Recensione
Sono stata all’anteprima italiana di Jojo Rabbit, la nuova commedia di Taika Waititi, che uscirà nelle nostre sale il 16 gennaio. In realtà il film è già uscito da qualche mese in altre parti del mondo, dove è stato accolto in maniera molto favorevole, tanto da essere stato candidato a 6 premi Bafta e al Golden Globe come miglior film, e aver vinto il People’s Choice Award al Film Festival di Toronto. Dato il mio sconfinato amore per Waititi grazie a perle quali What we do in the shadows e Thor: Ragnarok, non vedevo l’ora di vederlo, e adesso ve ne parlerò.
Trama
Jojo Rabbit, ambientato in Germania durante l’ultimo anno della Seconda Guerra Mondiale, parla di nazismo dal punto di vista di un bambino, ma non nel modo in cui siamo stati abituati a vederlo finora: come è giusto che sia, abbiamo visto e letto molte opere che raccontavano i tragici eventi storici accaduti durante la guerra soprattutto dal punto di vista delle vittime, cioè degli ebrei e dei perseguitati (Anna Frank tra tutti, restando tra i giovanissimi). Taika Waititi ha deciso invece di fare un azzardo e di raccontare l’impatto dell’ideologia nazista su un innocente bambino di 10 anni che, in quanto tedesco e ariano, si trova a vivere l’indottrinamento da parte dei nazisti e crede di essere dalla parte giusta, che gli ebrei siano dei mostruosi esseri con le corna e la lingua di serpente e che vadano quindi catturati ed eliminati. Jojo è solo un bambino e vive tutto come un gioco, non rendendosi conto di cosa stia succedendo davvero nel mondo intorno a lui, fino all’inevitabile arrivo della tragicità degli eventi. Tutto è raccontato con estrema dolcezza e con tanta ironia, e si passa con gran facilità dalle risatine alle quali ci ha abituati la comicità di Waititi, alle lacrime, tra pastori tedeschi e bombardamenti.
Tratto liberamente dal romanzo Caging Skies di Christine Leunens, Jojo Rabbit racconta la storia di Johannes detto Jojo, un bambino tedesco e ariano di 10 anni, follemente innamorato del nazismo tanto da avere come amico immaginario lo stesso Adolf Hitler. Il suo desiderio di appartenenza è forte, e da bravo soldatino Jojo partecipa ai campi di addestramento per giovani nazisti (dove si guadagna suo malgrado il soprannome “coniglio”), sogna di entrare nella guardia personale del Fuhrer e scrive un libro che descrive i mostruosi e cattivissimi ebrei con tanto di disegni. Tutto cambia nella vita di Jojo quando scopre che nell’attico di casa la madre tiene nascosta una giovane ebrea, Elsa, un’amica della sorella Inga deceduta tempo prima. Il rapporto con la ragazza porterà il piccolo Jojo a rendersi conto che le cose non stanno esattamente come gli hanno raccontato gli adulti, e che forse, per citare il suo amichetto Yorki, sta dalla parte sbagliata. Inizialmente la guerra è lontana e sembra che la vita di Jojo, sua madre ed Elsa scorra in modo tranquillo, ma non illudetevi, dura poco: la storia colpisce duramente.
Cast
I bambino protagonista è interpretato dal giovane Roman Griffin Davis, assolutamente adorabile e bravissimo, tanto da aver ricevuto una candidatura la Golden Globe come miglio attore: mi ha fatto quasi pensare al giovane (ma imho inarrivabile) Christian Bale ne L’impero del sole. Nel cast anche Scarlett Johannson (la Vedova Nera degli Avengers!) che interpreta la simpaticissima e coraggiosa madre di Jojo, e Rebel Wilson che come sempre interpreta se stessa, ma stavolta tedesca; il grande Sam Rockwell è invece un ufficiale delle SS, palesemente gay e poco nazista, che ha un ruolo fondamentale nelle vite di Jojo ed Elsa. Nel cast anche Thomasin McKenzie (Elsa), Stephen Merchant (un perfetto ufficiale della Gestapo) e Alfie Allen. Taika Waititi oltre ad aver scritto e co-diretto il film, come suo solito non ha resistito alla tentazione di parteciparvi, ed interpreta un divertentissimo Hitler, ovviamente prendendolo molto in giro.
Colonna sonora
Fate attenzione alla colonna sonora perché ha una particolarità: le canzoni che la compongono sono classici pop molto famosi, come ad esempio “Heroes” di David Bowie sul finale, ma sono cantate in tedesco. Dove sta la particolarità direte? Nel fatto che sembra proprio che siano cantate dai loro interpreti originali! Non so se queste versioni siano state registrate anni or sono dai loro autori e non ne conoscevo l’esistenza, ma in caso contrario sembrano davvero vere. Ad esempio, sui titoli di testa, in un montaggio che ritengo geniale, c’è un insieme di video originali d’epoca in cui le folle naziste vengono associate e paragonate alle masse isteriche che idolatravano i Beatles, e si sente “I want to hold your hand” dei Beatles appunto, ma in tedesco, e sembra davvero che a cantarla siano John e Paul.
Nerdando in breve
Una favola dolceamara che si scontra con la dura realtà della Storia e andrebbe proiettata nelle scuole, un racconto di crescita e umanità che mostra il nazismo dal punto di vista di un bambino tedesco che impara a sue spese cosa vogliano dire l’odio e la guerra.
Nerdandometro: [usr 4.5]
Trailer
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