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Aliens #3 – Defiance al giro di boa

Recensione

È passato un mese, ed è quindi tornato il momento di parlare del nuovo numero del mensile di Aliens, arrivato al numero 3.

Come sempre gli artefici del ritorno dell’Alien Universe a fumetti sono i “saldatori” di saldaPress che ringraziamo per la lettura in anteprima.

Il terzo numero del mensile Aliens è disponibile in tutte le edicole e fumetterie dal 23 giugno, e qui trovate l’articolo riguardante il numero precedente, casomai ve lo foste perso).

Pronti?

Trama e personaggi

Aliens #3 contiene i numeri 5 e 6 della serie “Aliens: Defiance“, scritta da Brian Wood, quindi siamo giunti alla metà esatta della vicenda.

La Marine coloniale Zula Hendricks e il suo compagno di squadra Davis, un sintetico molto particolare perché desideroso sempre più di sentirsi umano sono alla ricerca di un modo per evitare che la malefica corporazione Weyland – Yutani possa in qualche modo impossessarsi di uno xenomorfo vivo per svilupparne poi una micidiale arma da guerra.

Il cast dei protagonisti si allarga con l’arrivo della dottoressa Hollis, microbiologa ed ufficiale medico di una stazione di rifornimento sperduta nelle profondità del cosmo, nonché unica superstite della suddetta stazione.

Senza spoilerare troppo, vi dico che ho trovato l’allargamento del cast ottimo, soprattutto perché la dottoressa Hollis è l’ennesima donna tosta della serie di Alien, che rappresenta se vogliamo la controparte intellettuale di Zula.

Questo è certamente un bene, poiché in ogni serie di fantascienza che si rispetti adoro che ci sia un personaggio che fornisca spiegazioni a base scientifica più o meno fondata e qui non c’è nulla di diverso.

Se nello scorso numero Wood aveva battuto molto l’accento sulla particolare psicologia del sintetico Davis, in questo secondo me sono due temi a farla da padrone.

Il primo, strettamente legato alla peculiare claustrofobia e senso di straniamento spaziale che questo franchise è in grado di evocare e di certo lo scrittore non si fa sfuggire l’opportunità di sfruttare al meglio l’ambientazione della stazione abbandonata, ricordandoci sempre e comunque che nello spazio puoi urlare quanto ti pare, ma se ti sentono è solo per interesse personale.

Il secondo è il dilemma morale: un classico forse, ma che qui il nostro caro Brian si gioca con assoluta padronanza, aggiungendo agli ingredienti della storia anche l’ambiguità morale del fare scelte difficili per un bene molto superiore.

Questo giusto per farvi capire che su questa serie forse qualche pregiudizio in principio lo avevo, ma ormai mi sta appassionando perché, a mio avviso, migliora numero dopo numero.

Ormai siamo a metà e com’è giusto, il finale è un bel cliffhanger che ci farà restare in attesa fino alla metà del prossimo mese!

Disegni

Se nello scorso numero due disegnatori si erano alternati alle matite, in questo ritorna l’artista titolare, quel Tristan Jones perfettamente  a suo agio con le atmosfere di Alien: trovo il suo tratto perfetto per questo tipo di racconto, con un’ottima padronanza anche nel ritrarre le creature aliene. Buon lavoro anche quello del colorista Dan Jackson, che completa in modo eccellente i disegni di Jones, donandoci sempre le giuste atmosfere, tra le luci fredde degli schermi al sangue che sgrizza ovunque.

Alle copertine, il sempre eccellente Massimo Carnevale.

Conclusione

Arrivati al giro di boa per quanto riguarda la miniserie Defiance, non posso che confermare le buone premesse dei numeri precedenti, a dispetto dei pregiudizi iniziali.

Molto probabilmente si tratta del mio preferito dell’Aliens Universe a fumetti.


Nerdando in breve

Giunti alla metà della vicenda narrata in Aliens: Defiance, possiamo ormai dire che se siete appassionati di Alien o di fantascienza horror questa serie non potete perderla.

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