Recensione
Ghenos Games, dopo averci deliziato con i vichinghi di Fjords, torna alle meccaniche del piazzamento tessere portandoci nel cuore della Magna Grecia, con questo titolo creato da Jules Messaud e illustrato da Pauline Détraz.
Scopriamo insieme cosa si nasconde dentro la scatola.
Meccaniche
Akropolis è un gioco da tavolo per 2-4 persone basato, come detto, sulla meccanica del piazzamento tessere.
Partendo dal nucleo centrale della propria città ogni giocatore, che assume il ruolo di architetto, può andare ad allargare le dimensione del centro abitato posizionando nuove cave, quartieri e piazze.
Il meccanismo è semplice ma molto efficace: a disposizione di ogni giocatore ci sono un numero fisso di tessere tra cui scegliere. La prima è “gratis” ma le altre devono essere pagare con un numero di “pietre” crescente sulla base della loro vicinanza alla “riserva”.
Riserva che conterrà un numero di tessere dipendente dai giocatori al tavolo e che verranno rivelate, pila dopo pila, quando tutte quelle disponibili saranno state acquistate e collocate.
Ad ogni turno quindi, il giocatore prende una tessera e la colloca incastrandola con le sue già collocate. Il piazzamento può essere fatto su più livelli, con l’unica regola di piazzamento che sui livelli superiori al primo, ogni tessera deve coprire completamente le altre al di sotto e deve poggiare sul almeno due tessere diverse. Coprendo le tessere di livello più basso, queste escono de facto dal gioco, ma le nuove appena collocate fruttano un punteggio maggiore.
Quartieri e piazze sono il fulcro del sistema di punteggio: le piazze mostrano delle stelle il cui numero verrà moltiplicato per il numero di quartieri corrispondenti generando così il punteggio per quella singola categoria.
Abbiamo a disposizione cinque diverse categorie di quartieri (e piazze) con regole differenti per generare punteggio: blu, residenziali, forniscono un punto per ogni altro quartiere dello stesso tipo limitrofo; giallo, mercati, danno punti se non hanno altri mercati adiacenti; viola, templi, devono essere completamente circondati (come i monasteri di Carcassonne); verdi, giardini, devono solo essere collocati (sono molto rari); rossi, militari, devono essere all’esterno della città, sui bordi.
Una volta terminate tutte le tessere, quindi, si moltiplicano il numero di quartieri collocati correttamente per il numero di stelle visibili; se non abbiamo neanche una piazza, quel quartiere frutterà zero. Chi ha fatto più punti, ovviamente, vince.
Materiali
Ecco il contenuto della scatola:
- 61 tessere Città
- 4 tessere di partenza
- 40 cubi Pietra
- 1 indicatore Capo Architetto
- 1 blocchetto segnapunti
- 4 tessere riassuntive
Akropolis si presenta con una scatola in cui fa bella mostra un organizer davvero ben studiato: tutte le tessere hanno il loro posto e le carte riassuntive vengono adagiate in uno scomparto dedicato grazie al quale non viaggiano nella scatola.
Ottimi i materiali: tessere spesse e ben illustrate che si incastrano perfettamente l’una nell’altra dando vita alla nostra acropoli che cresce livello dopo livello dando un bel colpo d’occhio sul tavolo.
Un unico appunto va fatto sulla tessera riepilogo, che riporta anche il numero di tessere disponibili per tipo in base al numero di giocatori: l’informazione è certamente utile dopo aver preso pratica con il gioco se si desidera iniziare a fare un po’ di strategia e previsione sulle tessere ancora disponibili, tuttavia all’inizio rischia di essere un po’ confusionaria.
Il regolamento, breve e conciso, è generalmente molto chiaro, ma mi ha lasciato perplesso su un punto, a cui sono arrivato per logica. Abbiamo detto come le tessere sono a pagamento sulla base della distanza dalla riserva, ma non è specificato che il prezzo cambi man mano che le tessere vengono prelevate.
Non è indicato, ma è frutto della deduzione: se il prezzo non cambiasse, nel caso in cui un architetto avesse già preso la tessera gratis e quelli successivi fossero privi di pietre, il gioco rimarrebbe bloccato. Niente di grave, ma a mio avviso una riga di spiegazione in più non avrebbe fatto male.
Conclusioni
Akropolis mi ha convinto per la sua rapidità di intavolamento, facilità di comprensione delle regole e velocità di esecuzione delle partite, che difficilmente lasciano spazio alla paralisi da decisione. Insomma: a mio avviso è uno dei migliori piazzamenti tessere tra i light game che mi sono capitati tra le mani. Una piacevolissima sorpresa che non vedo l’ora di intavolare nuovamente.
E per i giocatori hard core c’è da rimarcare che per padroneggiarlo e costruirsi una bella strategia sicuramente occorrono molti tentativi per capire come approcciare al meglio la partita: nei miei primi test mi sono concentrato molto sull’espansione del livello base, ma paga molto più sacrificare quartieri e puntare sulla verticalità, dato che ogni tessera valida moltiplica il suo valore base per il livello in cui è collocato.
Nerdando in breve
Akropolis è il piazzamento tessere che ci porta in Magna Grecia.
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