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Tales of Arise, la Recensione

Tales of Arise

Tales of Arise è il più recente capitolo della saga Tales of di Bandai Namco.

Uscito a settembre 2021, ci è stato fornito gratuitamente per una recensione al tempo. Fino ad ora però, non ho avuto altro tempo che per un articolo di prime impressioni.

Il motivo è facilmente comprensibile se siete appassionati di JRPG: è un gioco parecchio lungo e, data la mancanza di tempo, mi ci sono voluti quattro mesi e oltre cento ore per poterlo finire al 100%.

(Questo paragrafo vale anche come scusa a Tencar per l’incredibile ritardo nella scrittura)

Se volete sapere di più in generale sul gioco, sulla sua trama e avere uno sguardo veloce, leggete quell’articolo. Qui proverò invece a entrare nei dettagli.

Recensione

Senza perdere altro tempo allora, parliamo di Tales of Arise, ora che ho avuto modo di completarlo e sviscerarlo in tutti i suoi aspetti e di farmi un’idea più o meno esaustiva di cosa mi piaccia e cosa invece mi abbia lasciato insoddisfatto.

Nel complesso, direi che Tales of Arise mi ha lasciato un po’ tiepido, anche se non in senso particolarmente negativo, anzi. Trovo sia un bel gioco e lo consiglierei agli appassionati di JRPG moderni.

Tuttavia è lontano dall’essere un capolavoro, con la colpa principale di non avere quasi niente che spicchi, ma al contrario di essere “semplicemente” buono in quasi tutto. È un po’ tipo quello studente con la media del 7 perché studia un po’ ogni materia, ma non si impegna in nessuna.

Ci può essere di molto peggio, chiaramente, ma questo implica anche che nel panorama dei JRPG che ho giocato, ricco di capolavori assoluti come lo stesso Tales of Berseria, Tales of Arise non emerge.

Detto ciò, entriamo nei dettagli di cosa mi ha convinto e cosa meno.

Combattimento

Iniziamo dal punto più forte di Tales of Arise: nell’articolo di prime impressioni e come spesso ripeto in generale quando si parla di JRPG con qualcuno che ha la malasorte di ascoltarmi, sono un grande fan del sistema a turni, molto, molto meno di quello moderno in tempo reale.

Se c’è un gioco che poteva farmi ricredere, quello è Tales of Arise. In questo gioco infatti, non solo il combattimento è estremamente più raffinato e tattico rispetto al predecessore, ma consente di rendere divertente l’uso di ognuno dei personaggi (sebbene siano parecchio sbilanciati).

Ognuno di loro ha infatti uno stile unico e anche all’interno dello stesso combattimento, soprattutto contro boss e nemici più difficili, cambiare tra diversi personaggi è utile e divertente.

Cambiare il personaggio che si controlla e i quattro personaggi schierati inoltre non è penalizzato come in altri giochi, ma per certi versi anche incentivato, il ché è una scelta corretta a mio parere.

Infine, parliamo della difficoltà. Come in altri giochi, è possibile scegliere il livello che preferiamo e, per quello a cui ho completato il gioco io, si è rivelato una sfida ma mai uno stress.

Altre Meccaniche

Quanto alle altre meccaniche in Tales of Arise, hanno confermato le mie prime impressioni in un senso e nell’altro.

Il sistema di avanzamento e quello degli equipaggiamenti è veramente ben fatto. Nei JRPG è facile ritrovarsi sommersi da decine di skill e di oggetti e armi fino a ritrovarsi senza una chiara idea di cosa faccia cosa.

In Tales of Arise questo problema è totalmente assente, visto che ogni elemento è spiegato chiaramente e la progressione dei personaggi è facile da seguire, così come l’aggiornare gli equipaggiamenti è immediato.

Una nota di demerito va invece purtroppo data alla struttura dei dungeon. Come temevo, si rivelano di una banalità estrema e anche i nemici sono sempre gli stessi cinque o sei modelli riciclati per quasi ogni elemento.

Mi sarei aspettato più creatività, soprattutto nel design delle varie aree.

Personaggi

Questo è forse il punto che più di tutti rappresenta la mancanza di eccezionalità di Tales of Arise.

Il cast dei personaggi è apprezzabile, la crescita e l’arco di ognuno di loro è evidente e si vede come la loro chimica di gruppo migliori attraverso la storia. Al contrario di come mi era parso, non sono eccessivamente buoni e puri in maniera che era difficile da giustificare in un gioco del 2021.

D’altro canto però, i personaggi sono un po’ troppo piatti per i miei gusti e costruiti attorno a due tre caratteristiche chiave. Il sottotesto romantico delle loro relazioni poi è abbastanza banale e non particolarmente necessario secondo me.

Di nuovo, questo non significa che manchino momenti divertenti o emozionanti centrati sui personaggi piuttosto che sulla trama, anzi. I dialoghi poi sono scritti molto bene e le interazioni quasi sempre piacevoli.

La nota dolente riguarda però gli antagonisti, che sono invece di una banalità disarmante. Il gioco ad un certo punto ci prova anche a dargli un senso e una profondità, ma i protagonisti stessi commentano come, qualunque cosa avessero alle spalle, i loro comportamenti erano semplicemente inaccettabili.

Mi spiace, perché c’era tanta potenzialità con i lord, date le differenze nei loro regni e nel loro stile di governare e schiavizzare gli abitanti di Dahna.

Trama

La trama di Tales of Arise è l’elemento che più mi ha confuso e di cui tuttora non so definire quanto mi sia piaciuta.

Da un lato, è abbastanza sconvolgente e l’intera seconda metà del gioco è un susseguirsi di rivelazioni interessanti che fanno sempre venir voglia di continuare per vedere dove andranno a parare gli autori.

Dall’altro lato però, ci sono momenti in cui semplicemente la mancanza di azioni da parte di alcuni personaggi è inspiegabile, soprattutto nel modo in cui nessuno dei personaggi sembra condividere informazioni con gli altri membri del gruppo senza motivi precisi.

Dal punto di vista narrativo, è una scelta comprensibile visto che aiuta a tenere all’oscuro i giocatori, che così possono scoprire tutto mano a mano e insieme ai personaggi. Questi però non hanno una chiara motivazione per aspettare a rivelare (o chiedere) determinate cose.

Anche I cattivi troppo spesso cadono nella trappola di molti antagonisti di JRPG di non fare nulla fino all’ultimo perché sottovalutano i protagonisti.

Di nuovo, una scelta abbastanza inspiegabile per alcuni di loro se non con ragioni legate al gioco e al fatto che si doveva arrivare a un boss fight gradualmente.

In Conclusione

Tales of Arise è un bel gioco. Ho parlato soprattutto degli aspetti negativi perché sono un antipatico lamentone e perché quelli positivi, sebbene siano la maggioranza, non sono praticamente mai eccezionali, così da darmi l’entusiasmo necessario a rompere il mio guscio di insoddisfazione perenne.

Per gli appassionati di JRPG moderni è un gioco che raccomanderei senza pensarci troppo… se non fosse che forse prima raccomanderei altri giochi, tipo Tales of Berseria.

Nerdando in Breve

Tales of Arise è l’ultimo capitolo uscito della serie Tales of di Bandai Namco. È un gioco divertente e con un gameplay molto ben fatto per un JRPG moderno.

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