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NerDisney #3 – Fantasia

Fantasia

I miei ricordi

Da bambino avevo la videocassetta originale di Fantasia, quella che esigeva sempre e solo “videocassette originali Walt Disney Home Video” – scusate il momento nostalgico. Detto questo non è che sia mai stato il mio Classico preferito. Tanto per cominciare, dura due ore e insomma all’epoca non avevo tutta questa soglia dell’attenzione. Poi era senza dialoghi, tranne che per qualche intermezzo di un conduttore d’orchestra. Non c’erano canzoni ma *gasp* musica classica.

Insomma, non proprio la ricetta perfetta per far appassionare un bambino. Mi piaceva il segmento con Topolino – facile, direte voi – e mi spaventavo a morte con l’ultimo segmento, La notte sul Monte Calvo. Il resto a conti fatti, mi annoiava. Manco un piccolo revival intorno all’uscita di Fantasia 2000 riuscì a farmi entrare nel cuore l’originale, riverito ma forse difficile da amare.

Walt’s Folly

Poi ovviamente il tempo passa e i gusti cambiano. Da appassionato di animazione e di Disney, Fantasia era uno di quei film sempre nominati e sempre amati. Rivendendolo oggi o comunque da grande, Fantasia mi è esploso in tutta la sua grandezza.

L’idea alla base è semplice e rivoluzionaria: mettiamo in animazione la musica, in una sorta di videoclip anni ’40 sulla musica classica. E come tutte le grandi trovate, è nata per caso. Walt e i suoi animatori volevano reintrodurre Topolino alle glorie passate dopo qualche anno un po’ appannato. Il progetto si gonfia nei costi e non era più remunerativo realizzarlo come corto. Nel mentre Walt aveva incontrato il conduttore Leopold Stokowski e decide di produrre altri corti a tema musicale, lasciando libertà ai vari animatori.

Saranno otto alla fine i “pezzi” scelti, presi da compositori classici come Johann Sebastian Bach e Ludwig Beethoven, ma anche autori contemporanei (per l’epoca) come Igor Stravinsky. Disney è talmente rapito dal progetto da teorizzare una sorta di Fantasia perennemente riaggiornato con nuovi segmenti. Purtroppo per lui, il film costa una tombola e incassa poco perché resta un film complesso. In aggiunta, la Seconda Guerra Mondiale aveva chiuso i lucrativi mercati europei e gli studios era quasi in bancarotta. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.

I segmenti

Vedendo oggi Fantasia, quello che mi ha rapito è la qualità dell’animazione. È il punto più alto tecnicamente parlando mai raggiunto dagli studi Disney e uno dei più alti dell’animazione tutta. Capisco come sia costato una fortuna, ma tutta la spesa si vede eccome.

Evidentemente si era in un momento di grazia degli studios perché l’animazione eccelle non solo nella tecnica ma anche nella rappresentazione. Ovviamente in quello che è di fatto un film a episodi la qualità è disomogenea e ognuno può trovare più o meno noioso un segmento. Trovo ad esempio le prime due sequenze – la Toccata e fuga in Re minore e Lo schiaccianoci – le più deboli del lotto. Però ad esempio sono piaciute molto alla mia fidanzata.

In generale tutte le sequenze sono piene di trovate visive, alcune anche controintuitive, come La sagra della primavera coi dinosauri. Altre sono narrativamente perfette, come L’apprendista stregone o divertentissime, come la Danza delle ore. E poi c’è il finale, Una notte sul Monte Calvo/Ave Maria, terrificante e demoniaca come pochissime altre cose.

Com’è invecchiato?

Una domanda a cui è difficile rispondere, data la natura del film. Fantasia non è un normale film d’animazione, è più simile come detto ai videoclip quando non addirittura alla videoarte. Sostanzialmente dipende da quanto sopportiate l’idea di vedere due ore di musica classica animate senza dialogo. Le parti sicuramente invecchiate e che spezzano un po’ il ritmo del film sono quelle con l’orchestra, molto ingessate e vecchio stile. Ma come si dice, fanno parte dell’esperienza.

Non è manco per me una di quelle esperienze che sono sempre disposto a fare, però quando ho voglia è sicuramente una grande esperienza.

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