Recensione
Asmodee Italia ci porta a spasso sull’Himalaya con Yak: un gioco da tavolo nettamente entry level, pensato per famiglie con piccoli giocatori al tavolo. Consigliato infatti a partire dagli 8 anni, con Yak i nostri piccoli giocatori potranno iniziare ad impratichirsi con le logiche di pianificazione ed organizzazione.
Meccaniche
In Yak lo scopo del gioco è quello di costruire una piramide con pietre colorate, il più alta possibile e unendo pietre col medesimo colore tra le molte disponibili. Per raccogliere i materiali avremo a disposizione i mercanti (ovvero gli Yak del titolo) che faranno il giro dei diversi villaggi.
Ogni mercante avrà a disposizione un numero variabile di “mattoni” (tra cui un Jolly usabile per combinazioni più vaste) che scambieranno volentieri in cambio di risorse di cibo.
Fonte dei mattoni, un ricco sacchetto da cui andremo a prelevare i materiali a condizioni fisse di gioco. Fonte del cibo: il mercato locale, accessibile a tutti, ma anche i mercanti stessi.
Ogni giocatore ha a disposizione tre azioni, ognuna divisa in due fasi. Inoltre sul tavolo vediamo tutti gli yak, il materiale che portano e se hanno condizioni particolari (come il non accettare una precisa tipologia di cibo tra le tre disponibili); in questo modo è possibile pianificare la raccolta risorse, ad esempio mentre siamo in attesa che arrivi il mercante giusto.
Le azioni sono quindi: costruire (prendendo i mattoni e posizionandoli sulla plancia), scambiare risorse col mercato e rifornirsi di cibo (prendendoli dallo yak e posizionandoli nella riserva personale). Naturalmente ci sono limiti al numero di risorse collezionabili ed è facile trovarsi nella condizione di non avere quel che serve al momento giusto, motivo per cui un’attenta analisi dell’andamento del gioco è fondamentale. Occorre quindi non solo guardare l’avanzata degli yak e la loro dotazione, ma anche tenere d’occhio gli avversari e cercare di indovinare le loro mosse, per evitare di trovarci in difficoltà quando sarà il nostro turno.
A mettere i bastoni tra le ruote dei giocatori, infine, interviene anche la nebbia: sono alcuni “mattoni” che, se estratti dal sacchetto al posto delle pietre, faranno “spaventare” gli yak. In che modo? Invertendo il loro ordine di marcia e creando quindi scompiglio tra quanti avevano accuratamente pianificato le loro mosse in attesa del mercante.
La partita finisce quando almeno un giocatore ha posizionato la sua quattordicesima pietra, completando quindi il quarto livello della piramide (ogni livello sarà di una mattone più piccolo del precedente). A quel punto si completa il turno e si sommano i punti, acquisendo punteggi extra in caso di combinazioni particolari, come indicato dal regolamento.
Vince, manco a dirlo, chi fa più punti.
Materiali
Yak è una vera festa per gli occhi. Siamo lontani dai giochi astratti o dagli approcci minimalisti dei german (che pure adoro). Qui è evidente l’attenzione verso i giocatori più giovani così da aumentarne il coinvolgimento.
Ho intavolato Yak con mia figlia di 10 anni e l’ha trovato entusiasmante: non solo da un punto di vista concettuale, ma anche per il piacere di caricare i carretti dei mercanti e far muovere i grossi yak lungo la coloratissima mappa.
Nella confezione, quindi, troviamo quattro “mercanti”: animale, carretto, ruote da montare. Perfettamente disegnati e funzionanti. Inoltre il segnalino del giocatore di turno è un baby yak davvero delizioso, che ha riscosso grandissimo successo.
Ho trovato molto ben fatto anche il tabellone, coloratissimo e ricco di illustrazioni davvero evocative, così come le carte e il blocchetto segnapunti.
L’area della nebbia infine è gestita con un piccolo altarino in cartone da montare, solido e ben fatto, che rievoca le altitudini himalayane.
Ma il fulcro del gioco è chiaramente il sacchettone con i mattoni: ce ne sono davvero tantissimi e tutti colorati. Veder salire poco per volta la propria piramide dà grandissima soddisfazione e il colpo d’occhio finale è di quelli che restano impressi.
Insomma: non so proprio trovare un difetto nella componentistica di Yak, i token del cibo (segnalini in legno di forme e colori diversi) si inseriscono bene nel carretto, così come i mattoni. Le ruote girano senza problemi e i mattoni hanno davvero un ottimo equilibrio tra dimensione, maneggevolezza e peso.
Conclusioni
Yak è sicuramente un gioco per famiglie, non adatto a giocatori hard core che vogliono sfide di strategia e pianificazioni avanzate. Tuttavia se avete figli o nipoti al tavolo e volete coinvolgerli con un titolo facile da apprendere (solo 5 pagine di regolamento) e che li instradi in questo fantastico mondo, allora Yak fa davvero al caso vostro.
Nerdando in breve
Yak è lo strategico entry level per costruire villaggi sull’Himalaya.
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