Il 2 febbraio su Netflix è andato in onda Altered Carbon, un capolavoro del genere cyberpunk.
L’ho divorato.
E ho aspettato un pochino a parlarne, giusto per darvi il tempo di vederlo. In questo articolo, come sempre spoiler free, vado ad illustrarvi il motivo di tanto entusiasmo.
Recensione
Le ambientazioni alla Blade Runner devo dire che mi hanno sempre un po’ spaventata: realtà piuttosto pessimistiche in cui pioggia, inquinamento e distruzione dominano su tutto, una società corrotta nel peggiore dei casi o ridotta in miseria nel migliore. Probabilmente la paura che un giorno non troppo lontano questo avrebbe potuto diventare il nostro futuro mi inquietava più della visione di un film horror. Ciononostante questa serie tv mi ha conquistata.
Interessantissimo il concept di base: cosa succederebbe se fosse possibile conservare la coscienza, l’esperienza, il carattere e la memoria umana una volta che il corpo non è più in grado di sopravvivere? Come cambierebbe la percezione della vita se fosse possibile trasferire l’essenza di un essere umano in un nuovo corpo, vero o clonato che sia? E ancora: da un punto di vista spirituale, come si riuscirebbe a credere in un dio come donatore della vita ed essere allo stesso tempo capaci di sconfiggere la morte?
Altered Carbon, oltre ad avere un tema interessante, è visivamente molto curato, ha una sceneggiatura che non lascia tempi morti, è interpretato in modo credibile ed ha la capacità di immergerti in una realtà da cui diventa difficile scappare. Il protagonista porta lo spettatore a capire la scorza che ha dovuto cucirsi addosso per far fronte ad una vita durissima.
Affascinante, carismatico e, va detto, bello come pochi, riesce a barcamenarsi in un mondo che non regala niente a nessuno, anche grazie al rapporto che viene a crearsi con una scontrosa detective, personaggio meravigliosamente passionale. Di Poe non voglio dirvi niente, va gustato.
Trama
Parliamo di una realtà futuribile in cui non si può morire a meno che non venga distrutta la pila corticale – una sorta di chip che conserva l’essenza di una persona – inserita nella spina dorsale di un corpo umano (detto custodia).
Siamo nel 2384 e come in ogni realtà futuribile che si rispetti, le migliori tecnologie sono ad appannaggio dei più ricchi, in alcuni casi addirittura in grado di possedere macchine per la clonazione e conservazione delle custodie. Fatto non irrilevante in quanto permette ai fortunati di vivere talmente a lungo da essere considerati quasi delle divinità.
Il nostro protagonista è Takeshi Kovacs, un ex militare dotato di straordinarie capacità combattive che viene riportato in vita dopo 250 anni dalla morte del suo corpo fisico originario e si ritrova letteralmente nei panni del poliziotto Elias Ryker, costretto a risolvere un inspiegabile caso di suicidio per conto del ricchissimo Laurens Bancroft.
Le indagini forzate di Kovacs si intrecciano con quelle di Kristin Ortega, bellissima e super aggressiva poliziotta, il cui punto debole è il fidanzato morto in condizioni non chiare. Intorno a questa vicenda principale ruotano una serie di storie parallele, che contribuiscono a rendere assolutamente credibile questa inquietante realtà.
Cast
Takeshi Kovacs è interpretato dallo svedese Joel Kinnaman (Millennium – Uomini che odiano le donne ed il Rick Flag di Suicide Squad), mentre il magnate Laurens Bancroft ha l’aspetto diabolico del serial killer di The Following, il bravissimo James Purefoy. L’esplosiva detective Ortega è l’attrice messicana Martha Higareda.
Nella versione italiana da segnalare la bellissima voce di Andrea Mete, che rende il protagonista ancora più macho.
Progetto
La storia trae ispirazione dal romanzo Bay City, primo di una trilogia dell’inglese Richard K. Morgan dedicata al personaggio di Takeshi Kovacs e che è valso all’autore il Premio Philip K. Dick nel 2003.
L’ideatrice della serie Laeta Kalogridis, sceneggiatrice e produttrice cinematografica americana a cui dobbiamo opere di successo come Shutter Island o Pathfinder, ne acquisì immediatamente i diritti per farne un film, ma senza successo. Almeno fino al 2016, anno in cui Netflix decise di ordinare i dieci episodi della prima stagione.
Per quanto riguarda la seconda stagione ancora non ci sono notizie ufficiali, ma sembrerebbero esserci tutti i presupposti per la realizzazione di nuovi episodi dedicati al passato del protagonista.
Nerdando in breve
Una serie cyberpunk davvero immersiva: di forte impatto visivo ed emozionale, originale, veloce e molto ben costruita, non perdetevela!
Nerdandometro: [usr 4.8]
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