I Gatti di Ulthar e Altre Storie di Gou Tanabe, edito da J-Pop Manga che ringrazio tantissimo per avermi inviato la copia che ha permesso la stesura di questo articolo, arriva in un momento in cui stavo decidendo se rileggere alcune opere di H. P. Lovecraft e mi ha dato la spinta definitiva per ricominciare.
Recensione
Meno conosciuto rispetto a quello di Cthulhu, il ciclo dei sogni di Lovecraft contiene tutte le opere oniriche dell’autore statunitense ed è ambientato nel Dreamlands, il mondo dei sogni, raggiungibile solo, come spiega il nome, per mezzo del sogno. Questi racconti sono più lontani dalla fantascienza e più affini al genere fantasy, tant’è che lo scrittore di Providence si ispirò alla produzione letteraria di Lord Dunsany, famoso per le sue storie oniriche; ovviamente, è sempre presente l’horror.
Ne I Gatti di Ulthar e Altre Storie, sono presenti tre adattamenti: Celephaïs, scritto originariamente nel 1920, I Gatti di Ulthar dello stesso anno e, infine, Gli altri Dei del 1921.
Cercherò di darvi, come al solito, alcuni accenni alla trama senza entrare nel dettaglio per non colpirvi con i fastidiosi spoiler.
Kuranes è da sempre ossessionato dalla ricerca di Celephaïs, città che dà il nome al racconto e che ha visto in sogno da ragazzino. Cerca di raggiungerla, nella storia omonima, con ogni mezzo, cadendo vittima della droga che usa per indursi sonni profondi.
Ne I Gatti di Ulthar, facciamo la conoscenza di questa città piena di piccoli felini ma la convivenza non fa felici tutti: una coppia che vive in campagna, ogni notte, pone delle trappole fuori casa per catturarli e, successivamente e dopo dolorose torture, ucciderli. La vicenda si complica quando giunge nel paese una carovana e il gatto di uno dei suoi misteriosi componenti scompare all’improvviso.
In Gli Altri Dei, il curioso giovane Atal e il suo maestro Barzai decidono, durante un’eclissi lunare, di scalare una montagna che si riteneva essere la dimora di antiche divinità: è un’attività che mi sentirei di sconsigliarvi di svolgere. Quest’ultima, è stata la storia che ho preferito tra le tre.
Ormai, non so più cosa scrivere di Gou Tanabe: le sue produzioni sono incredibili e il rispetto e l’amore che ha per Lovecraft si respirano pagina dopo pagina. Le sue opere sono fedeli alle originali e riescono a farmi provare, ogni volta, emozioni fortissime, soprattutto grazie alle splash page. L’unico appunto che mi sento di muovere è che preferirei leggere i lavori in volumi con formati più grandi, come quelli deluxe, che ne esaltano i disegni.
Edizione
L’edizione de I Gatti di Ulthar e Altre Storie è curatissima, come da sempre ci ha abituati J-Pop Manga, e si presenta in una comoda dimensione di 12 cm x 16.9 cm, con copertina flessibile e sovraccoperta, per un totale di 218 pagine proposte al giusto prezzo di 7,50 €.
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Nerdando in breve
I Gatti di Ulthar e Altre Storie è l’ennesima ottima prova di Gou Tanabe, divenuto una certezza quando si parla di adattamenti a fumetti delle opere di Lovecraft.
Contenuti