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Final Fantasy XV – Le apparenze ingannano

Final Fantasy XV party lancio

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Primi passi nell’universo di Final Fantasy XV

Final Fantasy XV… quanto tempo è passato da quando fu annunciato la prima volta e quanto tempo abbiamo trascorso ad attenderlo, immaginandone ogni più piccola e insignificante caratteristica. Dieci lunghi anni, un’eternità considerando i ritmi a cui ormai viaggia questo settore, figli tuttavia di una filosofia lavorativa che ormai perdura solo in Giappone, paese che promuove e in un certo senso vive di perfezionismo come pochi altri. Ma questi dieci anni saranno serviti a dar vita a quel capolavoro che tutti, orientali e non, attendevano ansiosamente?

Dopo aver trascorso solo qualche ora nell’affascinante realtà che Square Enix ha messo a punto per questa quindicesima iterazione del brand, non sono chiaramente ancora in grado di fornire una risposta definitiva a una tale, annosa domanda, ma le mie prime impressioni, quelle sì, posso darvele senza particolari remore. Sì, perché di cose da dire su Final Fantasy XV ce ne sono parecchie anche dopo poche ore passate nei panni di Noctis. Per certi versi ammetto di essere rimasto estasiato da alcune scelte di design ma… ad essere onesti non tutto mi ha davvero convinto. Per ora, almeno.

Il mondo di gioco e i suoi abitanti

Se da un lato non posso infatti negare di essere rimasto affascinato dalla maestosità di un comparto grafico che, come da programma, lascia davvero a bocca aperta sin dalle primissime battute, ho storto un po’ il naso osservando l’inizio di una trama che sembra essere stata progettata e sviluppata al grido di “contraddizioni ovunque!”. E, badate bene, non parlo di un cast di personaggi che sotto il profilo estetico sprofonda nei cliché nipponici più noti e popolari, ma proprio dell’impostazione data all’universo di gioco e ai personaggi che lo abitano.

Sin dai primissimi minuti sembra infatti che quello di Final Fantasy XV sia un mondo a due facce: da una parte la sfarzosa e suggestiva nobiltà di stampo quasi medievale, fatta di personaggi altezzosi e linguaggio forbito… dall’altra una schiera di personaggi che sembrano usciti da una bettola di periferia. Personaggi principali inclusi, purtroppo. Una contrapposizione questa che influisce sulla credibilità della realtà di gioco e, almeno per quanto mi riguarda, sul grado di coinvolgimento generale.

A sopperire a tutto questo vi sono fortunatamente interessantissime dinamiche di interazione fra Noctis e i suoi tre inseparabili amici, dinamiche che influiscono tanto sulla narrazione quanto sui normali combattimenti, ma questo è un aspetto che necessita di parecchie ore di ulteriore analisi per essere valutato nella sua interezza. Ciò che posso dirvi per ora però è che il potenziale di questo particolare aspetto dell’avventura sembra davvero pazzesco e, cosa ancor più importante, che Ignis, Prompto e Gladio sembrano essere ben più di semplici personaggi di supporto.

Gameplay

Al di là di questo aspetto, che potrebbe tuttavia mutare anche radicalmente col passare delle ore, Final Fantasy XV propone proprio ciò che immaginavo, sotto tutti i punti di vista. Un sistema di combattimento estremamente poliedrico, ma al tempo stesso anche piuttosto complesso da padroneggiare, che permette di usare e alternare un massimo di quattro stili di combattimento differenti all’interno dei singoli scontri, e una quantità notevole di attività secondarie con cui perdersi, il tutto in un’ambientazione open-world davvero vastissima.

Ambientazione che, incredibilmente, rappresenta la vera colonna portante di Final Fantasy XV a fronte dell’imprevedibilità che la caratterizza. In poche parole una netta evoluzione concettuale rispetto a quella che era l’essenza di questo brand in passato e, per fortuna di tutti, un evidente passo avanti rispetto alle più recenti iterazioni del brand, che a detta di molti – me compreso – mancavano di sostanza più di quanto la stessa Square Enix volesse ammettere.

Aspettando la recensione…

Di cose da vedere su Final Fantasy XV ne ho chiaramente ancora tante, motivo per cui un’analisi definitiva richiederà senz’altro qualche altro giorno, ma almeno per ora le sensazioni sono piuttosto buone. Nonostante qualche perplessità sulla trama e sull’impostazione generale che il team di sviluppo ha voluto dare all’avventura, la sensazione è quella di trovarsi di fronte a un prodotto in cui nulla è stato lasciato realmente al caso e, cosa ancor più importante, che sembra volersi schiudere poco a poco, in perfetto stile orientale. E a me, personalmente, la cosa non dispiace. Anzi.

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