Giochi da tavolo

La Caccia all’Anello – Fuga dalla Contea

La Caccia all'Anello

Grazie a Devir Italia ho avuto modo di sperimentare l’interessante La Caccia all’Anello, board game scritto da Marco Maggi, Francesco Nepitello (già autori de La Guerra dell’Anello) e Gabriele Mari. Le illustrazioni, invece, sono niente meno che di John Howe, artista canadese che ha dato vita per anni all’immaginario tolkieniano.

Recensione

La Caccia all’Anello ci immerge nel mondo di Tolkien, e per la precisione ci fa rivivere la prima parte del viaggio di Frodo, quella che lo porterà dall’amata Contea fino al villaggio di Brea e da qui, grazie all’aiuto di Grampasso, fino a Gran Burrone, dimora degli elfi.

Sulle sue tracce, come ricorderete, i terribili Nazgûl di Mordor che per ordine di Sauron tentano di rintracciare il Portatore dell’Anello.
Scopo del gioco è, ovviamente, quello di arrivare sano e salvo a destinazione per Frodo; mentre per i Nazgûl lo scopo è quello di far sì che l’Anello corrompa il cuore del Portatore e che abbracci l’ombra.

Ne La Caccia all’Anello, infatti, avremo modo di impersonare sia un ruolo che l’altro: un giocatore condurrà il Portatore attraverso la mappa dal punto di partenza a quello di destinazione attraverso un percorso nascosto; gli altri, invece, prenderanno le parti degli Spettri e tenteranno di trovarlo prima del suo arrivo.

Meccaniche

La Caccia all’Anello mostra un sistema di gioco che si avvicina moltissimo a Lettere da Whitechapel (che ha, tra gli autori, proprio Gabriele Mari): mentre il Portatore dell’Anello si dà alla macchia e cerca di non farsi scoprire, tutti gli altri giocatori (da uno a quattro), devono coordinarsi tra loro per cercare di individuare Frodo e i suoi compagni, in modo da incrementare il potere dell’Anello ed aumentare il livello di corruzione.
Se la corruzione arriva al punto critico, i Nazgûl vincono; altrimenti vincitore sarà il Portatore.

La cosa particolare di questo titolo è che l’intera avventura viene divisa in due parti, giocabili una dopo l’altra o, come suggeriscono le regole, divisibili in due serate.
Nel primo scenario, chiamato “In tre si è in compagnia“, Frodo deve raggiungere Brea, nel secondo, dal nome “Fuga verso il guado“, invece bisogna arrivare a Gran Burrone, e per l’occasione entrano in campo Gandalf e il Re dei Nazgûl: personaggi che fanno cambiare le dinamiche di gioco grazie all’introduzione di questi nuovi elementi.

Per sfuggire ai terribili Spettri dell’Anello, il Portatore avrà a disposizione sedici turni divisi in tre fasi: due fasi diurne, in cui il Portatore deve necessariamente muoversi, e una fase notturna, in cui si gioca buona parte della strategia, in cui Frodo può muoversi oppure restare fermo, cercando di anticipare le mosse degli avversari. Per aiutarsi Frodo potrà giocare carte compagno, in modo da arginare gli spostamenti dei Nazgul, o carte alleato per ottenere vantaggi.

I Nazgûl, dal canto loro, non stanno a guardare e grazie all’impiego dei dadi azione possono muoversi, cercare, cacciare o incrementare il potere corruttivo dell’Anello usando le carte stregoneria.
In caso venga scoperto, Frodo deve fuggire, ma non prima di aver subito gli effetti nefasti dell’incontro.

Nella seconda fase, come detto, scendono in campo due nuovi elementi di gioco. Mentre Frodo è accompagnato verso Gran Burrone da Grampasso, la sua fuga è coperta da Gandalf in Grigio. Tra gli Spettri, invece, entra il Re dei Nazgûl che ha la capacità di rimpiazzare un altro Nazgûl. Il percorso di fuga viene stabilito tramite la pesca delle carte viaggio che riporta percorsi fissati.

Materiali

I materiali che compongono La Caccia all’Anello sono davvero di ottima qualità: al di là delle carte, splendidamente illustrate, mi ha davvero colpito la cura dei dettagli con i dadi degli spettri che riportano simboli in oro dedicati alle azioni, mentre per il Re c’è un dado dedicato di colore ambra; le miniature, in plastica, sono ottimamente rifinite e davvero un piacere da guardare e posizionare sulla plancia di gioco. A proposito della mappa, questa si presenta sulle due parti, in base al viaggio che stiamo affrontando; per facilitare il lavoro del Portatore, inoltre, viene fornito un diario di viaggio, in cui annotare gli spostamenti indicando le località visitate, e uno schermo che riporta la mappa stessa, così che gli altri giocatori non traggano alcun vantaggio nel vedere dove puntano gli occhi del loro avversario.

Conclude il tutto una bella ed elegante Busta di Gandalf, una vera chicca a mio avviso: la busta va utilizzata nel caso si voglia spezzare l’esperienza di gioco in due parti. Qui infatti andranno riposti i materiali utilizzati alla fine del primo viaggio per poter ripartire la serata successiva come se fossero state giocate una di seguito all’altra.

Conclusione

Per quanto mi riguarda La Caccia all’Anello è stata un’esperienza molto più che positiva. Se quello che cercate è l’originalità, questo board game non fa per voi, ma se come me siete degli appassionati de Il Signore degli Anelli, questo gioco ha la capacità di immergervi completamente nello spirito e nelle suggestioni di Tolkien.

Ho apprezzato moltissimo la scelta di avere due giochi in uno, stesse meccaniche con piccole variazioni di regole, per due ambientazioni invece molto diverse, cosa che sicuramente influisce positivamente sulla longevità. Il fatto di aver più punti di partenza e di uscita, inoltre, aumenta ancor di più questo fattore.

Se proprio devo trovare un difetto, se di difetto si può parlare, è che il ruolo del Portatore vada assegnato a qualcuno con una buona esperienza e capacità strategiche. La prima parte, in modo particolare, è abbastanza stretta e da una impostazione errata potrebbe scaturire un’esperienza di gioco altamente frustrante. Tuttavia è da rimarcare che il manuale stesso contiene due custom rule proprio per riequilibrare il gioco qualora il Portatore o i Nazgûl risultassero eccessivamente potenti rispetto alla controparte.

Infine una parola sulla scalabilità: il titolo gira alla perfezione in due, diventando uno scontro rapido con alti livelli di tensione e riducendo al minimo i tempi di attesa per il Portatore. Allo stesso modo è perfetto in cinque: con quattro avversari, ognuno di essi prende possesso di un Nazgûl (sono sempre in gioco tutti e quattro, per cui in tre o quattro giocatori questi vanno divisi tra i presenti). Personalmente credo in cinque sia la condizione migliore per giocarlo, ovviamente il tempo di attesa per il Portatore è massimo, ma organizzare una strategia corale tra Spettri è uno degli elementi più soddisfacenti.

Ringrazio Devir Italia per il materiale.

Nerdando in breve

La Caccia all’Anello è lo splendido gioco di movimenti nascosti che vi porterà a vivere le suggestioni de Il Signore degli Anelli.

Nerdandometro: [usr 4.2]

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