Ci sono passioni che esplodono di colpo e non ti abbandonano per tutta la vita, sono quelle passioni che non riesci a spiegare a parole, che senti dentro e che ti spingono a indagare, a sondare, a scoprire ogni segreto di quel mondo… e più quel mondo è nascosto e sussurrato, e più è intrigante l’opera di investigazione.
Una di queste grandi passioni, per me, riguarda il mondo del doppiaggio. Un universo avvolto nell’ombra degli studi di registrazione, voci che si rincorrono, si sovrappongono e che delicatamente entrano a far parte della nostra quotidianità fin da quando, per la prima volta, accendiamo un televisore… e che, nella maggior parte dei casi, restano semplici voci senza volto.
Avendo ereditato una curiosità quasi maniacale, mi sono sempre interessato a scoprire quanto più possibile sul mondo dei doppiatori, proprio per cercare di capire dove si nasconde la magia di quest’arte tanto importante quando sussurrata.
In Italia, è cosa nota, abbiamo i migliori doppiatori al mondo: voci che hanno reso molti attori stranieri amati nel Bel Paese grazie soprattutto alla declinazione italiana delle loro capacità attoriali. Attori immensi come Al Pacino, Robin Williams, Dustin Hoffman, Woody Allen, solo per citarne alcuni, non avrebbero avuto lo stesso esplosivo successo in Italia senza gli attori di incredibile levatura che li hanno doppiati per noi, soprattutto perché l’abitudine di fruire il materiale in lingua originale ha iniziato a diffondersi solo recentemente.
Allo stesso modo, con l’evolversi dell’industria videoludica, anche i giochi hanno iniziato a richiedere doppiaggi lunghi e complessi e il recitato ha assunto un’importanza primaria, assieme al gameplay, per decretare il successo o il fallimento di un gioco.
Tra i molti attori impegnati nel doppiaggio dei videogiochi, spicca una voce, assolutamente famosa e conosciuta, ma che anche in questo caso pochi sanno associare ad un volto.
Claudio Moneta accetta il mio invito per un’intervista con una semplicità ed un entusiasmo che mi hanno sorpreso ed emozionato. Quando varca la soglia di casa mia, temo di replicare Paolo Bonolis davanti Glenn Close agli Oscar di molti anni fa, quando svenne come una pera matura.
Claudio emana professionalità da ogni poro e la chiacchierata che ne è seguita mi ha regalato una finestra spalancata su un mondo che, fino a quel momento, avevo solo potuto immaginare e percepire rubando emozioni da qualche video su Youtube.
Una delle cose che più mi hanno colpito è stato l’amore di Claudio per il suo lavoro. Ad ogni parola, raccontata con la sua voce inconfondibile, potevo percepire quanta passione e quanta devozione Claudio mette in quello che fa. Ma non solo: per quasi due ore, anche a telecamere spente, ho parlato non solo con un professionista assoluto, ma anche con un uomo straordinariamente disponibile e sinceramente interessato alle mie passioni, che non si è sottratto a domande e provocazioni e ha trovato il tempo e la voglia di scherzare con mia figlia, che le ha ronzato attorno per tutto il tempo, regalandole un paio di battute con la voce di uno dei suoi miti.
Claudio ha la capacità di far innamorare della recitazione, del teatro e del doppiaggio. È stato capace di farmi invidiare profondamente il suo lavoro e desiderare ardentemente di farne parte.
E, da che mondo e mondo, chiunque faccia con tanta passione il proprio lavoro, non può che farlo in modo eccezionale e il sigillo della sua voce in molti film, serial tv, giochi, cartoni animati lo dimostrano senza alcun dubbio.
Un elenco dei suoi lavori è disponibile su Wikipedia, ma citando i più famosi posso ricordare: How I met your mother (Barney), Spongebob (il protagonista) e, tra i videogiochi, Mass Effects (Shepard), Assassin’s Creed 3 (Haytham), Far Cry 4 (Pagan Min).
Non mi resta quindi che invitarvi ad ascoltare la lunga intervista che mi ha rilasciato e augurarvi buon viaggio…