Recensione
Creato da Michael Kiesling e Wolfgang Kramer, Maharaja è un titolo con una storia del tutto rispettabile, risalente al 2004; ma oggi, a distanza di tanto tempo, Cranio Creations ha deciso di rilanciare questo board game strategico di posizionamento e di maggioranze.
Vediamo com’è andata.
Meccaniche
Siamo in India, e il Maharaja vaga tra le città del suo regno in modo imprevedibile allo scopo di controllarne la prosperità. Per questa ragione i sacerdoti delle principali divinità (non specificate, ma che non faticherete a riconoscere) decidono di innalzare statue e santuari ad esse dedicati in modo da attirare l’attenzione del sovrano.
Il setup iniziale, nonostante la mole di materiali (come vedremo a breve), è piuttosto rapido e chiede ad ogni giocatore di scegliere un personaggio da “reclutare” per i propri proselitismi: ogni personaggio avrà bonus dedicati che andranno a modificare i punti devozione accumulati dal sacerdote (fondamentali per vincere la partita) oppure le sue azioni durante il turno di gioco.
La cosa interessante è che più sono forti i personaggi e più è finiremo in coda nell’ordine di gioco cosa che in questo genere di board game, può fare la differenza. Si tratta di scegliere con attenzione la propria strategia.
Prima di dare il via alle danze, inizieremo piazzando quattro altari sui villaggi della mappa, in base all’ordine di gioco dei personaggi, operazione fondamentale dal punto di vista strategico perché i sacerdoti possono spostarsi solo sui villaggi in cui sono presenti gli altari del proprio colore, sia perché passando su villaggi controllati dagli avversari dovremo sborsare il pagamento di un pedaggio.
All’inizio del turno il primo a muoversi è proprio il Maharaja, che si sposta in base ad un tracciato prestabilito (ma non immutabile). A questo punto i giocatori scelgono due azioni da compiere impostandole di nascosto sulla propria ruota delle azioni. Quando tutti hanno scelto, si parte dal giocatore in possesso del personaggio con punteggio inferiore per risolvere le azioni.
Azioni che consentono di costruire altari e statue (ma solo nelle città in cui siamo fisicamente), accumulare denaro, convertirlo in punti vittoria, cambiare il Personaggio (magari rubandolo ad uno degli altri giocatori) e, da ultimo, modificare il percorso del Maharaja: questa azione, in modo particolare, è cruciale per la vittoria, in quanto indirizzare il sovrano verso le città coi nostri altari, farà sì di ottenere un maggior numero di bonus e denaro. Sì: perché a fine turno si contano solo i punti devozione accumulati nella città in cui si trova il Maharaja e in base alla classifica stilata volta per volta, potremo raccogliere monete e bonus aggiuntivi.
Ma soprattutto perché non c’è nulla di peggio di investire le proprie risorse nell’arricchire una città di statue e altari, per poi scoprire che uno degli altri sacerdoti ha modificato irrimediabilmente il percorso di movimento del sovrano.
Naturalmente non è tutto così semplice: costruire altari nella città occupata dal sovrano è molto costoso ed ecco che entra in gioco il cuore pulsante del board game: la strategia di piazzamento. A noi scegliere se vogliamo tentare di anticipare le mosse del Maharaja oppure instradarlo verso i villaggi di nostro interesse. Ovvio che gli altri giocatori non staranno a guardare ed ecco come una partita diventa, soprattutto con 4 sacerdoti pronti a darsi battaglia, ancor più interessante ed imprevedibile.
Maharaja è uno di quei titoli in cui il risultato non è mai scontato, e il suo non essere eccessivamente punitivo con chi sbaglia (vero, caro Barrage?) lo rende appetibile anche ai neofiti che vogliano cimentarsi con un titolo di livello.
Il gioco termina quando uno di partecipanti ha esaurito le statue o quando si è giocato il settimo turno. A quel punto non resta che contare i Punti Devozione e decretare il vincitore.
Materiali
Scatola ricca e piena di materiali, iniziamo dal suo contenuto, che potete ammirare anche nel nostro unboxing fotografico su Facebook, o nel video più in basso:
- Mappa di gioco gigante (594 x 840 mm)
- 4 Plance Giocatore
- 4 Dischi Azione
- 28 Statue
- 80 Altari
- 4 Sacerdoti
- 1 Maharaja
- 16 Tessere Personaggio
- 8 Tessere Premio
- 7 Bandiere Città
- 7 Gettoni Azione
- 2 Gettoni Maharani
- 55 Segnalini Punti Prestigio
- 35 Segnalini Monete
- 4 Tessere Regola Speciale (Variante)
- 4 Tessere Conteggio Finale (Variante)
- 12 Tessere Azione (Solitario)
- 3 Tessere Preparazione (Solitario)
Sorge spontaneo fare un paragone con la versione originale, i cui componenti erano meno definiti ma in legno (materiale molto caro ai giocatori d’annata, come il nostro Jedi.Lord); in questa versione invece abbiamo molta più plastica, ma in compenso i segnalini statua sono molto più definiti e richiamano direttamente la divinità scelta dal giocatore.
Personalmente trovo apprezzabile lo svecchiamento applicato, anche a discapito del legno: una scelta che spinge nella direzione di accogliere anche i giocatori neofiti che apprezzano una maggior immersività.
Al netto delle pedine, c’è da dire la qualità generale dei materiali è molto alta, come sempre, anche per quanto riguarda i dischi azione, la componente potenzialmente più fragile della scatola.
E per finire ecco il nostro unboxing video:
Conclusioni
Ho testato Maharaja con un numero diverso di persone al tavolo. Personalmente lo trovo molto interessante, come detto prima, a carico pieno: 4 giocatori rendono lo svolgimento dinamico e frizzante, mai noioso. Scala anche molto bene in tre, mentre in due a mio avviso risulta troppo largo.
Nel manuale è presente anche una variante in solitario, per chi vuole cimentarsi contro l’intelligenza artificiale del gioco.
Da rimarcare ancora una volta che nonostante il tabellone immenso e la grande quantità di elementi, Maharaja si intavola davvero in pochi minuti: ha regole semplici da imparare e rapide da mettere in pratica.
Maharaja è disponibile al prezzo di 54,99 Euro.
Ringraziamo Cranio Creations per il materiale.
Nerdando in breve
Maharaja è il board game che ci porterà a viaggiare in India.
Nerdandometro: [usr 4.0]
Contenuti