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Bloodborne – La mia notte più lunga

Quello che segue non è una recensione, ma più un flusso empatico di pensieri emotivi e irrazionali

Anche perché è passato un bel po’ di tempo da quando il celebre soul-like esclusiva Playstation è uscito.
Tuttavia, vuoi anche la sperimentazione del gioco da tavolo che l’ottimo Giando ha recensito su queste pagine, ho deciso di fare un tentativo con questo titolo. Devo però fare una premessa: ho abbandonato Dark Souls dopo il secondo boss per eccessiva difficoltà, non ho mai giocato i seguiti e l’unico che sono riuscito a digerire è stato Lords of the Fallen, il backstreet boy dei Souls-like.

Sapevo a cosa andavo incontro, o meglio credevo di saperlo. Eppure la lore che è trasparita dal boardgame mi ha incuriosito al punto dal volerci provare e, dopo il trauma iniziale dei primi due boss (“ah, ti sei bloccato lì? Aspetta di vedere dopo…”), qualcosa è scattato in me e, semplicemente, non ho più potuto smettere di giocare.
Ovviamente ho divorato anche gruppi Facebook, wiki, guide, video e tutto quello che mi è capitato di leggere/vedere ogni qualvolta non potevo giocare.

Ne è emerso un universo incredibile: cupo, famelico e doloroso. Un mondo ricco di disperazione, e dove anche la flebile speranza incarnata dal nostro essere cacciatori, in realtà, non porta che a maggior dolore, morte e dannazione.

Per chi non lo sapesse: Bloodborne ci fa vivere una notte (sì, una sola) di caccia tra i meandri di Yharnam, un’antica città gotica sede della Chiesa della Cura. Questa istituzione ha contrastato per anni le malattie dei suoi abitanti grazie alla somministrazione del Sangue Curativo, che purtroppo ha un piccolo effetto collaterale: risveglia gli istinti animaleschi delle persone trasformandoli in belve assetate di sangue.
Giungiamo Yharnam proprio durante la notte della Caccia, quella in cui le belve si scatenano e devono essere sconfitte per raggiungere l’alba. Un dramma che si ripete ciclicamente, sulle cui ragioni potremo indagare se saremo bravi a raccogliere indizi e suggerimenti sparsi ovunque.

Inizia così una lenta discesa verso un inferno di dolore, tra (pochi) superstiti spaventati e atterriti, (alcuni) cacciatori come noi e (molte, moltissime) creature bestiali.

In perfetto stile Souls-like il gioco è dannatamente difficile, in più non esiste la parata: gli avversari possono solo essere schivati o “contrastati”, colpendoli con l’arma da fuoco nel momento opportuno (ma la finestra d’azione è dannatamente breve) per stordirli ed aprire la strada al cruento attacco viscerale (una combo eseguibile sugli avversari inermi che infligge danni devastanti).
I celebri falò di Dark Souls sono sostituiti dalle lanterne, che fanno accedere al Sogno del Cacciatore: una dimensione onirica in cui riposare, migliorare le caratteristiche, le armi e così via.

Gameplay

Ad un primo sguardo sembra tutto abbastanza lineare, ma mi è bastato investire qualche ora di gioco per capire quale incredibile profondità abbia questo titolo: sia dal punto di vista della lore che del nudo e crudo gameplay.
Partiamo da quest’ultimo: esistono decine di guide che aiutano a creare le “build” del personaggio, ovvero suggeriscono quali caratteristiche aumentare al passaggio di livello e su quali armi puntare. Ovviamente ne ho scelta una a caso e non sono più potuto tornare indietro. Fortuna ha voluto di essere riuscito ad arrivare alla fine, ma ovviamente ora ne farei una completamente diversa, se solo non dovessi ricominciare tutto da capo. Eh sì: non c’è modo di ridistribuire i punti acquisiti e ora che sono oltre il 200esimo livello e ogni nuovo mi chiede 400.000 anime, riaggiustare il tiro è di fatto impossibile.

Armi: tante, tantissime. E tanti sono i modi di potenziarle. Certo c’è l’incremento del danno puro, ma le armi scalano anche in base alle caratteristiche del personaggio e poi, come se non bastasse, ci sono le gemme da incastonare.
Qui si apre un altro universo, per altro connesso alla lore del gioco. Attraverso i Calici è possibile accedere ai labirinti e qui trovare gemme potenti (e/o maledette) per incrementare a dismisura i danni inflitti. E i labirinti non sono solo quelli base: cercando online è possibile trovare centinaia di codici da inserire per generare labirinti specifici in cui “farmare” esperienza (nominata echi), gemme, armi e così via. Insomma: c’è da investire centinaia di ore di gioco per combinazioni quasi infinite, magari facendosi dare una mano da altri cacciatori online.

PvP? Sì, c’è anche quello.
Che ne dite se improvvisamente, mentre arrancate in un territorio particolarmente ricco di creature ostili, vedeste spuntare un altro cacciatore che dopo un breve inchino inizia a corchiarvi di mazzate? Ebbene: le celebri call-caller, simpatiche creature che vedrei bene appese al muro, hanno l’abitudine di suonare campane che aprono il nostro mondo ad invasioni di altri giocatori. Per impedirlo occorre trovarle ed eliminarle, così da far cessare l’odiosa campana.

Lore

Ma veniamo alla lore.
La trama è molto più complessa di quanto non abbia abbozzato prima e si scopre piano piano. Tuttavia sono tanti i riferimenti, le curiosità, gli elementi appena accennati che però hanno perfettamente senso e che denotano la cura maniacale che FromSoftware ha messo in questo titolo.
Vi porto ad esempio una delle quest secondarie più importanti: salvare Arianna richiede di fare certe cose, in certi momenti, con un certo ordine. Eliminare alcuni boss e parlare con la ragazza per mandarla al sicuro nella Cattedrale.
Ma attenzione: perché se avremo salvato anche Adella la Suora, e facciamo una determinata azione, questi potrebbe ingelosirsi e uccidere malamente la ragazza, cosa che avrà conseguenze devastanti e potrebbe addirittura impedirci l’accesso ad uno dei tre finali di gioco. Confusi? Sì, anche io all’inizio.

Ma andiamo in ordine con una doverosa premessa: ciò che noi viviamo nell’avventura non è che una briciola dell’economia globale di Bloodborne, uno degli infiniti cicli di caccia in cui gli umani sono imprigionati.

In origine vi erano gli Pthumeriani: una popolazione antecedente agli uomini che erano superiori per forza ed intelligenza. Essi scavarono in profondità nella terra (i labirinti che ora ne costituiscono la tomba) e qui vennero in contatto con i Grandi Esseri: creature antiche provenienti da remoti angoli del Cosmo per le quali concetti di tempo, spazio, morte e illusione sono relativi alla loro stessa volontà.
Nelle vene dei Grandi Esseri scorre il Sangue Antico, l’essenza di Oedon: il Grande Essere Informe. Ed è tramite la comunione con queste creature extra dimensionali che si ottiene il Sangue Curativo di cui vi ho parlato prima. Insomma: Oedon dovrebbe essere il Supremo, il padre di tutti i Grandi Esseri. Ogni Grande Essere ha una forma unica, ma Oedon si è elevato al di sopra di essi ed ha raggiunto una condizione di esistenza suprema: esiste in ogni luogo, contemporaneamente, è onnisciente ed onnipotente.

Per secoli i Pthumeriani hanno convissuto coi Grandi Esseri, venerandoli come dei e apprendendo da loro conoscenze arcane, in modo particolare la manipolazione del fuoco e del sangue. Ma i Grandi Esseri, come tutte le creature del Cosmo, avevano il desiderio di portare avanti la propria genealogia, riproducendosi. Tuttavia, forse a causa della loro unicità, non ne erano in grado. Per questo cercarono un “surrogato”, qualcuno che potesse dar loro una progenie, vincolandolo a loro tramite l’indissolubile legame del Sangue.
Per questo compito venne scelta l’ultima regina Pthumeriana: Yharnam. Non tutti gli incroci andarono a buon fine e molti dei fallimenti sono ancora rintracciabili nelle profondità dei labirinti.

Secoli dopo i Grandi Esseri abbandonano i Pthumeriani lasciandoli al loro destino, un destino fatto di potere e distruzione: la piaga del sangue, l’effetto collaterale di cui abbiamo già parlato, ha colpito duramente la terra di Loran, portandola a distruzione; Yharnam sarà la prossima a cadere. I Pthumeriani decidono quindi di abbandonare la terra, rifugiandosi nei labirinti e sigillandoli coi Calici. Qui rimasero per secoli a guardia dei loro oscuri segreti e dei resti corrotti dei Grandi Esseri.

Passano i millenni e sorge la città di Yharnam. Qui, allo scopo di studiare e comprendere il potere degli antichi, nasce e si sviluppa l’Accademia di Byrgenwerth, dedicata allo studio degli antichi Pthumeriani e del Sangue Antico. Col passare del tempo Laurence, il discepolo di Maestro Willem, decide di staccarsi dal maestro per abbandonare la via dello studio, dedicandosi a quella del misticismo. Fonda così la Chiesa della Cura e dà il via ad una lotta fratricida che porterà la Chiesa a gestire tutta Yharnam.
Dalla costola dell’Accademia si staccherà anche Micolash e la sua mostruosa Dimensione dell’Incubo, che ha tentato a modo sua di entrare in comunione con i Grandi Esseri, dando vita ad un incubo dal quale pare impossibilitato a risvegliarsi.

Ecco, qui è dove entriamo in scena noi. Sono passati anni dagli eventi appena narrati, ma una nuova notte di Caccia è appena iniziata.
Arriviamo in città e dopo una misteriosa trasfusione di sangue, unita ad un contratto firmato, ci troviamo nella dimensione onirica del Sogno del Cacciatore. Qui troviamo Gehrman, il primo cacciatore. È immobilizzato sulla sedia a rotelle, e si dichiara essere una guida per i cacciatori che arrivano in città.
Il Sogno del Cacciatore raccoglie e conserva la nostra anima, ed è qui che torniamo ogni volta che, emersi in superficie, troveremo qualche avversario troppo tosto per noi.

Curiosità

Mi fermo qui, con la lore. Potrei parlarne ancora a lungo, perché nel momento in cui iniziamo a giocare ci sono tante cose da scoprire e tante da svelare. Non sempre chiarissime, non sempre a portata di mano.
Mi fermo per coloro che vogliono sperimentarlo o per chi l’ha fatto e non ha capito molto: a tutti voi ho dato gli antefatti, il pregresso della storia. A voi starà scoprire i dettagli dei rapporti tra La chiesa e l’Accademia, scoprire cosa è l’Officina, chi l’ha fondata e perché è caduta in disuso.
E sempre a voi starà scoprire i diversi momenti di questa notte di caccia, della Luna Rossa e della sua influenza sugli abitanti (e su noi stessi).

Prima di chiudere voglio tornare sulla cura maniacale dei dettagli, regalandovi qualche curiosità che ho scoperto tramite la mia esperienza.

Uno dei consumabili a disposizione sono i ciottoli. Servono ad attirare i nemici e farli avvicinare per affrontarli uno per volta. Hanno una forma strana, sembrano occhi. Dove si trovano? Li droppano prevalentemente i corvi giganti, nemici non proprio ostici che troviamo fin da subito. Perché, però, i corvi droppano ciottoli? Beh, ripensate alla forma dei ciottoli, come ho scritto poco fa e ricordate: cosa si dice mangino i corvi che si accaniscono sui cadaveri? Ecco.

Ve ne racconto un’altra: c’è un cacciatore estremamente ostile, nel gioco, armato di mitragliatrice. Si chiama Djura ed è capace di farci a fette in pochi attimi (alla mia prima run ho avuto la meglio solo facendolo cadere dalla torre in cui è nascosto). Si tratta di un avversario formidabile ma esiste un modo per averlo come alleato. Occorre accedere ad un’area del tutto opzionale del gioco, arrivare dal boss e non ucciderlo ma solo guardarlo. Questo regala un punto intuizione (che arrivano quando assistiamo a qualcosa di speciale, uccidiamo un boss, ecc) e a quel punto possiamo recarci da Djura, attraverso una strada secondaria per coglierlo alle spalle, e allearci con lui. La ricompensa? Praticamente nessuna, tranne la soddisfazione di aver percorso una quest quasi impossibile da scovare e superare senza guide.

In confronto a questo, il fatto che alcuni PNG ci parlino solo a determinati momenti della notte o se indossiamo certi vestiti, è solo acqua fresca.
E ancora non vi ho parlato dei Vilesangue, del (rarissimo) Anello di Betrothal (che si trova solo in alcuni calici), del Nastro Rosso, del Carillon e del pettine per capelli della Bambola…

Conclusioni

Insomma: Bloodborne è una cavalcata infernale che vi consiglio di vivere almeno due volte. In blind run la prima e poi, quando arriverete alla fine e ricomincerete l’NG+ (anche qui se ne potrebbe parlare a lungo) con maggiore consapevolezza, magari andando a cercare le wiki in cui scoprire come sbloccare quella particolare quest, scoprire come affrontare il cacciatore Henryk, per dirne una, o come portare Arianna alla Cappella di Oedon, o ancora come conquistare gli abiti e le armi di Eileen il Corvo (quelli che vedete nel mio screenshot).

Se avete tempo da investire, questo è bel modo di farlo. E la community online è sempre pronta a dare una mano a nuovi cacciatori. Dunque, vi chiedo, siete pronti ad unirvi a me nella Caccia?

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