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Death’s Door – La fatica di mietere anime

Recensione

Sono un corvo mietitore di anime, e per farlo uso un ombrello. E allora?

Ed è esattamente questa la sicurezza e la tranquillità nel tuo scopo che attraversa questo Hack ‘n’ slash: fumettoso nell’apparire, dolce nel sentire, ma terribilmente doloroso nel giocare. Sì, mietere anime non è una passeggiata, anche perché le anime sembrano non gradire il passaggio a miglior vita e occorre un sano incentivo da parte nostra: un incentivo regalato a suon di bastonate, incantesimi e frecce.

Naturalmente l’ombrello non è che una delle possibili armi (lo ammetto: non è nemmeno la migliore, ma c’è un obiettivo da sbloccare) e per fortuna il nostro Reaper può evolvere, raccogliendo i molti collezionabili in giro per le ampie mappe di gioco e soprattutto mettendo a frutto il suo lavoro, reinvestendo le anime raccolte in miglioramenti all’attacco, alla velocità, alla resistenza.
Anime che, oltretutto, hanno la pessima idea di tornare ad ogni (frequentissima) morte del nostro personaggio che può contare su pochissimi e rarissimi checkpoint.

Gameplay

Death’s Door è un Hack ‘n’ slash con visione isometrica dall’alto: non abbiamo mappa del mondo e l’esplorazione è parte integrante di questo sistema di gioco. Come detto i checkpoint sono pochi e andando avanti le orde di nemici possono diventare toste da digerire, anche perché abbiamo limitata quantità di vita e un solo modo per recuperarla: trovare semi e vasi dove piantarli, così da recuperare tutta l’energia.
Una volta usati, però, saranno disponibili solo dopo la nostra dipartita e quindi vanno centellinati e collocati nei punti strategici, magari in prossimità di uno scontro particolarmente ostico.

A tal proposito da segnalare, oltre ai nemici che si trovano un po’ ovunque, delle battaglie speciali che fungono da apripista: solo dopo aver sconfitto le ondate di nemici potremo aprire un passaggio altrimenti recluso per poter procedere nella mappa di gioco.
A questi si aggiungo le boss battle, degne dei migliori bullet inferno, in cui dovremo usare tattica, strategia e tanto tanto sangue freddo. Gettarsi a testa bassa è il modo migliore di morire rapidamente: la cosa da fare è studiare i pattern degli avversari, studiare il momento giusto di attacco e risposta, rotolare via e affondare cercando di non essere colpiti.

Come dicevo: pochi i checkpoint, che sostanzialmente ci portano ad interagire con l’hub di gioco, l’area in bianco e nero che rappresenta il nostro ufficio dove, oltretutto, possiamo spendere le anime raccolte (tranquilli: non scompaiono se moriamo) per potenziare le caratteristiche del corvo: attacco, velocità e così via.
Le mappe invece, risultano grandi e piene di elementi nascosti da scoprire: c’è molto da esplorare e bisognerà tornare più volte sui propri passi per raccogliere tutti i collezionabili e svelare tutti i misteri.
Fortunatamente alcune scorciatoie che si attivano man mano che andiamo avanti ci renderanno meno pesante la fase di backtracking. Tutto sta (si fa per dire) a memorizzare le mappe.

Reparto tecnico

Death’s Door è un vero gioiellino visivo: il lavoro fatto dai ragazzi di Acid Nerve è semplicemente delizioso. Gli ambienti sono coloratissimi e ricchi di dettagli, ma la cosa che fa davvero emozionare è la colonna sonora.
Stiamo parlando del mondo dei morti e delle anime. Ci sono combattimenti serratissimi, senza esclusioni di colpi, accompagnati tuttavia da musiche dolci e soavi che creano un cortocircuito emotivo davvero grandioso.

Ho sperimentato la mia copia su Xbox One Serie X, e devo dire di essere davvero felice della resa: sia dal punto di vista di fruizione passiva, sia dal punto di vista dei controlli che sono precisi e ben calibrati.
Ho notato qui e là qualche sbavatura nelle hit box, soprattutto durante lo scontro con uno dei boss, ma niente di particolare o che possa rovinare l’esperienza di gioco.

Conclusioni

Death’s Door è davvero un piccolo gioiellino noir con il giusto livello di umorismo nero, storia interessante e meccaniche solide.
Manca completamente la localizzazione in italiano, cosa che potrebbe creare qualche problema a chi non digerisce bene l’inglese perché viene meno tutta la parte narrativa che, invece, merita di essere seguita.

Al netto di questo, è un bellissimo prodotto per farci accompagnare in questo scampolo di calda estate.

Nerdando in breve

Death’s Door ci mette nei panni di un corvo mieti anime.

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