Frizzi, lazzi, coriandoli, chiacchiere, scherzi e tiri mancini sono all’ordine del giorno di questi tempi, eppure la redazione più nerd dello stivale non vi abbandona mai: ecco a voi il #NerdandoConsiglia di Febbraio 2023!
Hogwarts Legacy
Giando: vi sembrerà quasi assurdo, ma il mio primo consiglio del mese è per un gioco al quale ho giocato a malapena un’ora. Eppure Hogwarts Legacy non può non essere un gioco che consiglio più che caldamente, vista la sua bellezza e le tante ore di divertimento che sto vedendo grazie alle lunghe sessioni di Morgana, decisamente rapita dal gioco.
Certe notti l’ho trovata a sussurrare Lumos in giro per casa. Tanto per dire.
Wild Hearts
Giando: Arriva sui nostri schermi quello che vuole essere l’erede di Monster Hunter, ossia Wild Hearts, produzione di EA, Koei Tecmo e Omega Force. Il risultato è buono ma non al meglio delle possibilità specie dal punto di vista tecnico, il più carente. Tuttavia con qualche patch il gioco potrebbe risollevarsi, da qui il mio consiglio di tenerlo d’occhio e, perché no, iniziare la caccia dei Kemono.
Venticinque e ventuno
Clack: Sono un’appassionata di scherma e, grazie a Netflix, ho scovato una serie televisiva coreana che mette la mia passione al centro dell’azione. Venticinque e ventuno, infatti, racconta di una giovane e promettente sciabolatrice che sogna di affermarsi nel suo sport a dispetto della drammatica crisi finanziaria che ha colpito la Corea del Sud a fine anni Novanta. La giovane Na Hee-do, nonostante le difficoltà, continua la sua ascesa nel mondo della scherma internazionale, sperimentando nel contempo rivalità, amicizia, amore e le mille emozioni del crescere.
Venticinque e ventuno è la prima serie coreana che guardo in vita mia e, devo ammetterlo, sono rimasta molto colpita dallo stile recitativo e della messa in scena, così lontano da quello a cui sono abituata. In ogni caso, nonostante le puntate siano tutte piuttosto lunghe, non ho potuto fare a meno di appassionarmi alla vicenda della protagonista, facendo il tifo per lei. E anche dal punto di vista della scherma, devo ammettere che la messa in scena è piuttosto accurata. Insomma, io ve la consiglio!
Star Trek Picard – Stagione 3
Zeno2k: Dopo la cocente delusione della prima stagione e la frustrazione di una seconda stagione che faceva a pugni con tutto quello che di The Next Generation avevo sempre amato, ero ben deciso a skippare in toto la stagione finale del vecchietto nostalgico e passare oltre.
Per pura noia, invece, mi sono trovato ad adocchiare la prima puntata e vuoi la presenza di volti familiari, vuoi la scomparsa degli insipidi personaggio delle due stagioni passate (con eccezione di Rio), alla fine mi sono scoperto a divorare una dopo l’altra le due puntate al momento disponibili.
Si tratta di un enorme fan service che punta tutto sull’effetto nostalgia, ma alla fin fine può andar bene anche così: sappiamo che è la stagione finale e ci hanno promesso di chiudere archi narrativi lasciati in sospeso da 30 anni, certo per un gran finale noi poveri trekker d’annata avremo bisogno di molto di più che un paio di vecchietti con la prostatite (ammetto che la battuta di Riker sulla minzione mi ha fatto accapponare la pelle) che rinvangano i bei tempi andati senza più riuscire a nascondere acciacchi e panza di troppo, ma per ora mi assesto su un cauto ottimismo.
A Plague Tale: Requiem
Ayr: Mi pento tantissimo del mio iniziale scetticismo nei confronti di A Plague Tale: Requiem, action-adventure uscito nell’ottobre dello scorso anno e sviluppato da Asobo Studio.
Nonostante i numerosi premi vinti dalla software house e le prestigiose nomination per importanti manifestazioni che il titolo è riuscito a collezionare in poco tempo, nella mia memoria erano ancora impresse le opinioni del primo A Plague Tale: Innocence. Sia chiaro, non sto dicendo che Innocence fosse un brutto gioco, anzi, per moltissimi aspetti, come l’ambientazione ad esempio, mi sorprese davvero in positivo. Allo stesso modo, però, presentava un gameplay davvero scialbo e guidato e delle animazioni facciali terribili, oltre che un doppiaggio inglese a mio parere inadeguato. Tutti fattori che, sommati al mio backlog, mi hanno portato nell’errore di dire “Naaaaah, questo lo recupererò più in là quando avrò tempo”.
A Plague Tale: Requiem, detto senza mezzi termini, merita ogni singolo complimento che si è guadagnato in questi ultimi mesi, ogni minimo premio che il team è riuscito ad appendere sulle mura del proprio ufficio. Prende tutto ciò di buono che già il primo riusciva a vantare e migliora nei settori dove mi aveva fatto storcere il naso. Al di là dell’impatto grafico assolutamente spacca-mascella (provare per credere), Requiem mi ha travolto con un ritmo quasi perfetto, una continua martellata di emozioni, ansia e eventi che nel primo singhiozzavano ad essere raccontati con stessa efficacia. Il gameplay, sebbene ancora semplice, è ora ben più profondo e interessante, offrendo al giocatore diversi approcci e soluzioni. Infine, la protagonista del gioco Amicia, finalmente non ha più le espressioni facciali di un robot e può vantare una doppiatrice convincente ed emotiva.
In ultimo bollerei come RIDICOLE le polemiche riguardanti i 30fps che furono protagoniste nelle settimane vicine all’uscita del gioco. Anche suXbox Series S, dove io stesso ho giocato A Plague Tale: Requiem, questo videogame è una continua carezza per gli occhi. Un titolo di questo genere non necessita assolutamente dei 60fps rock-solid (eh sì, i termini che usano solo quelli che la sanno lunga).
Godetevi A Plague Tale: Requiem in tutto il suo splendore, soprattutto se siete, come me, felici possessori di un abbonamento Xbox Game Pass. Il titolo Asobo, infatti, è presente sia nel catalogo Xbox Series X|S che in quello PC. Attenti ai ratti però!
Power Chord
Tencar: adoro i roguelite con le carte! Quando mi hanno mandato Power Chord sono stato felicissimo di provarlo e di appassionarmici. Per farla brevissima, con il solito pragmatismo che mi contraddistingue, è uno Slay the Spire in salsa metal: non ci sono delle meccaniche particolarmente innovative, ma se vi piace quel genere di musica e amate i roguelite con elementi di deckbuilding, qui c’è tutto quello che vi serve. Lo trovate, allo stato attuale, su PC ma dovrebbe arrivare una versione per Nintendo Switch.
Hunt: Showdown
Tencar: la modalità di gioco hardcore – quella in cui, se il personaggio che stiamo utilizzando muore, è perso per sempre insieme al suo equipaggiamento e ai suoi progressi – è parecchio sfidante e mi intriga tantissimo. Probabilmente per questo motivo ho ripreso in mano, a cinque anni dalla sua uscita, Hunt: Showdown, emozionante FPS PvEvP in cui interpretiamo un cacciatore che deve sconfiggere e bandire una creatura mostruosa (guidata dalla IA) mentre altri cacciatori (guidati da giocatrici e giocatori) faranno di tutto per metterci i bastoni tra le ruote. Lo trovate su PC e console a un prezzo ridotto, in questi giorni.
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