: parlando anche solo di gestione delle città e delle risorse, scordatevi di poter fondare le città ovunque vi piaccia. Le città si fondano ove siano pre-esistenti degli agglomerati tipo villaggi, e ciascuna città fondata va assegnata ad una delle famiglie del nostro regno, che avranno differenti interessi, abilità e lealtà nei nostri confronti: la gestione delle famiglie del nostro regno sarà un ulteriore aspetto da tenere d’occhio.

Le risorse si accumulano, ma si scambiano in un mercato comune: hai un eccesso? Vendi. Hai scarsità? Compri. Inoltre, diventano fondamentali per i trattati commerciali e per le rotte di scambio, ove la diplomazia la fa da padrona.

Cambia anche il modo di far sviluppare e prosperare le città, con un metodo che prende un po’ dai nuovi Civ, ma che reinterpreta in modo originale la costruzione di edifici, progetti e meraviglie, ora affidate ai lavoratori.

Un grande classico come l’albero dello sviluppo tecnologico subisce anch’esso delle modifiche: le tecnologie non sono tutte ricercabili, ma adotteranno un sistema semi-randomico, seppur limitato. Devo ancora capire, in effetti, se questo aspetto mi convinca a pieno.

Che belli sono, gli alberi tecnologici?

Ci sono tantissimi aspetti di gameplay che mi hanno incuriosito e stupito, per cura dei dettagli, bontà delle idee e spunti di innovazione, che per citarveli tutti ci vorrebbero ben più dello spazio di questo articolo; e ciò si riflette anche in una curva di apprendimento non delle più docili.

Il tutorial c’è, e continua a fornire informazioni anche nei turni avanzati (perché di carne al fuoco ce n’è veramente molta), ma non l’ho trovato completamente esaustivo: confidavo nella classica enciclopedia interna, che purtroppo ho trovato abbastanza scarna e un po’ troppo essenziale. Di contro, il gioco ha molti tooltip, ma c’è da imparare tanto dall’esperienza.

Old World è il classico gioco in cui alla prima partita fai cose senza capirci tutto, prendi botte, ma da quelle botte acquisisci consapevolezza. E una volta che capisci, ti rendi conto che c’è un sacco di roba buona che ti attende.

Vorrei dilungarmi ancora nella disamina del gameplay ma, ahimè, lo spazio è tiranno: chiudo citando le condizioni di vittoria, anche esse differenti dalle classiche cui siamo abituati. In Old World si vince o per punteggio al termine dei 200 turni, o soddisfacendo le cosiddette Ambizioni, che non sono altro che grandi obiettivi che ogni sovrano si pone all’inizio del suo regno. Soddisfatti dieci di questi (tutt’altro che facile, ve lo dico), si è vincitori.

Un po’ anticlimatico, forse, ma perfettamente in linea con il ritmo più compassato e rilassato che si respira nel titolo: Old World vi invita ad esplorare, progredire, espandervi e dominare, ma con la calma e il gusto di rendere ogni scelta importante.

Grafica e sonoro

Per quanto riguarda la parte grafica, Old World non fa gridare al miracolo, ma si sa che i 4X non sono di certo dei benchmark per quanto riguarda l’aspetto visivo.

Visivamente la mappa ricorda molto lo stile di Civilization V, mentre un plauso meritano le ottime illustrazioni dipinte a mano che compaiono nelle finestre di dialogo di eventi et similia, in grado di evocare atmosfere perfette.

Le illustrazioni degli eventi sono bellissime!

Nelle mie prove ho incontrato sparuti crash, che però gli ultimi aggiornamenti paiono aver risolto: voi, per non sbagliare, ogni tanto salvate la partita!

Applausi per l’accompagnamento musicale, che mi piace moltissimo: non è ripetitiva ed è di grande impatto. Scelta da capogiro il fatto di far cominciare la musica soltanto quando si scopre la giusta tecnologia, mentre prima a farci da colonna sonora ci sono soltanto i rumori ambientali.

Che bello.

Client

Perché ho scelto di parlarvi del client? Perché meritate di essere informati che Old World, al momento, è una esclusiva di Epic Games Store, quindi necessita di questo client per funzionare.

Nulla in contrario, eh, ma purtroppo abbiamo tutti i difetti che si porta appresso un portale ancora molto acerbo, i cui servizi sono incomparabili con quelli della corazzata Steam.

Due esempi su tutti: si sbloccano degli obiettivi, ma non c’è modo di consultarli o di rivederli, perché non sono ancora stati implementati nel client; per fare gli screenshot niente hotkey dedicata, ma vi serve il buon vecchio Print Screen di Windows.

Difetti di gioventù, per carità, ma che mi fanno pesantemente propendere ancora per acquistare giochi su Steam se l’alternativa esiste.

In conclusione

Che sorpresa, questo Old World, non pensavo potesse stupirmi e piacermi così tanto.

Partivo prevenuto, ma dopo pochi turni è subentrata la curiosità, per un sistema che a mio avviso è ben costruito e ha delle ottime idee, che portano un po’ di freschezza nel cliché dei classici Civilization, e che saprà divertire ed incuriosire gli appassionati del genere.

Attenzione, non stiamo parlando di un titolo perfetto, ma reputo Old World una delle proposte più interessanti che mi siano capitate tra le mani ultimamente e che secondo me ha anche buoni margini per migliorare ulteriormente.

Nell’approcciarlo bisogna superare una curva di apprendimento forse leggermente ostica, ma è un titolo che può regalare soddisfazioni e che, a mio avviso, regge alla grandissima la prova del “un altro turno e poi smetto”.

Se il genere vi piace, non esitate a dargli uno sguardo, perché merita il vostro tempo!

Old World lo trovate solo su PC, in esclusiva per Epic Games Store.

Nerdando in breve

Old World per me rappresenta una delle piacevoli sorprese di quest’anno: amanti della civilizzazione, qui c’è pane per i vostri denti!

Contenuti

To Top