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NerDisney #10 – Lo Scrigno delle 7 perle

Lo scrigno delle sette perle

I miei ricordi

Quando io e i miei colleghi di Nerdando.com abbiamo cominciato a spartirci i film per questa rubrica, ammetto che leggendo il titolo Lo scrigno delle 7 perle la mia reazione è stata “e questo che cavolo è??“. Viene da sé, quindi, che ricordi legati a questo classico purtroppo non ne ho. Quando l’ho guardato per la prima volta qualche giorno fa, sapendo che si tratta di un film diviso in 7 episodi, speravo di averne visto in passato almeno uno, e invece nulla. Vi parlerò quindi delle mie prime impressioni, che purtroppo non sono state positive e credo non lo sarebbero state neanche se lo avessi visto da piccola: nonostante il film duri solo meno di 1 ora e mezza, mi sono annoiata parecchio e non ho trovato memorabile nessuno dei vari segmenti, anzi direi che alcuni non mi sono piaciuti affatto.

Il classico sconosciuto

Melody Time, questo il titolo originale, è il decimo classico Disney; è uscito nel 1948 ed è stato diretto da Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske e Jack Kinney. Come Musica Maestro! e Fantasia, del quale potrebbe essere considerato, secondo alcuni, la versione “pop”, è composto da 7 segmenti o perle (che non so perché non sono in ordine 1-7 ma si parte dal 2) in cui il filo conduttore è sempre un pezzo musicale, accompagnato da immagini animate dallo stile molto diverso.

Il primo segmento è il più carino, si chiama Once upon a wintertime e racconta di come due giovani amanti umani e una coppia di coniglietti trascorrono un pomeriggio d’inverno su un laghetto ghiacciato, tra pattinaggio, bisticci e l’immancabile incidente che porta a sfiorare la tragedia se non fosse per il provvidenziale interventi di alcuni animali.

La seconda perla, Bumble Boogie, è la più breve: la musica è una variazione tra il jazz e lo swing del Volo del calabrone di Rimsky-Korsakov e ovviamente racconta un’avventura di un piccolo calabrone. Questo pezzo avrebbe dovuto essere inserito in Fantasia ma è stato scartato.

Johnny Semedimela racconta una “leggenda” americana, la storia di John Chapman (detto Johhny Semedimela) che al tempo dei pionieri del vecchio West ha attraversato l’America piantando alberi di mela.

La perla che mi è piaciuta di meno è la quarta, Little Toot: l’ho trovata la più triste e dai disegni più brutti. Racconta la storia di una piccola barca rimorchiatrice che per fare colpo sul padre rimorchiatore del porto combina un gran casino, viene punito ma poi ovviamente si redime salvando la situazione: niente di nuovo in casa Disney.

Il quinto segmento, Trees, è un’altra trasposizione Disney di una pioggia nella foresta: l’abbiamo già vista in Bambi e in Fantasia, c’era bisogno di vederne ancora?

Tutta colpa della samba, perla numero 6: Paperino, Josè Carioca e l’aracuan ballano la samba suonata e cantata da Ethel Smith in live action, esattamente come in Saludos Amigos e I tre caballeros.

Arriviamo infine (finalmente) all’ultimo segmento, Pecos Bill: dei patinatissimi e pulitissimi cowboy riuniti attorno al classico falò cantano e raccontano a due bambini la triste storia del leggendario Pecos Bill, il miglior cowboy mai vissuto, e del suo geloso cavallo Sputafuoco. La parte iniziale è in live action mentre il racconto su Pecos Bill è tutto animato.

La colonna sonora

Le varie canzoni e musiche del film, che non citerò una ad una, sono pienamente basate sulle correnti musicali degli anni ’40. Purtroppo sono meno belle di quelle di Musica Maestro! e anche all’epoca hanno avuto meno successo, a parte Blue Shadows on the Trail che è stata votata tra le migliori 100 canzoni western.

Come è invecchiato?

Sarò breve: è invecchiato male, ma in realtà non stava tanto bene nemmeno da giovane dato che non ha avuto particolari riconoscimenti dal pubblico o dalla critica. Lo scrigno delle 7 perle è noioso e poco emozionante, adatto agli appassionati incalliti di animazione e soprattutto musica anni ’40 ma di certo non lo consiglierei ad un pubblico moderno e giovane. Sarà per questo che non ne conoscevo l’esistenza?

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