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Alien: Romulus – Ritorno alle origini, davvero

La copertina di Alien: Romulus

Recensione

In realtà il sottotitolo che avrei voluto utilizzare per questo articolo era soltanto “Finalmente!“, ma sarebbe parso un po’ troppo polemico.

Infatti, nonostante molte persone anche qui in redazione avessero tutto sommato apprezzato Alien: Covenant, la precedente iterazione della saga uscita ormai 7 anni or sono, il sottoscritto no. Ma proprio no.

In quell’occasione, avevo scritto un listone dei 9 motivi per cui Alien: Covenant non mi aveva entusiasmato; sono lieto del fatto che, grazie agli dei del cinema, Alien: Romulus li smentisce puntualmente.

Scrivo ora, appena uscito dall’anteprima, così ho tutto in mente fresco fresco; ma come sempre, andiamo con ordine.

La saga

Innanzitutto, dove si colloca temporalmente Alien: Romulus?

Immagino che questa sia un’ottima domanda, visto che nei 45 anni di vita (!) di questo franchise, di materiale ne è stato prodotto un bel po’.

La saga principale è stata composta, finora, di sette capitoli, il cui ordine cronologico è il seguente:

  • Prometheus (2012), ambientato nel 2089-93;
  • Alien: Covenant (2017), ambientato nel 2104;
  • Alien (1979), ambientato nel 2122;
  • Aliens: Scontro Finale (1986), ambientato nel 2179;
  • Alien3 (1992), ambientato anch’esso nel 2179;
  • Alien: La Clonazione (1997), ambientato nel 2379.

Abbandonate le velleità di fornire un sequel ai prequel (ovvero, Prometheus e Covenant), si torna dove tutto ha avuto origine; Alien: Romulus è stato definito un midquel (che orrore di termine), e si colloca circa 20 anni dopo l’originale Alien e più o meno 37 anni prima di Aliens.

Il futuro immaginato dalla saga di Alien è oscuro, dominato dalle sconfinate ambizioni della megacorporazione Weyland-Yutani, amministratrice delle colonie terrestri fuori dal sistema solare e disposta a tutto pur di aumentare il suo potere: anche ad utilizzare delle forme di vita imbattibili ed ingestibili come gli xenomorfi per i suoi scopi.

Si potrebbe pensare che lo xenomorfo, alla fin fine, non sia il vero cattivo della saga, poiché agisce per puro istinto; la Weyland-Yutani, invece, lo fa per pura avidità e sete di potere, incarnando molto meglio un male oscuro e nascosto, che nasce in seno alla stessa umanità.

E anche in Alien: Romulus non si smentiranno, vedrete.

Trama

Della trama non voglio dirvi molto, perché il bello di questo tipo di film è anche gustarseli scoprendo cosa accade man mano. Perciò, vi faccio una sintesi estrema dell’incipit del film.

Rain, la protagonista, è una ragazza di 25 anni che, dopo la morte dei genitori, vuole trovare una vita migliore in un luogo lontano da Jackson’s Star, la colonia mineraria in cui vive. Jackson’s Star è un vero postaccio, un incubo di pianeta sul quale il sole non si vede mai e Rain lavora duramente soltanto per poter finalmente smarcarsi dagli obblighi verso la compagnia ed andarsene via verso un posto più decente insieme a quello che lei chiama fratello, Andy.

In un momento di disperazione, alcuni suoi amici, tra i quali il suo ex, le fanno una proposta abbastanza azzardata ma che potrebbe portarli finalmente tutti via da quel pianeta orrendo.

Lei è riluttante, perché lo spirito di autoconservazione è sempre preponderante, anche in quasi tutti i protagonisti dei film horror, ma alla fin fine, cosa potrà mai esserci di peggio di un pianeta minerario coi cieli neri, dove se ti va bene muori di malattia per colpa del lavoro estenuante?

C’è di peggio che nello spazio, come da tradizione, nessuno può sentirti urlare, e le pessime idee vanno a finire molto male.

No, il perché il film si chiami così non ve lo dico, anche perché si scopre dopo quaranta minuti abbondanti, abbiate pazienza.

Le mie impressioni

Vi giuro che sono entrato in sala con le aspettative a zero, date le due delusioni precedenti; è probabilmente questo il modo migliore di approcciare ad Alien: Romulus, anche nelle intenzioni del regista Fede Alvarez, che voleva portare il franchise di Alien ad una nuova generazione, dopo aver ricevuto il testimone da Ridley Scott.

Questa sorta di passaggio generazionale è anche sancito dal cast scelto: i protagonisti della vicenda sono tutti ragazzi sulla ventina che sognano un futuro diverso; a differenza del piattume dei personaggi di Covenant, qui andiamo molto meglio. Qualche stereotipo c’è, ci mancherebbe, ma almeno non servono cappelli da cowboy per distinguere i personaggi.

La protagonista Rain, interpretata da Cailee Spaeny, non è Ripley, e ci mancherebbe, ma fa il suo: fragile, dubbiosa, ma determinata. Una persona normale, con la quale è semplice identificarsi. Si soffre confortevolmente nei suoi panni.

Una scena del film Alien: Romulus

Cailee Spaeny as Rain Carradine in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Bene anche i comprimari, tra i quali spicca a mio avviso la Kay di Isabela Merced, con una interpretazione molto “fisica”.

Una scena del film Alien: Romulus

Isabela Merced as Kay in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Il mio personaggio preferito fra tutti è pero sicuramente Andy, interpetato da David Jonsson, che riesce a rendere benissimo la dualità del suo ruolo; nella prima parte fa una tenerezza infinita, nella seconda non vi dico, perché sennò farei spoiler.

Una scena del film Alien: Romulus

David Jonsson as Andy in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Comunque, anche se hai dei buoni protagonisti senza un intreccio decente non vai da nessuna parte, e anche in questo caso Alien: Romulus è ben carrozzato perché, grazie a premesse semplici ma ben sviluppate, il film tiene incollati alla sedia per le sue due ore scarse di durata, trasmettendo un senso di urgenza e tensione continui, che non finiscono nemmeno quando pensi di poterti rilassare e dici “ok, è fatta”.

Nossignore. Qui si soffre fino ai titoli di coda.

Ci sarà pure meno filosofia, meno voglia di alzare il tono delle tematiche, ed è un Alien che vuole chiaramente tornare a fare quello che Alien sa fare meglio, e va benissimo così, perché ci riesce alla grande.

Vi giuro, per la prima parte di film avevo in mente “ti prego, non mandare il film, in vacca, ti prego, vai avanti così, che va bene”, e niente, sono stato esaudito. Questo a proposito del partire con zero aspettative.

Qualche parola mi preme spenderla anche per l’estetica di questo film, che reputo estremamente riuscita. È sporca, rozza, fangosa, e i colori dominanti per la maggior parte del tempo sono il nero, il giallo e il rosso, un rosso caldo e cattivo, che non lascia scampo e non ti fa rilassare, già che ce n’era bisogno.

E rosso è anche il sangue ovviamente; infatti, il film ha una vena horror importante, più marcata degli ultimi film della saga, e va benissimo perché non è buttata lì tanto per, ma è invece un pilastro importante attorno al quale è costruito il ritmo della pellicola.

Una scena del film Alien: Romulus

Xenomorph in 20th Century Studios’ ALIEN: ROMULUS. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Due paroline sugli effetti speciali: la produzione si è affidata parecchio ai cari, vecchi trucchi del mestiere piuttosto che abusare della CGI, e l’effetto è molto riuscito, rievocando le atmosfere e la “realtà” delle prime pellicole; unico effetto stonato una CGI non eccellente su un volto che…vabbé, capirete quando lo vedrete, altrimenti sarebbe spoiler.

In conclusione

Mi sono alzato dalla poltroncina dopo queste due ore di tensione con la miglior faccia da “Obama soddisfatto” e con il “Finalmente!” di cui sopra sulla punta della lingua.

Questo film torna al cuore di ciò che Alien sa fare meglio, e lo fa molto bene, spazzando via quel senso di insoddisfazione che mi avevano lasciato, ormai da lungo tempo, le iterazioni del franchise su grande schermo. È un film di fantascienza orgogliosamente horror, e tanto mi basta.

Quella famosa lista dei nove punti che non mi avevano convinto di Alien: Covenant, beh, smentita, punto per punto.

Forse è bene che Ridley Scott abbia affidato la sua creatura a qualcuno che diceva di avere idee giuste, e non aver voluto interferire: bisogna avere il coraggio di lasciar andare.

Alien: Romulus vi attende al cinema dal 14 agosto, io ve lo consiglio.

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Nerdando in breve

Alien torna al cinema, e finalmente lo fa in modo convincente. Alien: Romulus è un film di fantascienza horror fatto come si deve.

 

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