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Better Call Saul stagione 5 – Sempre più Breaking Bad

Better Call Saul stagione 5

Recensione

In questi giorni su Netflix si è conclusa la messa in onda della quinta stagione di Better Call Saul e l’ho seguita puntata per puntata, sempre più col fiato sospeso. Fin dal suo esordio nel 2015, la serie spinoff di Breaking Bad ha ottenuto giudizi altalenanti, eppure Vince Gilligan ci aveva già abituati alle narrazioni che partono lente e proseguono in crescendo e non c’è da stupirsi che anche Better Call Saul stia seguendo questa parabola.

Nonostante si sia conclusa ormai nel 2013, Breaking Bad è considerata ancora nell’Olimpio delle serie TV per la sua potenza narrativa e visiva. Difficile mantenere un livello del genere ma sicuramente non impossibile. Alla conclusione della serie, erano molti gli spettatori che ne volevano ancora e gli autori alla fine si sono decisi ad accontentarli: è nata così Better Call Saul, serie prequel che approfondisce la figura dell’avvocato Saul Goodman anni prima di quello che viene mostrato in Breaking Bad.

Better Call Saul è partita in un certo senso in sordina, scegliendo di costruire da lontano i suoi personaggi, caratterizzandoli in base alle vicende che attraversano. A mio parere, nella stagione 5 ha raggiunto il suo apice, dimostrando sempre più con evidenza la sua lenta ma inesorabile metamorfosi in Breaking Bad. Come Walter White prima di lui non è nato Heisenberg, anche Jimmy McGill non nasce Saul Goodman ma lo diventa passo passo entrando sempre di più in un mondo di cui comprende benissimo la pericolosità ma da cui non riesce ad allontanarsi, come una falena attratta dalla luce.

Trama

Abbiamo lasciato il nostro Saul Goodman appena nato: Jimmy McGill, infatti, ha ufficialmente scelto di continuare ad esercitare la professione di avvocato con questa nuova identità. Se era nato alla fine della quarta stagione, però, è nella stagione 5 che vediamo Saul emergere davvero, poco a poco ma sempre più decisamente.

In questa quinta stagione di Better Call Saul seguiamo da vicino anche l’evoluzione del personaggio di Kim Wexler: ormai lanciatissima verso una sempre più promettente carriera, Kim dovrà fare i conti con aspetti della sua natura che ha sempre cercato di tenere ai margini e al suo rapporto con Jimmy/Saul e quello che significa per lei.

Nel frattempo, cresce il fermento all’interno del cartello messicano con la faida tra i Salamanca e Gustavo Fring solo apparentemente risolta ma più viva che mai sotto la cenere.

Stile

Better Call Saul stagione 5 è secondo me il momento in cui finora la serie si è più avvicinata a Breaking Bad, dimostrandoci come fin dall’inizio tutta la storia fosse pensata per chiudere il cerchio e riunirsi in una sola, grande narrazione.
Molto più di quanto ha fatto El Camino, questa stagione ci ha fatto respirare le stesse sensazioni della serie precedente, in particolare nelle puntate finali.
È stata una gioia ritrovare il calore, la crudeltà e le atmosfere che avevano fatto di Breaking Bad il capolavoro che è immutate dopo tanto tempo.
Dopo questo assaggio, mi aspetto grandi cose dalla sesta (e conclusiva) stagione e non vedo l’ora di guardarla!

Nerdando in breve

Better Call Saul stagione 5 inizia a chiudere il cerchio con Breaking Bad, dimostrando la lungimiranza di Vince Gilligan nel delineare un affresco perfetto.

Nerdandometro: [usr 4.0]

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