Il futuro come potrebbe essere e come, sicuramente, non dovrebbe essere. Black Mirror è una serie antologia pervasa da black humor inglese che lascia sempre l’amaro in bocca. Spesso ci vengono mostrate tecnologie futuristiche ben al di là delle nostre attuali competenze tecniche, ma mai del tutto improbabili. La permeabilità della tecnologia all’interno della società non è fantascienza, è cruda realtà: già oggi, se osserviamo il comportamento delle persone confrontandolo con quello di due generazioni fa, sembra difficile credere che siano passati così pochi anni. A volte sembra incredibile che apparteniamo alla stessa cultura dei nostri padri.
Alienazioni sociali, fusione uomo macchina, voyeurismo, realtà aumentata: sono tutti temi toccati dai vari episodi, scollegati tra loro, che vanno ad indagare fino a dove il futuro può spingerci se non faremo attenzione a dove metteremo i piedi.
Black Mirror fa riflettere sui pericoli delle Rete (nel senso più ampio del termine) e su quello che possiamo trovarci; non solo per le persone che la affollano, ma molto più sottilmente perché ci lascia intendere che i mostri esistono, i mostri sono già qui, e, tanto peggio: spesso i mostri siamo noi.
Per ulteriori approfondimenti su questa splendida serie che dalla terza stagione viene prodotta da Netflix, potete leggere l’approfondito articolo di Clack.
Di sicuro, se non lo avete già fatto, dovete andare a recuperare questa serie e mettervela in videoteca.
