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Diabolik: Il libro rosso – Il ritorno di un mito

Recensione

In un anno funesto per i cinecomics, proprio l’ultimo dell’anno dovremmo avere la possibilità di vederne uno italiano: Diabolik. Per prepararsi all’occasione, cosa c’è di meglio che accaparrarsi Diabolik: Il libro rosso, gigantesco volume cartonato della sempre gentile Nicola Pesce Editore, ristampa anastatica di un mitico volume uscito negli anni ’70?

Trama

Dai polverosi archivi della polizia di Clerville, un dossier datato 1974 analizza la figura di Diabolik e i suoi nefasti crimini. Alla fine dei numerosi interventi testuali, vengono selezionati alcuni suoi audaci colpi.

Chi è Diabolik?

Creato nel lontano 1962 dalle sorelle Angela e Luciana Giussani, Diabolik è uno dei più famosi personaggi italiani a fumetti. Forse solo Tex può reggere un confronto. Gli elementi fondanti del personaggio sono noti anche a chi di fumetti non fa niente: Eva Kant, Ginko, la Jaguar, il pugnale ecc. Insomma, quello che i giovani chiamano il lore.

Io come tanti altri ne ho subito il fascino e per un periodo lo leggevo regolarmente. Insomma, mezzo fan lo sono pure io. Per cui non ho potuto che approfittare per rituffarmi a leggere le avventure del più grande ladro al mondo. Questo volume me lo sono proprio goduto.

Prendendolo non sapevo che attendermi, per cui con un po’ di sorpresa mi sono trovato a sfogliare testi sul personaggio tra il serio e il faceto a cura di vari autori tra cui Alfredo Castelli, tra le altre cose creatore di Martin Mystère. Dovevo ovviamente dare un’occhiata più approfondita al nome del volume. Come detto, il volume è la ristampa anastatica di un volume già uscito nel 1974 per Astor-Dardo. Si tratta di uno dei primi volumi, cartonati e di grande formato dedicati al personaggio.

Come cornice narrativa vengono inseriti finte testimonianze o analisi psicologiche dei personaggi principali. Come detto, questo volume in teoria è un fascicolo d’archivio della polizia di Clerville, la città fittizia dove opera Diabolik. Mi sono divertito a leggere questi veri/finti rapporti di polizia, che fanno da prologo alle storie vere e proprie.

Sette furti

Il pezzo forte sono ovviamente le storie. Nel volume ce ne sono sette, tutte uscite tra il 1968 e il 1973, nel mezzo del periodo d’oro del personaggio. Le storie sono tutte scritte dalle sorelle Giussani, mentre ai disegni ci sono alcuni dei disegnatori storici della serie come Sergio Zaniboni, Enzo Facciolo, Glauco Coretti, Flavio Bozzoli, Paolo Ongaro e Alarico Gattia.

La prima storia è una delle più mitiche della serie, Diabolik chi sei?, in cui Diabolik racconta a Ginko le sue sconvolgenti origini. Le altre sono più ordinarie, con Diabolik ed Eva intenti a rubare gioielli in giro per Clerville, ostacolati da polizia, altri criminali o il caso. In Duello tra criminali Diabolik affronta un suo doppio, mentre in Diabolik è innocente sarà Ginko stesso ad aiutare il ladro.

Le storie di Diabolik non hanno mai brillato per l’originalità del canovaccio. Anzi, uno dei motivi per cui smisi di seguire la serie è stato proprio per via della ripetitività di alcuni elementi. Però ogni tanto è sempre bello ritornarci. Diabolik è un ladro metodico, crudele e ambizioso, cosa che emerge con forza nelle storie del periodo d’oro. Il mondo dell’alta società in cui si muove è finto ma realistico, una Costa Azzurra italianizzata dove Diabolik spesso è l’unico ad avere onore. E questo rende tutte le storie irresistibili.

Disegni diabolici

I vari disegnatori che sono presenti nel volume sono tra i maggiori responsabili del look storico del personaggio e di tutti i comprimari. Nessun virtuoso, ma tanti grandi disegnatori, sopratutto Zaniboni e Gattia. Lo stile della serie tendeva all’uniformità e pure il formato della serie, pagine da due vignette, non consente chissà quante sperimentazioni grafiche.

Parlando di disegni non posso che citare le due cose che mi hanno lasciato più perplesso: i colori e le tavole rimontate. Entrambe sono cose che non mi hanno pregiudicato la lettura e che capisco, essendo un volume del 1974. Come già accennato, le storie di Diabolik sono da sempre stampate in formato pocket, con la pagine divise in due, massimo tre, vignette.

Nel volume invece ogni pagina ha sei vignette, rimontando quindi le tavole originali. Essendo un volume realizzato (all’epoca) in collaborazione con la casa madre Astorina, il rimontaggio è fatto bene e non pregiudica la lettura. Inoltre, essendo il volume un discreto balenottero (23,7 x 34 cm) le tavole sono comunque chiare da leggere e si evita l’effetto francobollo di altre versioni analoghe.

Per quanto riguarda i colori, anch’essi sono quelli originali a “pallini” (termine tecnico, che volete). Danno un’aria vintage al volume e personalmente li trovo di solito migliori di tante colorazioni digitali piatte. Però io adoro il b/n di Diabolik, con tutti quei retini e le tonalità di grigio, che un po’ sono rimasto dispiaciuto di non trovarlo qui. Ma anche in questo caso, capisco che era così nel volume originale e capisco perché all’epoca fu colorato. Quindi va benissimo così.

Concludendo

Un volume storico nuovamente tra le mani di appassionati e non. Per certi versi è un reperto storico imprescindibile per conoscere il personaggio e come se ne parlava nel suo periodo d’oro. Non solo, raccolta in formato extralarge ci sono pure una selezione di sette grandi storie. Insomma, se siete fan e non l’avevate dovreste prenderlo per la storicità del volume, se Diabolik lo conoscete poco e niente dovreste prenderlo per scoprire uno dei più grandi personaggi a fumetti italiani.

Edizione

Diabolik: Il libro rosso è un volume cartonato di 260 pagine a cura di Nicola Pesce Editore in uscita al prezzo di €35.

Nerdando in breve

Volume storico per Diabolik e il fumetto italiano, perfetto sia per i fan di lunga data che per i neofiti che vogliono leggere qualche storia classica in formato extralarge.

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