Recensione
Passato un altro anno in compagnia del celebre MMO targato Bethesda, eccoci pronti a tirare le somme con l’ultimo DLC dedicato ai Cancelli di Oblivion, la saga che ci ha accompagnato per tutto il 2021, iniziata con Flames of Ambition e che tra gli altri ha avuto espansioni capolavoro come Blackwood.
Ma veniamo a noi, e scopriamo cosa si nasconde dietro queste famigerate Deadlands.
La prima cosa da dire è che siamo davanti ad un contenuto che ci porterà via circa 10 ore per essere completato, sviscerando i segreti di nuovi dungeon, come la splendida fortezza daedrica Brandfire Reformatory, in cui avremo il piacere di incontrare nuovamente gli esponenti dell’Ordine della Waking Flame, e la caverna denominata Martyrs’ Folly: ameno luogo di tortura e dolore che va ad arricchire il ricco panorama infernale targato daedra.
La trama di questo ultimo DLC ci vede impegnati nello scontro finale contro il principe daedrico Mehrunes Dagon, che la setta Waking Flame tenta in tutti i modi di portare su Nirn (il piano dei “mortali” per la lore di Elder Scrolls). Lo scontro vede entrare in campo due personaggi molto interessanti e molto ben caratterizzati.
Da una parte avremo Anchorite, misteriosa donna dal passato avvolto nel mistero, e il famigerato Valkynaz Nokvroz, un altro signore dell’Oblivion. Torna a fare la sua comparsa anche il dremora (un daedra umanoide) Lyranth, che ci ha accompagnato per tutta la stagione.
Per quanto riguarda l’ambientazione andremo a visitare un nuovo piano di esistenza, dai tratti orientaleggianti: Fargrave, un piano facente parte dell’Oblivion ma privo di un principe a governarlo. Qui gli amanti del celebre quarto capitolo della saga, Oblivion appunto, ritroveranno le tanto care torrette infernali pronte a sputare fuoco e fiamme sui malcapitati passanti, con notevole dispiego di energie da parte dei giocatori per sopravvivere durante la semplice esplorazione.
Ammetto che l’ambientazione è davvero piacevole e gustosa, capace di mischiare con il giusto connubio tanto l’ansia quanto la curiosità di esplorare. Le città sono il punto di forza, a fronte delle lande desolate che invece risultano un po’ molto simili tra di loro.
Naturalmente questo non ha inciso nel gameplay, che fondamentalmente si presenta uguale ai DLC precedenti, ma ormai siamo a fine stagione: è probabile che potremo aspettarci delle novità nel 2022.
Conclusioni
Diciamoci la verità: era importante ad arrivare a conclusione e Bethesda ha fatto a dovere il compitino, senza stravolgere e venendo incontro alle solite esigenze di chi gioca gli open world: dungeon, mappe, indicatori per collezionabili e tutto il resto. Non si tratta di un finale altamente memorabile, ma più che dignitoso sì. Chi ha vissuto tutto l’arco narrativo dei Cancelli di Oblivion, è sicuramente invitato a gettarsi a capofitto anche in questo ultimo DLC.
Per tutti gli altri l’appuntamento è rimandato alla prossima stagione di ESO.
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