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Remnant 2 – Apocalisse per Tre

“Non ho la calcolatrice, quanto fa?” chiedeva sornione Groucho in un vecchio albo di Dylan Dog. Certo, lui non parlava dell’apocalisse ma di una british cup of tea, ma poco importa: se tre si dice essere il numero perfetto, il multiplayer di Remnant 2 non fa eccezione.
Vediamo cosa e come.

Come giocare in multi

Iniziamo subito col toglierci il dente: al momento il titolo non è cross platform ma David Adams, game director, ha recentemente dichiarato che lo studio è attivamente al lavoro per risolvere i problemi tecnici e renderlo disponibile. Per cui non ci resta che attende e nel frattempo verificare che i nostri amici di piattaforma abbiamo acquistato la loro copia per gettarci nell’apocalisse con loro.
Innanzi tutto dobbiamo assicurarci, dalle impostazioni configurabili fin dalla schermata del titolo, di abilitare il multiplayer: possiamo scegliere se essere visibili agli amici o a tutto il mondo cosa che potrebbe far apparire ospiti improvvisamente nel mezzo della nostra campagna. Se vogliamo giocare in “solo” invece, possiamo scegliere l’opzione offline e dormire sonni tranquilli (incubi, visto il mondo di gioco).

A questo punto possiamo scegliere se saltare dentro partite casuali, lasciando che sia il titolo ad abbinarci o andare a spulciare le sessioni attive. Qui abbiamo una prima scelta: unirci a campagne o avventure. Ve ne ho parlato nella recensione, la prima è abbastanza autoesplicativa, mentre le avventure sono opzioni di gioco presenti anche nel primo capitolo in cui affrontiamo un unico mondo, un ottimo modo per svelare i segreti del gioco che, come sappiamo, è generato in modo procedurale e ad ogni avventura mostra diversi eventi. Ci torneremo più tardi.

Unirsi alla partita è questione di attimi, ma dobbiamo attendere che i giocatori ci facciano entrare, riposando presso una delle pietre del mondo. Fino a quel momento saremo spettatori passivi.
Una volta dentro inizia il bello: il mio suggerimento è di giocare con cuffie e microfono, non solo è più divertente, ma è anche più utile: ci sono molti segreti e molte opzioni, e se capitiamo con giocatori più esperti di noi potremmo non capire il loro percorso o cosa si aspettano che facciamo. A quel punto è bene avere la possibilità di scambiare due parole e capire come comportarsi.

Eventi

Non sono strettamente legati al multiplayer, ma intrinsechi del gameplay del titolo stesso: si tratta di una sorta di missioni con mini boss o wave di nemici di abbattere per poter accedere a qualche ricompensa particolarmente interessante: armi, amuleti o addirittura tratti per potenziare il personaggio. Gli eventi sono casuali e non sempre avvengono nella medesima area di gioco, ma ci sono schemi ricorrenti che ci aiutano a capire in quale casistica siamo finiti.

Mi spiego meglio: la generazione procedurale di Remnant 2 è molto meno randomica di quanto non si pensi all’inizio. Rigenerando le avventure, ogni mondo si apre con due possibili scenari, e in base al primo livello disponibile già sappiamo che tipo di eventi possiamo attenderci. Vi faccio un esempio: il mondo di Yaesha (quello dei boschi, per intenderci) può iniziare con il Trono Rosso o con il Bosco Proibito. Nel primo caso staremo vivendo la storyline del Corruttore (che sarà poi il boss finale), nel secondo invece quella del Daino e Predatore. In questo secondo caso avremo anche l’occasione di sbloccare alcuni obiettivi (come quelli legati alla fontana e al flautista).

In ogni caso: ogni evento può essere risolto in più di un modo e a volte anche i boss possono dare l’occasione di essere affrontati in modi differenti dando così accesso a nuovi collezionabili, oggetti ed armi. Come risulta evidente dobbiamo quindi giocare e rigiocare più e più volte i livelli e le avventure per scoprire e trovare tutti i moltissimi segreti disseminati, ed è quindi evidente come farlo in multi sia un must, per evitare di iniziare a sbadigliare all’ennesima run.

Difficoltà

Giocare in multiplayer è difficile? La risposta è: sì e no. Se giocato a livelli di difficoltà bassi, Remnant 2 è decisamente un titolo abbordabile e anche i boss non sono così impossibili una volta compresi gli schemi d’attacco. Nelle sessioni multiplayer tutti i nemici sono più forti, hanno più vita e sono più duri da abbattere. Questo vale ovviamente anche per i boss, ma il livello di difficoltà diventa incredibilmente più basso quando siamo accompagnati da altri giocatori.

Nelle mie sessioni multiplayer (non faccio altro da quando ho finito la campagna), non mi è mai capitato di morire durante nessuno scontro finale. Una volta ottimizzato il nostro personaggio, quello è il momento di aumentare il livello di sfida e gettarsi nella mischia con difficoltà maggiori.

Conclusioni

Le sessioni multi possono ospitare fino a tre giocatori: uno che gestisce l’avventura (o la campagna) e altri due gregari. Tenendo la sessione pubblica capita di veder arrivare e sparire gente, magari ci accompagnano per qualche livello e poi passano ad altre sessioni di gioco, un ottimo modo anche per scoprire build diverse, e trarre ispirazione per modificare il nostro personaggio.
Il mio consiglio è di completare offline una prima run della campagna e poi aprire le porte al mondo.

Insomma: dopo averci speso molte ore posso confermare che Remnant 2 è un titolo piacevole e accessibile, non troppo difficile ma comunque sfidante. Buono in solo, ma davvero splendido in multi. Soprattutto con gli amici.

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