Giochi da tavolo

[Anteprima] Parsifal – A Game of Tarots – Lirica, gesta cavalleresche e spiritualità in 30 carte

Anteprima

Eccoci di nuovo a parlare dell’interessante Parsifal – A Game of Tarots, l’ambizioso progetto della esordiente casa editrice romana Gli Psicografici, pronta a sbarcare sulla piattaforma Kickstarter il 15 novembre.

Come vi raccontavamo in precedenza, Parsifal – A Game of Tarots è un gioco di carte che ambisce a portare sul nostro tavolo l’epica storia dell’ultimo dramma di Richard Wagner, chiamato appunto Parsifal.

Possono sole 30 (splendide) carte racchiudere in sé cotanta epicità, e soprattutto regalarci un titolo interessante da intavolare con gusto?

Andiamo subito a scoprirlo!

Modalità della prova

Piccolo disclaimer: ci teniamo a sottolineare che la presente non è una vera e propria recensione, quanto una preview/anteprima, o un “prime impressioni“, visto che il regolamento non è ancora quello definitivo e che il tempo tiranno pre-lancio su Kickstarter non ci ha permesso l’approfondimento desiderato; ciò che scriviamo è basato su qualche match in due giocatori.

Parsifal, l’opera

Come di consueto, mi piace spendere due parole introduttive se il background del gioco lo permette. E Parsifal – A Game of Tarots è decisamente uno di quei titoli che può stare in piedi sulle spalle dei giganti!

Il 26 luglio del 1882, al celebre Festival di Bayreuth in Baviera, alcuni fortunati assistevano alla prima assoluta dell’ultimo dramma musicale del maestro Richard Wagner, uno dei più grandi compositori di ogni tempo.

Un capolavoro senza dubbio, ammantato di solennità e sacralità e infarcito di tematiche complesse e difficoltose da interpretare, nascoste dietro una potente iconografia cristiana, il Parsifal è una storia che ci parla di bene e male, di caduta e redenzione, di corruzione e purificazione e finanche di psicoanalisi ante litteram.

Al di là della filosofia e della teologia, rimangono per sempre a noi potenti immagini di puri cavalieri, delle sacre reliquie del Graal e della Sacra Lancia, del Giardino delle delizie fonte di corruzione, di un cattivo manipolatore la cui fede si è distorta fino a portarlo al “Lato oscuro” e del puro folle Parsifal, ignaro e indolente, che alla fine diverrà colui che merita la Coppa più preziosa della storia.

Opera complessa sia musicalmente che tematicamente, ci limitiamo a consigliarvi di approfondirne la storia perché culturalmente importantissima per tutta la cultura occidentale. Magari, potreste cominciare da qui, anche solo per sapere la trama.

Il gioco

Ebbene, siamo arrivati alla parte importante: come si gioca a Parsifal?

Il regolamento, ad opera di Osvaldo Duilio Rossi, è invero molto semplice, tanto quanto semplice non sarà prevalere nella tenzone.

A Parsifal si gioca da 2 a 6 giocatori.

La componentistica del gioco è tutta nel mazzo di 30 carte (o dovrei dire tarocchi), dal quale, ad ogni turno, il giocatore di mano preleverà un tarocco, andandolo a posizionare:

  • nell’area comune, vicino al mazzo, se il tarocco è un artefatto;
  • nella propria area di controllo, se il tarocco è un personaggio o il Cigno.

Il tarocco di ogni personaggio riporta le missioni da compiere: quando un personaggio le compie tutte, il giocatore vince la partita.

Ciascun personaggio ha le sue abilità e le sue missioni.

In modo beffardo, se più giocatori controllano copie dello stesso personaggio (es. Ammaliatrici, Cavalieri, Scudieri) quando le missioni di questi personaggi sono considerate concluse, il gioco finisce in parità e tutti i personaggi in parità vincono la partita.

Quando il mazzo si esaurisce, la partita continua fino alla vittoria di un giocatore.

Ad ogni turno, ogni personaggio può compiere una azione solamente tra queste:

  • Impossessarsi di un artefatto, prelevandolo dall’area di controllo comune a tutti i giocatori: il giocatore posiziona il tarocco dell’artefatto sotto al tarocco del personaggio, in modo che siano
    visibili solo il nome dell’artefatto e le sue abilità. Un personaggio può possedere più artefatti. Il Cigno non può possedere artefatti.
  • Abbandonare un artefatto: il giocatore può liberarsi di un artefatto, posizionandolo nell’area di controllo comune a tutti i giocatori.
  • Utilizzare una delle abilità elencate nel tarocco del personaggio o nei tarocchi degli artefatti posseduti dal personaggio medesimo.

In quest’ultima opzione rientrano tutte le abilità descritte sul tarocco, che sono ciascuna specifica e diversa, e soprattutto perfettamente in tema con ciò che il personaggio fa effettivamente nella storia dell’Opera; lo stesso vale per le missioni da compiere, coerenti all’agire del personaggio.

Questo aspetto per me è bellissimo, e lo reputo estremamente importante per rendere il tema all’interno di un gioco, e sono felice ogni volta che lo ritrovo in un titolo.

Ecco alcuni degli artefatti. No, il Graal non ve lo mostro, non so se ne siete degni…

Non starò qui ad elencarvi tutte le abilità sulle carte (che è anche bello scoprire mentre si gioca), ma mi limiterò a riportare quella che mi sembra più incisiva, ovvero il blocco: un personaggio può bloccare un altro (secondo regole ben descritte sulle carte), impedendogli di agire, quindi di usare abilità e compiere missioni.

Il personaggio sulla sinistra è bloccato; i due sulla destra sono equipaggiati con un artefatto ciascuno.

Ora, questo mi sembra il più grande indizio del fatto che in Parsifal l’interazione diretta, feroce e senza esclusione di colpi sia in assoluto la cifra stilistica del gioco; se ci aggiungete che ci sono azioni per rubare i personaggi agli altri o per controllarli come marionette, potete immaginare la quantità di schiaffi e di maledizioni che volano intorno al tavolo. Sono certo che, in caso di giocatori accaniti o permalosi, nemmeno il vero Santo Graal potrebbe nulla.

A parte gli aspetti folkloristici, la partita termina, come dicevamo, non appena uno dei personaggi avrà compiuto tutte le sue missioni; tenere d’occhio tutte le missioni da compiere, incastrarle tra loro ed elaborare una valida strategia richiederà una buona dose di concentrazione, ma attenzione perché qui anche la componente tattica è fondamentale, se non ancora più importante.

Una singola mossa potrebbe far crollare tutta la vostra strategia in un battibaleno, quindi dovrete essere sempre pronti a reagire con mosse e contromosse. Oh, io ve l’ho detto che è una lotta dove non si molla un centimetro, non lamentatevi!

Astenersi permalosi e affetti da paralisi da analisi!

Componentistica

Come dicevamo, i componenti del gioco sono i 30 tarocchi che compongono il mazzo. Eh, signori, che meraviglia!

Le illustrazioni, ad opera di Emanuele Ercolani, sono un tale splendore che, anche se il gioco non vi stuzzicasse, vi direi di farlo vostro anche solo per quelle.

Le scelte cromatiche sono state fatte in base al dualismo bene/male, e impreziosiscono non poco il valore delle già splendide illustrazioni.

In conclusione

Parsifal – A Game of Tarots è un gioco feroce e senza esclusione di colpi. La lotta tra bene e male esplode sul tavolo e non si fanno prigionieri.

Alta interazione diretta, tanti intrecci e combo tra personaggi e artefatti, una corsa contro il tempo per chiudere le missioni prima degli avversari. Parsifal – A Game of Tarots è tutto questo, e presumibilmente anche di più.

È un titolo che all’inizio potrebbe spaesare e confondere ma che, non appena compreso, disvela tutto il suo potenziale, meritandosi il suo (ridottissimo, invero) posto sullo scaffale.

Probabilmente l’autore provvederà a limare regolamento e bilanciamento, ma già così, una volta imparate a conoscere carte ed abilità, le partite procedono fluide e senza intoppi.

Che dire, vi invitiamo a visitare la pagina Kickstarter del progetto (qui), mentre attendiamo il momento di poter mettere le mani sulla versione definitiva!

Intanto auguriamo a Gli Psicografici un’ottima campagna di finanziamento, e li ringraziamo di averci concesso di provare in anteprima la loro opera (è proprio il caso di dirlo…).

Contenuti

To Top