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Age of Empires – Storia di un grande amore

Sì, quello che state per leggere è forse l’ennesimo articolo celebrativo di un franchise che di celebrazioni non ha bisogno, perché la sua fama lo precede.

Suvvia, se bazzicate l’ambiente e siete nella trentina, devo davvero esser io a spiegarvi cos’è la serie di Age of Empires? Non penso proprio.

Però che volete fare, uno a 37 anni diventa nostalgico, e l’uscita del nuovo capitolo a distanza di “soli” 16 anni dall’ultimo è una bella roba, molto grossa nell’ambito videoludico proprio perché – ehi! – è il nuovo Age of Empires! e quindi che fai, non ti viene voglia di buttar giù due aneddoti di te pischello che prendevi gli Ittiti per menare gli Egiziani e radere al suolo villaggi greci?

Ci sta tutto, direi, che tanto dobbiamo ingannare l’attesa fino al 28 ottobre, giorno in cui avremo tra le mani Age of Empires IV, che il Dio degli strategici sia lodato.

Age of Empires, scoppia la scintilla

Era l’autunno del 1997, e il qui presente aveva appena intrapreso i suoi primi timidi passi nel mondo del PC, e per timidi passi intendo giocare, perché si, il computer me l’avevano regalato per utilizzarlo anche per studio, ma non prendiamoci in giro, dai.

Sin da subito avevo capito che la mia vocazione da giocatore sarebbe stata la strategia, e la demo di Age of Empires cadde proprio a fagiolo: dovevo averlo!

Amavo l’ambientazione storica, e il gioco era dannatamente intrigante e divertente, e considerate che quella demo fu il mio primo assaggio in assoluto di uno strategico in tempo reale, genere che proprio in quegli anni conobbe una vera e propria epoca d’oro (vi dicono nulla i nomi Command & Conquer, Warcraft II e Total Annihilation?).

Il danno era fatto: cominciai a risparmiare il più possibile, per riuscire ad arrivare alle 109’000 lire necessarie per portarmi a casa tutti quegli imperi impacchettati su di un lucido e sgargiante CD-Rom. Mannaggia a loro, era uno dei pochi giochi che costava leggermente di più dei canonici 99’000 lire, te pareva.

Ebbene, dopo mesi ebbi la soddisfazione di aver acquistato il mio primo gioco per PC, e la mia collezione constava all’epoca di soli due titoli: FIFA 98 RTWC, regalatomi a Natale, e questo.

Che dire? Il CD lo consumai, finii le campagne, o quasi, creai scenari. Il primo amore non si scorda mai.

Purtroppo non ebbi mai l’onore di possedere Rise of Rome, l’espansione, che all’epoca dovevi scegliere oculatamente come investire i denari, e anche se per Roma potevo fare uno sforzo, beh, non lo feci.

Age of Empires II, il Ritorno del Re

Passa un anno, e sulla mia rivista di videogiochi preferita esce un’anteprima che mi lascia a bocca aperta: Ensemble Studios sta lavorando su Age of Empires II – Age of Kings.

Davvero? Age of Empires, ma nel Medioevo, con castelli, cavalieri e catapulte? Non svegliatemi, se sto sognando.

Parte la macchina della saliv…ehm, dell’hype, divoro la demo con la campagna di William Wallace, sbavo, e aspetto con (poca) pazienza l’uscita del gioco completo.

Sapete, 22 anni fa era un casino azzeccare il giorno del day one; grazie alla mia testardaggine, vado in negozio nel giorno giusto e me lo trovo lì, bello come il sole nella sua copertina azzurrina che mi guarda ammiccante dallo scaffale. Bello mio, stasera io e te ci facciamo un bel tête-à-tête!

E così è stato: io e AoE2 abbiamo flirtato per un sacco di tempo, e anche se nel frattempo avevo scoperto Civilization, diciamo che fu uno di quei casi in cui la poligamia era ben accettata, capitemi.

AoE2 migliorava in tutto e per tutto il suo predecessore, e mi ci infognai in modo indicibile: finii tutte le campagne, il tema musicale principale lo fischiettavo sotto la doccia e ora che ne sto scrivendo mi è ritornato in mente e lo sto rifischiettando.

Capolavoro assoluto, a detta di chi scrive, nonostante tutta l’acqua passata sotto i ponti, ancora nell’olimpo degli RTS, e se la pensate diversamente, beh, non sono d’accordo. Ma sulla longevità di AoE2 ne riparliamo tra un’attimo.

Come per il primo capitolo, neanche stavolta comprai l’espansione, chiamata The Conquerors, perché sono scemo. Non ci sono altri motivi.

Star Wars Galactic Battlegrounds, un sogno che si realizza

Nel 2001, come un fulmine a ciel sereno, esce Galactic Battlegrounds, praticamente un reskin di Star Wars di Age of Empires II. Se leggete il mio nick capirete l’esaltazione che mi colse: uno dei miei giochi preferiti, brandizzato con il mio franchise preferito: un invito a nozze, praticamente!

Considerate anche una cosa: all’epoca l’unico gioco di strategia a tema Star Wars era Rebellion, che ora vi fa pensare al mastodontico e meraviglioso gioco da tavolo, ma vi giuro che è uno strategico molto bello che però è ricordato dai più come complicato, a causa di una interfaccia abominevole a volergli fare un complimento, ma cui chi vi scrive è profondamente affezionato e di cui forse prima o poi vi parlerò.

Ah si, c’era anche Force Commander, ma facciamo finta che non sia mai esistito, ok? Giusto per farvi capire perché mi eccitasse mostruosamente uno strategico di Star Wars.

In pieno periodo Trilogia Prequel, anche Galactic Battlegrounds passa sotto le mani del sottoscritto che lo apprezza, finendo anche qui tutte le campagne, anche se a distanza di anni ammetto che alcune limitazioni nel motore di gioco non permettono la perfetta esperienza starwarsiana, ma chi se ne frega?

Anche qui, niente espansione per me, coadiuvato dal fatto che all’epoca non uscì in italiano, e quindi nei negozi non si trovava. Peccato.

Age of Mythology, Zeus chi?

Lo so che molti di voi adorano lo spin-off mitologico della serie, ma il qui presente non ci ha mai giocato perché era infastidito dall’incursione di roba fantasy in un gioco che amavo per la sua ambientazione storica.

Non vogliatemene male, prima o poi lo recupero, promesso.

Age of Empires III, il ragazzo è intelligente ma non si applica

Siamo nel 2005, frequento l’università, e di videogiochi sul mio Hard Disk ne sono passati moltissimi, ma quelle tre parole: “Age of Empires” suonano ancora per me come una sinfonia di Beethoven.

Perciò le sbrilluccicose immagini dell’annunciato terzo capitolo della serie mi colpiscono dritto al cuore: foreste nordamericane, spiagge caraibiche, colonie in Sudamerica, una delle mie ambientazioni ed epoche preferite! Cosa potrebbe andar storto?

Mai mi sarei aspettato che, provando la demo, la scintilla potesse non scattare. Come vi dicevo, ormai la mia esperienza di videogiocatore era tanta, ed AoE3 mi sembrava un qualcosa di già visto, manchevole anche di alcune caratteristiche che avevano reso immortale AoE2.

Sebbene fosse cominciata l’epoca delle Collector’s Edition, e quella di Age of Empires III fosse DAVVERO bella e mi facesse occhiolini dagli scaffali, non mi lasciai rapire e per lungo tempo, una decina d’anni, per me Age of Empires rimase un vecchio amico cui dovevo tanto, ma con il quale non parlavo.

Le nostre strade erano ormai divise, e buona vita.

Age of Empires II HD Edition, certi amori fanno giri immensi e poi ritornano

“Ma guarda che tristezza! Microsoft invece che farne uno nuovo, si mette a fare remaster, riedizioni e roba simile pur di spillare soldi con la nostalgia…”

Questo sono io, quando annunciarono Age of Empires II HD Edition.

“Oh, comunque qui lo dico e non lo nego: Age of Empires II è ancora meraviglioso, sembra uscito ieri. Capolavoro assoluto! Facciamone un’altra!”

Questo sono io, che gioco online con un amico, dopo che Steam lo mette in saldo.

E nulla, ho ritrovato quel vecchio amico, uno di quelli che lo rivedi dopo 15 anni e sembra non aver messo su neanche una ruga, e ci parli come se non avessi mai smesso di farlo. Age of Empires II per me rimane uno dei più grandi pezzi di software mai fatti, ed è divertente ora come allora.

Le Definitive Edition, il restauro della Cappella Sistina

Microsoft, ti sei finalmente resa conto di avere un tesoro tra le mani, eh? Bene, e fai bene a volerlo consegnare nelle mani della generazione attuale. Tra il 2017 e il 2019 escono le Definitive Edition di tutti e tre i capitoli, rimasterizzate nella grafica e comprensive di tutti i contenuti. Piatto ricchissimo.

Non ho personalmente ancora preso la Definitive Edition del secondo e del terzo capitolo, ho quella del primo, che però mi ha fatto storcere un po’ il naso perché non si capiva molto che tipo di remaster volesse essere, ma ad Age of Empires io non posso volergli male, e chissà se prima o poi comprerò le altre due.

Mi scoccia che occupino molto spazio sul disco, questo sì.

Age of Empires IV, ritorno al futuro

E quindi siamo arrivati al presente, con questo Age of Empires IV imminente e di cui so poco perché fino ad un mesetto fa avevo zero hype. Ma come vi dicevo, quelle tre parole msse in fila hanno sempre un qualcosa da solleticarmi, e perciò la curiosità ce l’ho.

Bentornato, amico mio.

La mia perplessità era legata alla scelta dell’epoca (Medioevo, di nuovo!) e al fatto che possa essere un more of the same, ma leggendo il curriculum di Relic, cui è stato affidato lo sviluppo, diciamo che l’acquolina in bocca sale.

Non sarà day one per me, ma piuttosto penso che un mesetto di abbonamento al Gamepass valga la pena per capire se possa esserci, di nuovo, un ritorno di fiamma.

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