Videogames

Tales of Arise, Prime Impressioni

Tales of Arise è il nuovo capitolo della saga dei Tales, la serie di JRPG sviluppati e distribuiti da Bandai Namco, che ci ha gentilmente fornito una copia del gioco.

A differenza dei Tales più recenti, Arise è stato rilasciato in contemporanea in Giappone e nel resto del mondo a settembre 2021 per più piattaforme (PS4 e PS5, Xbox One e Xbox X/S e PC), dopo essere stato rimandato di un anno.

Come gli altri titoli della saga e molti JRPG, si tratta di un gioco estremamente profondo e dettagliato che richiede oltre le 80 ore per poter essere apprezzato come merita.

In tal senso, mi riprometto di scrivere un nuovo articolo una volta che avrò completato il gioco. Quanto ho visto al momento è però sufficiente per poter dare le mie prime impressioni su alcuni degli elementi più importanti del gioco.

Premetto dicendo che avevo aspettative altissime per Tales of the Arise: il più recente predecessore, Tales of Berseria, è uno dei miei giochi preferiti di tutti i tempi e, per quel che vale, ha ricevuto il voto più alto che io abbia mai dato qui su Nerdando.

Per quanto ho visto fino ad ora, Tales of the Arise ha decisamente le carte in regola per poter arrivare a quei livelli, condividendo alcuni degli aspetti più interessanti di Berseria ed eliminando alcuni dei difetti.

Come gli altri Tales, si tratta di un gioco, per stile grafico e per approccio, estremamente giapponese, per cui se siete appassionati a manga e anime dovrebbe facilmente catturare il vostro interesse.

Trama

Tales of Arise si ambienta nei mondi gemelli di Dahna e Rena, in cui gli abitanti del secondo hanno conquistato e schiavizzato quelli del primo grazie alla propria tecnologia superiore e alle proprie innate capacità magiche.

Il protagonista è uno schiavo di Dahna che decide di “alzare la testa” e ribellarsi ai conquistatori (da qui “Arise”, anche se boh, non ha troppo senso dire “of Arise”, ma vabbè).

Ad aiutarlo, oltre a membri della resistenza, ci sarà una ragazza di Rena che, per ragioni misteriose, vuole distruggere i Lord che controllano i cinque regni in cui è stato diviso Dahna.

La trama si sviluppa fondamentalmente attorno a due tematiche: il conflitto tra libertà e schiavitù, che viene eviscerato in maniera diversa mostrandoci differenti forme di oppressione, e il ciclo dell’odio, per cui le popolazioni dei due mondi non potranno mai raggiungere una vera armonia fino a quando non riusciranno al contempo a riconoscere il passato, ma anche a metterlo alle spalle.

Meccaniche

In Tales of Arise ritroviamo alcune delle meccaniche viste in precedenza nei vari Tales, soprattutto per quanto riguarda il combattimento, che utilizza il Linear Motor Battle System, ovvero quel sistema per cui i combattimenti sono in tempo reale e basati su combo, in una “stanza” che si crea sulla mappa nel punto in cui inizia il combattimento.

Personalmente, sebbene trovo ci siano stati miglioramenti, non sono un grande fan di questa tipologia di combattimenti, visto che rimarrò sempre del parere che il sistema a turni è l’ideale per un JRPG.

Altre somiglianze sono la presenza delle scenette opzionali sbloccate vagando per la mappa (sebbene ora siano in 3D e non disegnate) e quella di poter cambiare più o meno a piacimento l’estetica dei personaggi.

D’altro canto, una grossa differenza con Berseria riguarda il sistema di avanzamento, che in Tales of Arise è basato su dei “titoli”. Essenzialmente, si tratta di una sorta di skill tree sbloccabili combattendo e completando quest.

È un cambiamento interessante e che rende decisamente più chiaro lo sviluppo dei personaggi, dando al contempo una qualche possibilità di personalizzarne la crescita.

Un’altra meccanica che è cambiata in maniera da rendere il gioco più scorrevole è quella degli equipaggiamenti, soprattutto degli accessori. Non starò a spiegare perché apprezzo così tanto questo cambiamento, ma mi limiterò a dire che non rimpiango avere l’inventario pieno di armi e armature inutili solo per poterle riciclare “se dovesse servire”.

Grafiche e Musiche

Per quanto riguarda il comparto grafico, Tales of Arise segue il filone della serie con uno stile estremamente anime. Nel complesso, per PC la grafica è apprezzabile ma non stupefacente. Di positivo però ci sono la fluidità delle animazioni e l’apparente assenza di grossi bug.

Le musiche di Motoi Sakuraba sono come sempre eccellenti. Non vedo l’ora di finire il gioco per poterle sentire a ripetizione per i prossimi due anni.

Cose da tenere d’occhio

Mentre continuerò a giocare ad Arise, ci sono però anche alcuni aspetti a cui presterò attenzione perché mi hanno lasciato più perplesso fino ad ora.

Innanzitutto, i personaggi sembrano abbastanza banali e stereotipati, soprattutto gli antagonisti.

Non so quanto questo dipenda dall’altro aspetto che per ora non mi ha entusiasmato troppo, ovvero che in questo gioco i “buoni” sono BUONI e i “cattivi” sono CATTIVI, nel modo più piatto possibile.

Sono abbastanza convinto che andando avanti nel gioco questa divisione così netta verrà messa in discussione, ma per ora rende il tutto un po’ troppo aderente alla narrativa fantasy più scontata.

Infine in Arise c’è il problema che era già presente in Berseria: dungeon e field sono vuoti e semplicemente una sequela di corridoi con deviazioni che hanno un tesoro e un gruppo di mostri ogni volta.

Su questo punto non ho speranze molto alte e mi aspetto invece che fino alla fine del gioco rimanga tutto così. Però oh, sarei felice di sbagliarmi.

Nerdando in breve

Tales of Arise è il nuovo capitolo della saga dei Tales sviluppata da Bandai Namco. Uscito per Play Station, Xbox e PC, presenta la storia di una ribellione degli schiavi contro i propri sfruttatori.

Contenuti

To Top