#NerdandoConsiglia

#NerdandoConsiglia: Settembre 2022

Ricomincia la scuola, ricomincia la stagione del lavoro, ricominciano le rotture varie, ma noi non smettiamo mai di nerdare: ecco a voi il #NerdandoConsiglia di Settembre 2022!

Soulstice

Giando: ho riscoperto gli hack’n’slash old school grazie a Soulstice, titolo tutto italiano che è approdato su PC e console di ultima generazione. Una struttura simile ai grandi classici quali Devil May Cry e Bayonetta si unisce ad una storia interessante e a una coppia di protagoniste ben particolareggiate. Ogni tanto un gioco dove spaccare tutto ci sta proprio, e il team di Reply Game Studios ha fatto un eccellente lavoro. Da provare!

PS: Nonostante il nome, NON è un souls-like!

Valiant Hearts

Ayr: Probabilmente oramai vi sarà chiaro dai miei precedenti contributi su #NerdandoConsiglia: sono costantemente attanagliato dai miei arretrati o, come dicono gli esperti, dal mio ‘backlog’. Questa soverchiante massa di fumetti, libri, serie TV e videogiochi che pesa costantemente sulle mie spalle e che giorno dopo giorno diventa sempre più ingombrante. Vi piaccia o meno, il rischio che comporta il ‘backlog’ che noi tutti ci portiamo dietro è quello, come nel mio caso, di essermi riuscito a godere una gemma come Valiant Hearts, uscita addirittura nel 2014, solo ora. Come si dice, meglio tardi che mai!
Valiant Hearts è un videogame sviluppato da Ubisoft Montpellier e uscito praticamente su ogni piattaforma, dalle vecchie Xbox 360 e PS3, passando per dispositivi mobile fino ad arrivare alla più recente Nintendo Switch. Insomma, se volete recuperarlo non avete scuse!
Siamo nel 2022 e, che ci crediate o meno, dobbiamo ancora far conto con i conflitti bellici, una tipologia di eventi che, da bambino, pensavo sarebbero stati oggetto solo dei libri di storia e che, invece, fanno tristemente parte della nostra quotidianità. Valiant Hearts, se ce ne fosse ancora bisogno, ci ricorda gli orrori della guerra e lo fa con uno stile grafico cartoonesco e leggero che aiuta a stemperare le brutture che invece racconta egregiamente. Narra le vicende dei suoi 4 personaggi impegnati su più fronti durante la prima guerra mondiale e riesce ottimamente a intrattenere grazie ai suoi brillanti puzzle, mai banali per tutta la sua durata.
Inserisco Valiant Hearts in una ristretta categoria di videogame che mi piace definire ‘didattici’ o ‘archivistici’, videogiochi adatti ad appassionati di storia o di culture lontane. Infatti nel titolo Ubisoft Montpellier è possibile trovare una ricchissima documentazione storica fatta di curiosità e articoli su ‘La grande guerra’. Gran parte dell’interesse che provo nei confronti di questo titolo è dovuta proprio alla nutrita sezione di collezionabili capace di aprire spiragli inediti su quanto accaduto in quei tristissimi anni.
Non solo consiglierei di giocare Valiant Hearts a tutte le care amiche e amici di Nerdando; forse sarebbe il caso di inviarne una copia anche a chi ancora pensa che la violenza sia una valida soluzione per i problemi del nostro pianeta.

Return to Monkey Island

Zeno2k: L’ho aspettato per tanto di quel tempo per cui avevo perso le speranze. Avevo anche scritto un articolo, tempo fa (così tanto che non trovo più il link, ndGiando), dedicato ai seguiti mancati e che mai avremmo visto… e invece è proprio arrivato.
L’attesissimo terzo capitolo (gli altri per me non esistono) della saga di Monkey Island, firmato dal suo autore, l’immenso e geniale Ron Gilbert è arrivato negli store e non ho potuto fare a meno che divorarlo.

In breve: è il seguito che desideravo. Stesso spirito dell’originale ma gameplay modernizzato adatto alla sensibilità attuale del gaming.

Ho adorato anche la scelta stilistica, coraggiosa e aggressiva, in barba ai gatekeeper (il nuovo male del secolo) e a chi voleva un anacronistico titolo in pixel art.
Immutati: l’ironia, il senso di alienazione, la sottile demenza in cui tutti credono e sanno riconoscersi… Return to Monkey Island mi ha fatto tornare bambino, quel bambino che per la prima volta si è emozionato con uno dei capisaldi dell’universo videoludico e che ha avuto la possibilità di vivere una nuova avventura del suo pirata preferito, tornando ad incontrare vecchi amici e conoscenti, luoghi magici immutati nel tempo eppure sempre nuovi.
Un pregio su tutti: il collegamento alla fine del secondo capitolo. Perfetto.
Un (piccolo) difetto: la difficoltà degli enigmi è nettamente rivolta verso il basso, LeChuck’s Revenge fu molto più sfidante.
Il resto è poesia, arte e sogno.

She-Hulk


Giakimo: Ebbene sì, la sto guardando e mi sta piacendo. D’altronde avevo già detto che mi piaceva il personaggio. Per certi versi questa serie è uno dei progetti Marvel Studios che attendevo di più.
Non è affatto una serie priva di difetti, anzi ce ne sono almeno due abbastanza grossi: manca una trama orizzontale e la CGI ha degli alti e bassi abbastanza grossi. Sulla seconda c’è poco da fare, magari Disney decide di ritoccare la serie con calma nei prossimi mesi come ha già fatto con altri prodotti. Sul primo problema, dipende da cosa volevate. A me personalmente non disturba, anzi rende la serie leggera e perfetta per una visione senza troppi pensieri, rispecchiando tra l’altro la natura più leggera delle serie a cui si ispira.
Di sicuro un grosso punto a suo favore è la protagonista. Al netto di qualche passaggio meno efficace, Tatiana Maslany è un’ottima protagonista. Perfetta come Jennifer Walters e riconoscibile anche come She-Hulk. E poi da nerd ho trovato molto divertenti alcuni episodi e il tentativo di combinare legal drama con parti di MCU. Nei prossimi episodi dovrebbe pure apparire un certo altro avvocato cieco

Mickey Mouse Café Zombo


Giakimo: Da qualche anno i francesi hanno riscoperto i fumetti di Topolino. E lo fanno alla loro maniera, con storie in cartonati di prestigio. Ogni volume è curato da artisti diversi, tutti però tra il gotha del fumetto transalpino. Uno di questi è Régis Loisel, autore di Peter Pan, Magasin Général e Alla ricerca dell’augello del tempo. Il suo volume si intitola Mickey Mouse Cafè Zombo, al momento non mi risulta essere uscito in Italia, ma solo in edizione francese e inglese.
Il motivo per cui ho voluto recuperare questa storia è perché Loisel ha deciso di omaggiare nello stile e nel formato le mitiche strisce giornaliere di Topolino di Floyd Gottfredson, uno dei miei fumetti preferiti. Funziona come omaggio? Decisamente. Loisel disegna con uno stile molto simile a quello usato nei primi anni ’30 e quindi Topolino ha le brache rosse e non ha le pupille. Anche l’ambientazione è quella classica, un misto di aree rurali e urbane ma impoverite e in disarmo dopo la Grande Depressione, con Topolino alle prese con la speculazione edilizia e l’ingordigia dei ricchi. Loisel recupera anche Orazio come spalla invece di Pippo e l’avvocato Lupo, primissimo avversario di Topolino.
La storia è un misto di azione e umorismo perfettamente in linea con lo spirito di quelle storie leggendarie ma aggiornate al mondo moderno.

La verità sul caso Harry Quebert

Gattiveria: Ho trovato molto curioso il fatto che una serie TV venisse tratta da un libro scritto con l’intenzione di emulare l’hype generato da un’altra serie TV, e da lì è nato il mio interesse per La verità sul caso Harry Quebert. Uno scrittore in crisi, una storia d’amore al limite del lecito, ma soprattutto un investigativo pieno di colpi di scena, nel pieno rispetto dell’omonimo libro di  Joël Dicker da cui è tratto.

Bravissimo il Dottor Stranamore (Patrick Dempsey) e molto suggestiva la regia di Jean-Jacques Annaud. La miniserie di 10 puntate, realizzata nel 2018 ed originariamente trasmessa su Sky Witness, è attualmente disponibile su Amazon Prime.
Adesso mi toccherà vedere la serie che ha ispirato l’autore (Homeland).

Cult of the Lamb

Tencar: capita di avere tra le mani, in maniera casuale, dei gioiellini e Cult of the Lamb fa parte di questa particolare categoria.
Non si tratta del solito roguelite – anche se, a prima vista, potrebbe sembrare – perché, oltre alla classica fase di combattimento, è presente una fondamentale parte gestionale nel corso della quale cercheremo di portare nuovi adepti disponibili a servire il nostro culto e troveremo le risorse per costruire oggetti ed edifici allo scopo di fare felice la nostra divinità.
Consigliatissimo, anche per il prezzo. Trovate un articolo più completo qui.

Sara is missing

Tencar: un horror, realizzato con pochi spicci, incentrato sul pericolo di conoscere gente online che mi ha colpito non tanto per la modalità con cui è stato girato (vista e rivista, soprattutto ultimamente) quanto per la tematica: una situazione del genere potrebbe presentarsi facilmente e sarebbe difficilissimo uscirne indenni.
Consigliato, anche se non si trova su canali ufficiali.

Cyberpunk: Edgerunners


Tencar: da amante del genere, del gioco di ruolo prima e del videogioco (nonostante i vari bug) poi, ho visto con estremo interesse Cyberpunk: Edgerunners, serie animata da 10 episodi di circa 25 minuti disponibile su Netflix.
La storia è frenetica, ricca di colpi di scena ed è godibile anche se non conoscete nulla del franchise. Anzi, vedetela come porta di ingresso verso questo meraviglioso universo.

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