Recensione
Scrivo per Nerdando.com da ormai 5 anni e questo è forse l’articolo più difficile da scrivere.
Non solo da scrivere, ma anche da cominciare. Quindi, la prendo alla larga. [Disclaimer: l’articolo è completamente spoiler-free, quindi tranquilli]
La saga di Star Wars ha un posto speciale nel mio cuore (come credo si evinca anche dal mio nickname) e mi accompagna da molti, moltissimi anni. Per me non si tratta “soltanto” di bei film, ma di una storia, di una leggenda che mi ha sempre parlato direttamente al cuore e alla mente, smuovendomi sentimenti, emozioni e curiosità.
Se mi chiedeste come mai quella galassia lontana lontana eserciti su di me questo fascino, probabilmente farei una faccia da ebete cercando di spiegarne i motivi, fallendo miseramente. Se poi, ancor più difficile, doveste chiedermi un giudizio…beh, vi premetto come sempre ho fatto, che con Star Wars io non posso essere obiettivo.
Avete presente la famosa domanda “vuoi più bene alla mamma o al papà”? Ecco, che domande sono?
Star Wars è entrato nelle nostre vite nel 1977 e da allora è diventato un pilastro fondante di tutta la cultura pop. Si può ignorarlo, non averlo guardato, ma è impossibile negarne l’importanza capitale in questo mondo.
Ecco, siamo arrivati ad un punto fondamentale. Il punto in cui un ciclo durato 42 anni si chiude.
La mia storia preferita, in pratica, termina qui.
Episodio 9 (di 9), l’Ascesa di Skywalker. La storia deve trovare un suo finale; due ore, due ultime ore per chiudere il cerchio e rispondere a tante domande.
Guardiamo un po’ da cosa ripartiamo: una nuova saga, figlia del nuovo corso targato Disney, che ha fatto piazza pulita del cosiddetto Universo Espanso, cercando di dare alle opere collaterali un filo logico e sopratutto una coerenza totale tra tutti i media che raccontano storie della galassia creata da George Lucas. Operazione epica e difficile, ma molto intrigante per chi ha voglia di appassionarsi al franchise.
Episodio VII, scritto e diretto da un fanboy di Star Wars come JJ Abrams, che lo infarcisce di fan service, traghetta il mito nella nuova epoca e riscrive, da capo, un seguito alle vicende che hanno appassionato il mondo per decenni. Abrams introduce tanto di nuovo, si ispira al vecchio e soprattutto manca di spiegare troppo (ricordatevelo questo, che è importante).
Due anni dopo, Episodio VIII, si cambia regista e il fandom si spacca ancora di più, un terremoto di magnitudo 8. Rian Johnson ha coraggio, quel coraggio che serve per scrollarsi di dosso il vecchio e per traghettare la Saga verso il futuro, per donarla alle nuove generazioni. Gli ultimi Jedi mi piacque da matti, lo trovai un film molto coraggioso e speravo fino in fondo che Abrams, avendo l’onore di dirigere l’ultimo episodio, gli sarebbe rimasto in scia.
Come volete che stia? Le mani mi sudavano, al cinema attendevo soltanto che le luci si abbassassero e che apparisse, per l’ennesima volta quella scritta lì.
Inizia lo scroll, scritte gialle su fondo nero. E sono già dannatamente stordito da ciò che leggo.
Trama e tematiche (ma anche no)
Ho dichiarato che qui siamo in territorio spoiler-free, quindi continuate a stare tranquilli, che non vi dico nulla.
Tanto, appena iniziato il film, sarete già in panico ai titoli di testa. Prime tre parole dopo il titolo, garantito. I dubbi che vi sarete creati a proposito della stramba campagna di marketing che ha anticipato il film (tipo svelare il cattivo nel trailer, ndr) si dipaneranno in un lampo.
L’Ascesa di Skywalker ha un compito infame: cucire e portare a termine le trame della nuova trilogia, concepite da due persone diverse con obiettivi evidentemente diversi, e soprattutto ritrovare la fiducia perduta di una parte dei fan che in questi quattro anni si sono sentiti traditi dal franchise che tanto dicono di amare. E, hai detto niente, chiudere per sempre la storia degli Skywalker.
Voglio togliermi un sacco di sassolini dalla scarpa, e questa è la mia occasione, quindi concedetemelo: il veleno che si è insinuato nel grande gruppo degli appassionati di Star Wars a causa di questi nuovi film è una roba senza senso, che riesco a spiegarmela soltanto con il fatto che l’impatto culturale di Star Wars è così vasto che la gente riesce a farne polemica come con la politica o con il calcio e, invero, adducendo motivazioni poco plausibili.
Per carità, un film può non piacere eh, ma quattro anni di tiritera sulla Disney malvagia che rovina tutto, sul fatto che eroi di gioventù siano stati massacrati, “giornalisti” che scrivono articoli su quanto sia scarso l’hype per il nuovo film perché ormai non si tratta più del “vero Star Wars” (e quale sarebbe?) li trovo quantomeno esagerati.
Evidentemente Star Wars non ha più nulla da dirvi, ci avete pensato che potreste essere voi il problema?
Tutto questo per dirvi che, se avete aspettato di guardare Episodio IX per potervi riconciliare con la Saga, partendo da salde posizioni bigotte e conservatrici sull’intoccabilità della Sacra Trilogia e sullo schifo della nuova, beh, ve lo dico: non è questo il film che state cercando.
Il DNA di L’Ascesa di Skywalker è 100% quello della nuova trilogia, è inutile negarlo, seppur Abrams confermi, come mi aspettavo, che il suo approccio è più celebrativo rispetto alla dissacrante opera di Johnson.
Abrams aveva l’arduo compito di spiegare molto, partendo dal fatto che molti si erano lamentati proprio delle scarse spiegazioni fornite in Episodio VII; se vi attendete spiegazioni, perlomeno sui quesiti più grossi, le avrete, qualunque reazione possiate trarne.
Molte cose, purtroppo, rimarranno sospese, come potevo aspettarmi da Abrams; a caldo, non mi sono sembrate fondamentali da non dormirci la notte. Certo, dà un po’ fastidio, è innegabile, ma il fatto è che Star Wars è una storia transmediale, e questo, nella gestione Disney si sente in particolar modo: molte risposte, a volte, non si trovano nei film.
Altre, invece, avrei preferito trovarle all’interno della pellicola, perché richiedono troppa sospensione di incredulità per non chiedersi come si sia giunti ad un certo punto.
Star Wars è un saga che ha sempre stimolato le teorie dei fan, perché si basa moltissimo sul mistero che circonda molti aspetti. Ricordate il grande fascino della prima volta che avete guardato Guerre Stellari: c’è un malvagio Impero Galattico, un uomo terrificante e potentissimo dietro una maschera, dei leggendari guerrieri estinti e delle fantomatiche Guerre. Quanto vi spiegano?
Siamo diventati pretenziosi, è vero; è lo spirito dei tempi, siamo nostalgici ma non tolleriamo il farci domande, gli aspetti nascosti, il non detto. Ripensate ai film che ora sono cult perché li avete visti negli anni ’80 quando eravate bambini: ve le facevate tutte ‘ste domande? Avevate sempre in bocca l’espressione “buco di trama” o “buco di sceneggiatura”? Ma quando le hanno aperte, tutte ‘ste università del cinema?
È vero, sembra che io stia difendendo a spada tratta JJ, ma vi assicuro che non è così: dopo Episodio VIII, probabilmente, lo confesso, avrei preferito che la trilogia la terminasse Johnson.
Ci sono un sacco di ammiccamenti in questo film, roba che manderà sicuramente i fan di vecchia data in brodo di giuggiole, ma anche alcune cose che scateneranno i commenti a non finire; ci sono di certo scene di fortissimo impatto ed altre che presteranno il fianco alle critiche come non mai.
Il mio giudizio attuale, assolutamente a caldo post-anteprima, è di certo influenzato dall’ansia dell’articolo e dal poco tempo per assorbire informazioni ed emozioni; ergo, non voglio sbilanciarmi su quanto io possa gradire questo episodio all’interno della Saga, perché per quello necessito di altre visioni e altre considerazioni (si, è solo un film in definitiva, ma un film di Star Wars).
Per quella roba lì, con spiegazioni, approfondimenti e roba del genere, mi sa che dovrete aspettare qualche giorno, in modo tale che io e gli altri due Moff redazionali assorbiamo il colpo e ragioniamo a mente lucida, che ora è tutto tranne che quello.
Avevo gradito tantissimo l’approccio di Episodio VIII, ma ho potuto notare come, in Episodio IX, vi sia un parziale cambio di rotta per riallinearsi a quanto fatto all’inizio della nuova trilogia. E questo non sempre mi ha fatto piacere, perché l’artificiosità a volte rimane troppo palese.
Posso dirvi che si tratta di una pellicola che procede a diverse velocità: la prima parte è veloce, densa, succedono molte cose, in molti posti diversi e per diversi motivi; nella seconda parte ci sono epicità, tenerezza, lacrime, commozione e tutto ciò che ci si attende quando si conclude una storia. Il finale, inteso come ultima scena, è proprio bello. Sarà pure una marchetta, pensatela come volete, ma è bellissima.
Ecco, se avevo definito Episodio VIII “impetuoso”, questo potrei definirlo “denso“.
Denso di accadimenti, ma anche di messaggi, seppur più “classici” rispetto all’episodio precedente; Star Wars è una fiaba, e parla di concetti grandi tramite le epiche storie dei nostri eroi. Ciò che ci dice, sta a noi interpretarlo, come metabolizzare i tanti concetti che ci vengono presentati. Ho dei momenti ben precisi in mente, e molte frasi che diverranno iconiche; molte sono legittime, altre figlie, purtroppo, del cambio di rotta di cui vi parlavo sopra.
L’Ascesa di Skywalker, mi sto rendendo conto mentre scrivo, non è un film semplicissimo da ricordare e giudicare, forse proprio in virtù di questo: cambiamenti, ritorni sui propri passi, tanta roba che accade in poco tempo, momenti non esattamente spiegati per bene.
C’è da riflettere per bene, qui.
Personaggi
Altro aspetto fondamentale di Star Wars, oltre alla trama, sono sempre stati i meravigliosi personaggi che ne animano le storie.
In Episodio IX ho trovato conferma su moltissime idee che mi ero fatto circa i nuovi personaggi. Trovo sempre che Kylo Ren sia il personaggio più vero ed umano del nuovo corso, un animo fratturato che compie un percorso perfettamente coerente, e che mi è piaciuto dall’inizio alla fine. Il suo legame con Rey è quello che più mi ha stuzzicato durante questi episodi e ho gradito come Abrams lo abbia portato avanti.
Poe è un altro personaggio che in questa pellicola trova a mio avviso un ottimo trattamento: a parte la mise da Nathan Drake di Uncharted, il pilota più bravo della Resistenza mostra il suo lato umano in modo naturale e ci fa capire che anche gli eroi soffrono e sbagliano. E dicono parolacce, la prima in assoluto nei film di Star Wars, se non erro (spoiler?)
Finn è, a mio avviso, il personaggio meno risolto del terzetto, a volte spalla comica, a volte eroe senza paura, ma comunque non sfruttato al massimo, per come la vedo io. Dal “feccia ribelle” degli Ultimi Jedi, d’altronde, forse mi aspettavo troppo?
A parte il terzetto principale, l’Ascesa di Skywalker può contare su un mitologico Lando Calrissian, che non delude assolutamente con il suo ritorno, ed è il portatore di uno dei messaggi più importanti del film, su un fantastico C-3PO (colpa sua la mia lacrima più vera) e sul trattamento doveroso della nostra amata Principessa, protagonista di almeno una scena incredibile e sinceramente non ascrivibile al mero fan service, ma piuttosto omaggio dovuto al personaggio di Carrie Fisher. E tante new entry di livello, come il riparatore di droidi, che mi ha fatto un sacco ridere.
Su molti altri personaggi non posso dirvi nulla e non lo farò di proposito per non rovinarvi la visione; alcuni mi hanno deluso (soprattutto a causa dell’attesa che avevano suscitato, una specie di effetto Darth Maul), altri non hanno avuto spazio adeguato. E non vi parlerò, inoltre, di alcun cammeo.
Rey? Mi state chiedendo di Rey per caso? E perché dovrei svelarvi qualcosa? È un personaggio fighissimo e potentissimo (si, finalmente capirete perché è potente e potete smettere di rompere le scatole), godetevelo sulla poltrona del cinema.
Tecnica
Dal punto di vista tecnico, l’Ascesa di Skywalker è davvero incredibile come, d’altronde, potevamo attenderci: se c’è un punto assolutamente non criticabile della nuova trilogia è di certo l’aspetto tecnico. Non vedo l’ora di guardarlo in IMAX per godermi le scene al massimo.
Scenografie, costumi, design: Star Wars è sempre stato un incredibile scrigno di meraviglie visive ed invenzioni favolose, e anche Episodio IX non delude su questo aspetto. Dai lucidi corridoi delle navi del Primo Ordine, ai pianeti più disparati, Abrams mette in scena un’inventiva di cui non ha mai difettato, né lui, né il franchise. A tal proposito, il visual dictionary lo attendo con ansia per gustarmi tutte le invenzioni e i dettagli, come da tradizione.
Più che dell’aspetto meramente visivo, mi premeva tantissimo ascoltare la colonna sonora, ultimo lavoro della carriera onoratissima del colossale John Williams, che tesse un affresco sonoro importante, sfruttando tutti i temi principali della Saga in modo saggio ed incisivo, intrecciandoli insieme per chiudere in modo degno una storia che ha sempre avuto nella sua colonna sonora un pilastro imprescindibile.
Conclusioni
Ecco la parte più difficile, quella che temevo da matti.
Sospetto che l’ansia di scrivere questo paragrafo mi abbia tenuto con il fiato sospeso durante tutto il film, intossicando la mia visione con echi delle diatribe su questa nuova trilogia.
Mi sono seduto al cinema non rilassato come avrei voluto, ma con aspettative contrastanti, sperando di non dover esclamare “JJ, perché?”.
La corruzione del fandom e del lato oscuro della polemica sterile mi ha lambito e non sono riuscito a godere completamente della fiaba che si mostrava a me sullo schermo. Troppe polemiche intorno, prima e dopo il film, troppa saccenza: giuro che mi sarei voluto alzare e dare sfogo al mio lato oscuro, tanto ero infastidito.
Domani sera andrò a fare pace con questo film in una sala IMAX, senza l’angoscia del dover mettere un numerino in fondo all’articolo, senza la paura che il capitolo finale della mia Saga potesse essere brutto o che qualche scelta discutibile potesse rovinarmi la storia.
È vero, uscendo dal cinema dopo gli episodi precedenti ero sinceramente gasato e senza dubbi. Oggi, invece, ho avuto una sensazione strana. Forse non ho spento abbastanza il cervello, mi sono fatto influenzare dalla polemica e dalla aspettativa. Ho risentito, forse eccessivamente, di ciò che meno avevo apprezzato di Episodio VII: una certa mancanza di coraggio e alcuni aspetti non spiegati a modo.
Voglio amarti, Episodio IX, perché hai delle scene che mi hanno aperto il cuore a metà; ma allo stesso tempo, devo capirti e comprenderti, per bene, perché tu possa entrare pian piano nel mio mito personale.
La Saga degli Skywalker è terminata, nel bene e nel male.
Il mito vivrà per sempre.
Nerdando in breve
L’Ascesa di Skywalker è arrivato a concludere la Saga di Star Wars dopo 42 anni. Un film denso, emozionante e molto, molto difficile da giudicare al primo impatto.
Nerdandometro
Il mio voto rimane vuoto, per ora.
Trailer
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