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#NerdandoConsiglia: Dungeon Food

dungeon food

Immaginate la più tipica sessione di D&D. Il master si alza in piedi, srotola una pergamena sulla quale ha scritto l’incipit della vostra avventura, si schiarisce la voce e legge:

“Tutto ebbe inizio da un piccolo villaggio. Un giorno, dopo un boato, si aprì una breccia nelle mura di un cimitero sotterraneo, dalle cui profondità comparve un uomo. Disse di essere il sovrano di un prospero regno scomparso mille anni prima e che a causa di uno stregone folle, quel regno, un tempo glorioso, era tuttora confinato nelle profondità del sottosuolo. <<Donerò l’intero mio reame a chiunque riuscirà a sconfiggere lo stregone>> disse, e con queste ultime parole l’uomo divenne polvere e scomparve.”

Molto bene. Immaginate ora che il master sia Carlo Cracco: cosa potrebbe succedere?
Probabilmente quello che accade in Dungeon Food, il seinen manga di 208 pagine di Ryoko Kui edito in Italia da J-Pop.

È la storia di un gruppo di avventurieri che si addentra in un dungeon sotterraneo alla ricerca del folle stregone ma che, per colpa di un drago rosso, rischia di perdere un componente fondamentale del team. Quando infatti il drago li attacca, Farin la maga scatta in avanti e lancia un incantesimo di protezione che catapulta tutta la compagnia fuori dalla città sotterranea mentre lei, impegnata a scagliare la magia, finisce ingoiata dal bestione. Fortunatamente, i lucertoloni hanno la digestione lenta: il resto del gruppo avrà infatti 30 giorni di tempo per tornare nelle viscere della terra, uccidere il drago e salvare la compagna. All’inizio dell’impresa però, si rendono conto di aver lasciato tutti i loro averi nelle profondità della grotta e che perciò far quadrare i conti per delle provviste abbondanti e un equipaggiamento adeguato sarebbe stato impossibile.
Resta solo una cosa da fare per non morire di fame: mangiare i mostri uccisi lungo la via.

Nascono così ricette deliziose, dallo “Stufato di fungo ambulante e scorpione gigante”, all’“omelette di mandragola e basilisco” e durante l’avventura vedrete i nostri eroi intenti non solo nella preparazione di certe prelibatezze ma anche nella cattura dei loro ingredienti: senza le giuste attenzioni infatti, rischierebbero di finire risucchiati da una pianta antropofaga o di essere messi K.O. dal pianto delle mandragole, un po’ come Neville Paciock alla prima lezione di erbologia.

Quindi, se amate la cucina, i mostri, l’avventura e il fantasy comico (ma che si prende sul serio), non vi resta che leggere Dungeon Food e ricordate che “se non mangi non puoi diventare forte e se non diventi forte non mangi”.

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