Nove sfumature di Nerd

Nove sfumature di Nerd #37 – Giocatori da tavolo occasionali

Boardgame

Una delle vocazioni del perfetto giocatore da tavolo è quella di fare proseliti: prendere “babbani” rimasti al Monopoli o allo Scarabeo e traghettarli, quale novello Caronte, verso quel paradiso di dannazione che è il boardgame di oggi.
Convincere un babbano a venire dalla nostra parte è una missione: ci sono strategie più o meno efficaci, giochi giusti per ogni tipologia di persona e tattiche di avvicinamento avanzate. Insomma: sta diventato una vera e propria arte.
Quando però poi ci siede al tavolo, ecco che i nodi vengono al pettine: per quanto ci si possa armare di santa pazienza, prima o poi emerge la situazione in cui ci siamo pentiti di aver fatto avvicinare al tempio sacro del boardgame quel particolare figuro.
Vediamo nove esempi.

  1. L’asociale: abbiamo apparecchiato un cooperativo ad altissimi livelli, qualcosa del tipo Le case della Follia o Zombicide. Il nostro babbano che fa? Va per gli affari suoi: non ascolta suggerimenti, non pianifica col team, improvvisa e, generalmente, porta il gruppo alla sconfitta.
  2. Il chiacchierone: non importa il gioco, il livello di impegno richiesto, la tipologia di gameplay. Lui passerà il tempo parlando d’altro, chiacchierando, cercando di portare la discussione su qualsiasi cosa che non sia il gioco stesso.
  3. Il geriatrico: tipologia di casual gamer che normalmente fa capolino a Natale, quando in famiglia siamo riusciti a spodestare la tombola. In genere il suo contributo è quello di chiedere, come un mantra, “che dado devo tirare?”. Questo anche se deve lanciare sempre lo stesso dado e siete alla seconda ora di gioco.
  4. Il perfido: questa è una categoria subdola, sembra un normalissimo giocatore dall’inizio alla fine, partecipa ai cooperativi con gusto e collabora per l’economia di gruppo. Poi, giunti all’ultimo turno, inventa qualcosa che fa scatenare il pandemonio. In pratica si cala nei panni del bioterrorista anche se non si sta giocando a Pandemia, oppure uccide il gruppo e scappa da solo a Zombicide.
  5. Il rimbambito: non importa il tipo di gioco, non importa se le regole hanno la complessità di Dixit. Lui è incapace di memorizzare qualsiasi genere di regolamento e passerà la serata a chiedere di rispiegarlo da capo.
  6. L’insicuro: spesso va a braccetto col precedente, oppure è la stessa persona. Gli abbiamo spiegato le regole; lui le ha capite, ci assicura. Poi, ad ogni turno, resta spaesato in attesa che qualcuno giochi al posto suo, prenda le sue decisioni o almeno gli dica cosa fare. Il fatto che tutti lo fissino in spasmodica attesa che faccia una qualunque mossa, non fa che aumentare il suo stato di ansia, spingendolo sempre più verso la catalessi.
  7. Il burocrate: è il peggior amico dei german. Non ne ha mai giocato uno, ma si invaghisce immediatamente dell’infinita complessità delle regole e inizia a fare il puntiglioso. Termina la serata con la decisione di chiamare il creatore del gioco per dirgliene quattro.
  8. L’indefesso: gli fate provare i più bei boardgame del mondo e apparentemente sembra conquistato, fino al momento in cui non terminerà dicendo: “Grazie, ma la prossima volta ci facciamo uno Scarabeo?”
  9. Il telefonista: è il peggiore di tutti. Passa la serata attaccato al cellulare, mandando messaggi, consultando Facebook o in telefonate interminabili. Generalmente in occasione del suo turno, lasciando gli altri a guardarsi imbarazzati perché non sanno decidere quale tortura medioevale infliggergli.

E voi? Avete storie da condividere con noi su giocatori babbani? Raccontatecele!

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