Dopo una (troppo) lunga attesa, arriva finalmente la seconda stagione del fumetto tutto italiano di Volt – Che vita di Mecha, edito da Saldapress e concepito, scritto e realizzato dall’ottimo The Sparker e che, grazie a Saldapress, ho potuto gustarmi in anteprima.
Recensione
Ricordate dove eravamo rimasti? Abbiamo iniziato a scoprire che nell’universo ad alto fattore NERD di Volt il potere è in mano alle Madri, e non in modo metaforico.
In questo numero andiamo ancor più nel profondo, affrontando la società pittoresca immaginata da The Sparker e modificando radicalmente il punto di vista della narrazione. Volt, infatti, questa volta rimarrà tutto il tempo sullo sfondo, sottolineando e rimarcando una storia diversa, ma parallela alla sua: quella del più grande ed infantile piantagrane del creato, Rex. Il piccolo dinosauro dal grande ego, capace di far uscire i santi anche a Giobbe, se solo si fossero conosciuti.
Ma al di là della ricchezza di facezie, nonsense, e situazioni grottesche in cui ci viene mostrato Rex, la vena ironica e sarcastica dell’autore spinge il piede sull’acceleratore, andando a mostrare uno dei più grandi psicodrammi della nostra società: con una svolta psicanalitica degna di Jung, scopriamo infatti come le figure paterne siano in questa realtà (come spesso anche nella nostra) del tutto accessorie, completamente depotenziate ed oscurate invece da quelle materne che detengono e usano il potere più totale, quello sui propri figli. E lo fanno usando tutte le armi che la psiche mette loro a disposizione: dal senso di colpa, al ricatto, alla pura e atterrente disapprovazione silenziosa.
In questa oscura società matriarcale, in cui l’ombra psicanalitica diventa tangibile e assume le fattezze di casco e mantello di Darth Vader, Volt e Rex, per una volta accomunati da destino comune (il crescere con una madre-avversario), finiscono col mostrarsi come nei più classici archetipi psicanalitici come le due facce della stessa medaglia del complesso materno. Negativo, quello di Volt, con una madre oppressiva; positiva, quello di Rex, con una madre troppo permissiva. Il confronto, nel finale del numero, rappresenta un altissimo esempio di metafora dalla molteplici letture per cui va il mio immenso plauso all’autore.
Ottimo, come sempre, il cliffhanger finale che chiude la storia ma introduce nuove e misteriose pieghe in questa saga che sta diventando sempre più affascinante.
Nerdando in breve
Volt – Che vita di Mecha riparte con un ottimo primo numero della seconda stagione.
Nerdandometro: [usr 3.7]
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