Volevo scrivere questa recensione come se fosse un film come un altro. Ma mentre scrivevo, con la mia solita lentezza, è morto Max Von Sydow. Il leggendario attore svedese aveva 90 anni e una carriera lunghissima alle spalle, avendo esordito nel lontano 1951. Ha partecipato a film di tutti i tipi, dai drammoni svedesi di Ingmar Bergam a blockbuster d’azione come Il risveglio della forza, passando per L’esorcista.
Ma sopratutto, è stato Ming lo spietato, l’imperatore del pianeta Mongo e acerrimo nemico di Flash Gordon nel film omonimo del 1980. E lo è stato per una sua scelta precisa: Von Sydow era un fan del fumetto originale, che leggeva avidamente da bambino. Era quindi uno di noi, che sognano di dare vita ai sogni d’infanzia. Solo che lui c’è riuscito.
Non solo, ma l’ha fatto in un momento storico ben diverso da quello attuale (segue pippone). Negli anni ’70 i film tratti dai fumetti sono pochissimi e sono tutti delle poverate tremende (tipo i film di Kriminal), i film di fantascienza non se la passano molto meglio. A fine decennio due film cambiano tutto: Guerre Stellari e Superman.
Domanda e offerta
All’improvviso servono film di fantascienza e servono film tratti dai fumetti. La risposta arriva dall’Italia.
Dino De Laurentiis, uno dei più grandi produttori di sempre, ha da tempo i diritti cinematografici di un personaggio storico del fumetto americano, Flash Gordon.
Flash Gordon nasce nel 1934 come striscia domenicale per i giornali americani, scritta e disegnata da Alex Raymond. Il fumetto (e il film) raccontano la storia di tre umani, Flash Gordon, Dale Arden e il professor Hans Zarkov che cercano d’impedire la distruzione della Terra da parte del pianeta Mongo, governato dal tirannico imperatore Ming.
Il progetto era in sviluppo da tempo, addirittura De Laurentiis pensò a Federico Fellini (!) e Sergio Leone per la regia (!!). Alla fine si accontentò di Mike Hodges, passando prima per Nicolas Roeg. Di italiano resta una fetta del comparto tecnico e Mariangela Melato e Ornella Muti tra gli attori.
Quando il film esce è un mezzo flop negli USA ma non nel resto del mondo. Le recensioni sono così così e non uscirà un sequel, anche per problemi di produzione con l’attore che interpreta Flash Gordon, Sam J. Jones (che battè la concorrenza di Kurt Russell e Arnold Schwarzenegger).
Chi ci salva?
Io il film non l’avevo mai visto. Ne avevo sempre sentito parlare abbastanza male. Non mi stupisco, visto il generico snobbismo della critica italiana verso certo cinema e certe influenze.
Parto subito col dire che è un film sicuramente imperfetto. Eppure resta enormemente affascinante. Capisco anche alcune critiche e capisco benissimo perché nel 1980 fu accolto negativamente. Nello stesso anno uscì L’impero colpisce ancora e a me un film dello stesso genere così diverso non viene in mente.
Flash Gordon fa parte di quella schiera di film tratti da fumetti che non si vergognano di esserlo, ma anzi ne fanno un vanto. Certo, nel 1980 questo significava buttarla sul ridere, ma anche questo oggi viene fatto spesso. Vi dice niente Thor: Ragnarok?
Che siamo in un fumetto si capisce da subito: Ming annuncia il suo piano e inizia a distruggere la Terra, mentre in sottofondo parte il riff iniziale della canzone dei Queen. Poi la canzone parte e vediamo la Terra in distruzione e fotogrammi del fumetto originale. Più chiaro di così si muore.
Due parole sulla canzone principale: è una figata pazzesca e si sente per tutto il film. Miglior canzone apparsa in un film tratto da un fumetto? Probabile.
Facce da fumetto
Il resto del film scorre via in un baleno, tra nemici strani e colori acidi. Non c’è letteralmente un attimo di tregua e le poderose scenografie di Danilo Donati (scenografo di fiducia di Fellini) creano un mondo alieno e coloratissimo che rispecchia bene il fumetto originale.
Non tutto funziona, sopratutto ci sono dei cali di ritmo notevoli e qualche svolta narrativa è un po’ facilona, però c’è veramente tanto di divertente.
Tra gli attori Von Sydow è fantastico come Ming, altezzoso e spietato come da ruolo, un vero cattivo da fumetto con un make-up memorabile. In ruoli secondari spiccano Timothy Dalton a qualche anno dall’interpretare James Bond, una sempre splendida Mariangela Melato come scienziata pazza e Ornella Muti che fa la fatalona.
In tutto questo a risultare i più anonimi sono i due protagonisti. Melody Anderson è una Dale Arden abbastanza dimenticabile (ha anche un ruolo molto poco sviluppato) e con quell’aria da ragazza della porta accanto non stupisce che non abbia fatto una carriera di alto livello.
Flash Gordon invece è interpretato da Sam J. Jones, semi-esordiente e che dopo questo film farà poco altro (pare anche per problemi personali). Nel film Flash è un giocatore di football americano – nei fumetti era un giocatore di polo (!) – e Jones copre bene quella parte, avendo il giusto fisico e il giusto look. Però è un po’ legnoso nelle parti dialogate e non ha il carisma necessario per prendersi davvero il film.
In sostanza, Flash Gordon è un film che pur pieno di difetti, nella summa di tutti i suoi elementi risulta un bel film. Paradossalmente il tempo passato lo aiuta, perché lo rende meno fuori dal tempo di come doveva apparire all’epoca.
Contenuti