Altre nerdate

Due chiacchiere con: Vincenzo “Viska” Federici (Kabuki)

Vincenzo Viska Federici

Vincenzo Viska Federici

Ho avuto modo di leggere, grazie a Salvatore Cervasio, presidente di ALT – Associazione Lettori Torresi, Emblemi, il prequel di Kabuki (fumetto in uscita nei prossimi mesi).
L’albo mi ha incuriosito a tal punto da contattare l’autore e disegnatore Vincenzo “Viska” Federici per un’intervista.

Luigi: Ciao Vincenzo! Ti ringrazio per il tempo che ci stai dedicando. Mi sembra giusto iniziare dal principio: raccontaci chi è Viska.
Vincenzo:
Salve gente! Innanzitutto complimenti, perché Nerdando.com è diventato per me un punto di riferimento per tutto ciò che concerne, appunto, la cultura nerd. Viska è un alter ego malvagio che si attacca a tutto ciò che è cultura pop! Ho sempre avuto la passione in primis per il disegno ed il fumetto, cose che mi hanno portato a decidere di fare in disegnatore di fumetti già alle scuole elementari. In seguito a queste due, si sono agganciate altre passioni che mi hanno portato alla rovina economica! Ho studiato al Liceo Artistico di Napoli e in seguito ho conseguito una laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti, sempre a Napoli. Parallelamente ho continuato da autodidatta a sviluppare il mio lavoro come fumettista, fino ad approdare al mercato francese, passando per alcune piccole realtà campane. Da qui una collaborazione con Soleil Editions, per un one-shot sci-fi che verrà pubblicato a fine 2016, ed altre collaborazioni ancora in corso con editori americani e francesi.

L: Tra le tue passioni, come è facile intuire dal tuo profilo Facebook, c’è il retrogaming e soprattutto i picchiaduro. Come ti rapporti con questo genere?
V:
Molto male! Nel senso che sono un giocatore medio, tendente allo scarso. Il motivo è che resto incantato a guardare i colori, le soluzioni grafiche, gli effetti speciali che questi videogiochi offrono, piuttosto che concentrarmi su una strategia di gioco. Conosco a menadito le storie e i background di quasi tutti i personaggi dei giochi che amo, potrei essere il loro biografo, ma mentre mi concentro a dare al mio avversario informazioni sulla storia di Ken Masters o Terry Bogard, quest’ultimo mi riempie di calci e magari mi fa anche il Perfect (vergogna massima!). Amo visceralmente i retrogames e riesco meglio nei giochi platform, in particolare Super Mario Bros. Quand’ero ragazzino, dopo anni di suppliche, riuscii a farmi regalare a Natale l’SNES e ci diedi davvero dentro per finire tutto quello che mi capitava sotto mano! Però, in realtà, non ho posseduto molte console, anche se ho giocato parecchio in giro. In particolare i coin-op sono stati la mia grande ossessione, li cercavo come un dannato per poter giocare ai vari picchiaduro. Infine mi appassiona, da disegnatore, tutto il comparto grafico/artistico. Recentemente è stato possibile, grazie alla UDON, recuperare molto materiale proveniente dalla produzione artistica legata ai videogiochi beat’em up. Ho potuto, in questo modo, ammirare finalmente il lavoro di artisti enormi come Shinkiro, Kinu Nishimura, Akiman, Bengus e tanti altri.

L: I picchiaduro sono quindi la tua passione. Qual è il tuo preferito?
V:
Sicuramente Street Fighter, tutta la saga. Mi dispiace per il triste espertimento della serie EX, realizzata da Capcom e Arika, che presentava personaggi molto interessanti, una lavorazione artistica sempre eccellente, ma una grafica terrificante, ho ancora i brividi. Se avessero sviluppato quella serie in 2D avrebbero fatto il botto! Il poligonale è stato, a mio personale avviso, un fiasco totale.
I miei preferiti sono i tre della serie Street Fighter III (New Generation, Second Impact e Third Strike), molto poco conosciuti ed altrettanto poco diffusi, di conseguenza meno apprezzati rispetto a titoli di qualità inferiore.
Subito dopo SF c’è tutta la saga di The King of Fighters, che in realtà ha sempre fatto a gara con la serie della Capcom nel mio cuore, ma essendo più rari da trovare in giro, inevitabilmente l’attenzione su di loro è stata un tantinello inferiore. Ma solo un tantinello, eh!

L: Visto il tuo amore per i picchiaduro non possiamo evitare di chiederti di parlarci di Kabuki: com’è nata questa idea?
V:
L’idea è molto vecchia, risale ad anni e anni fa. Ho sempre avuto velleità da autore, il mio obiettivo è sempre stato quello di arrivare a lavorare su storie scritte e disegnate da me. Pensavo che sarebbe stato divertente scrivere una storia in cui il teatro kabuki si trasformava in una sorta di lotta tra personaggi caratteristici. Avevo un’idea vaga, un paio di personaggi, vari concetti di base.
Ho letto e collezionato una marea di fumetti tratti dai videogames (i vari fumetti della ormai scomparsa Jade, la rivista contenitore Game Over, ecc. ecc.), quindi molte idee andavano ad incastrarsi tra loro in maniera quasi naturale. Ma restava tutto in un limbo.
Fino a quando, verso la fine del 2014, in seguito ad una cocente delusione per un lavoro non iniziato ma per il quale avevo sviluppato una serie di personaggi a mio piacimento, decisi di riutilizzare questi ultimi, mettendoli insieme e costruendo qualcosa di coerente. Quale poteva essere l’idea? Ma certo, Kabuki!
Volevo però che ricordasse da vicino i picchiaduro 2D ai quali sono tanto legato. Non ho niente contro la grafica 3D, ma l’emozione del colore piatto, dell’animazione stile anime giapponese è impagabile.
Scrissi tutto il progetto in un paio di settimane, andavo come un treno, scrivevo ovunque. Misi insieme molte idee ispirate dai videogiochi a cui tanto avevo giocato, idee sia grafiche che riguardanti la storia in sé. È stato un processo, mi viene da dire, quasi naturale. Immagino sia dovuto alla forte passione che ho per il genere!


L: Com’è iniziata la collaborazione con ALT – Associazione Lettori Torresi e con Noise Press?
V:
Una volta preparate alcune pagine “teaser” e completato il dossier, decisi di inviare tutto ad alcuni editori francesi con cui ero in contatto da tempo. Ho ricevuto una marea di rifiuti a dirla tutta, il genere non convinceva. Troppo action, troppo picchiaduro. Ad un certo punto, però, ho pensato che sarebbe stato divertente scriverlo in italiano, proporlo ad editori italiani, mi sarei sentito più libero. Entrai in contatto con Valentina Pinto per chiedere se fosse interessata a colorare il progetto, eventualmente. Lei, presa dall’entusiasmo che la contraddistingue, creò un coloring apposito per il progetto, ispirandosi ai videogiochi 2D e mettendoci il suo tocco personale. Così decisi di mostrare il dossier a diverse realtà nostrane. Avevo scambiato qualche chiacchiera con Luca Frigerio, il direttore di Noise Press, su Facebook, e avevo avuto l’occasione di conoscerlo di persona a Lucca. Mi piacque da subito, spontaneo e onesto! Quindi decisi di provare con lui. Sono stato in bilico per un pò di tempo, avevo inviato a diversi editori contemporaneamente, a qualcuno piaceva ma voleva vedere di più, a qualcuno non piaceva, qualcuno non ha mai risposto e poi, una mattina, mi arrivò la telefonata di Luca. “Vincé, il progetto ci piace, lo facciamo?” Così ci siamo messi sotto.
Da sottolineare che Luca è altrettanto nerd, quindi spesso le nostre chiacchierate sono dei deliri di onnipotenza nerdosa!
Con ALT! ero entrato in contatto prima del Napoli Comicon 2015, tramite il mio carissimo amico Pasquale Qualano. Ero stato ospite del loro stand durante quel festival ed anche per quest’anno il presidente, Salvatore Cervasio, mi aveva proposto di stare con loro. Ma serviva che portassimo qualcosa di nuovo! Così gli ho proposto l’idea di un prequel a Kabuki, una cosa che avevo già in mente. Lui ha accettato subito e ci siamo messi a lavoro, creando il fortunato connubio tra queste due realtà.

L: A questo proposito, parlaci della tua esperienza al Comicon di quest’anno.
V:
È stata una cosa surreale! Non avrei mai potuto sperare tanto. Già dal primo giorno ci sono state persone che hanno acquistato l’albo e alle quali ho fatto dediche e sketch. Non ero assolutamente preparato a quella mole di lavoro però. Grazie alla mia fidanzata, Stefania, che mi dava il tempo, sono riuscito a fare tutte le dediche ad una modesta velocità (per tutto il tempo, sia allo stand di ALT! che a quello di Noise sono stato preso in giro per la mia lentezza!).
Mi sono diviso tra i due stand, che hanno collaborato in perfetta armonia. Da ALT! c’era il volume e da Noise Press il volume ed una locandina. Non mi sembrava vero, mi chiedevo in continuazione se stessi sognando. È stato spettacolo puro!

L: Emblemi è andato a ruba e sappiamo che è già in ristampa: il formato dell’albo è abbastanza atipico, anche Kabuki manterrà intatte queste dimensioni?
V:
Sì, è stato letteralmente divorato dai lettori! Gli ultimi due giorni di Comicon avevo una pila di fumetti da dedicare che non finiva mai!
Il formato lo abbiamo deciso sulla base del fatto che, essendo un prequel, volevamo che si differenziasse dal volume, che fosse una piccola unicità. Un bel oggettino, come lo ha definito Cervasio. In più, il formato in striscia dona dinamismo alle scene di combattimento e ricorda da vicino le prime strisce che uscivano sui quotidiani. Mi piace poi l’idea che chi acquisterà Kabuki della Noise senza aver acquistato Emblemi, scoprirà che esiste un prequel e potrà recuperarlo se vorrà, come è capitato a me tante volte, con mia somma gioia! Lo trovo divertente.
Ma Kabuki non avrà lo stesso formato di Emblemi. Sarà un volume di 70 pagine in formato americano, a colori, con tante piccole chicche al suo interno!

L: Puoi darci qualche anticipazione?
V:
Avremo tanti combattimenti, un ritmo serrato e poche pause, che potremmo considerare i bonus stage. I protagonisti affronteranno combattimenti sempre più complessi, fino ad arrivare, come vuole la tradizione, al loro personalissimo boss finale.
Posso dirvi, inoltre, che rivedremo qualcuno dei personaggi apparsi in Emblemi, ma non vi dirò chi!

L: Dove ti potremo trovare nei prossimi mesi?
V:
Sarò sicuramente al Festival del Nerd, a Foggia, il 7 e l’8 maggio, sono ospite della manifestazione e porterò con me alcune copie della prima ristampa di Kabuki-Emblemi.
In seguito non so cosa capiterà, il progetto mi impegna molto e non so se riuscirò ad andare a qualche altro festival prima di Lucca. Lì mi troverete di sicuro, da Noise Press, in completo delirio, pronto a fare dediche, sketch, chiacchiere e balletti!

L: Quali sono i tuoi progetti presenti e futuri?
V:
Ci sono diverse cose in ballo con Noise Press. Qualcosa legato sempre a Kabuki e qualcosa di totalmente differente, creato e realizzato assieme al mio amico supernerd e spacciatore di retrogames e vecchi giocattoli, Antonio Sepe.

L: Data la tua conoscenza sconfinata sull’argomento, mi sembra giusto chiederti dei consigli per i giovani lettori e videogiocatori.
V:
Per i lettori, leggete il più possibile e seguite gli editori italiani su tutti. Ultimamente sono venute fuori realtà interessantissime, che propongono una qualità enorme, come Noise Press, Shockdom, Edizioni Inkiostro ed altri. Questo è un consiglio da lettore.
Per i videogiocatori consiglio di acquistare Street Fighter V e di farmi sapere com’è! Non ho avuto ancora modo di giocarci. Giocate, se riuscite a recuperarlo, a The King of Fighters XIII, a mio parere l’ultima frontiera del beat’em up 2D. Ed anche tutti i Guilty Gear, che sono davvero stupendi. Non abbandonate, però, i retrogames, che sono la base minima da cui partire. Credetemi, con quei giochi è amore puro!
Consiglio due fumetti, anzi tre; uno è Siegfried di Alex Alice, pubblicato da Panini. Se vi piace l’epicità è il fumetto che fa per voi! Il secondo è L Tiers, di Walter Baiamonte, edito da Shockdom, imperdibile se amate i retrogames e i picchiaduro. Infine, ovviamente, Kabuki! Per gli stessi motivi di L Tiers.

L: Ti ringrazio per il tuo tempo: vuoi salutare i lettori di Nerdando.com?
V:
Grazie a voi! È stata un’intervista fighissima!
Voglio salutare i lettori di Nerdando.com con un incoraggiamento: GUAGLIÙ, NERDATE IL PIÙ POSSIBILE E DIFFONDETE IL VERBO!!!

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