
Recensione
Ne sono passati di anni, davvero molti, da quando per caso mi imbattei in quel titolo punta e clicca che seppe rapirmi completamente per le sue ambientazioni, musiche e personaggi.
Ricordo benissimo, pur a distanza di 20 anni, che sfogliando un forum (sì, all’epoca c’erano i forum di discussione) trovai molti e molti commenti di gamer di ogni genere ed età rimasti come me stregati dalla bellezza poetica di Syberia.
Uno, in particolare, mi colpì molto: una ragazza che, dopo averlo completato, raccontava di come, di tanto in tanto, riavviava il gioco al solo scopo di tornare a trovare vecchi e cari amici.
Un’esagerazione, forse, ma quando mi inoltrai nelle dinamiche delle avventure di Kate Walker, capii perché aveva avuto così tanta presa sull’immaginario dei suoi estimatori.
Su di me ebbe lo stesso effetto travolgente. Certo, col passare degli anni mai avrei pensato di tornare a visitare la pittoresca Valadilène, o l’austera università di Barrockstadt con la sua splendida voliera, o ancora la spartana Komkolzgrad, eppure eccoci qui, di nuovo.
Trama
Per chi non lo sapesse e si affacciasse per la prima volta a Syberia, la storia segue i passi di Kate Walker, giovane e brillante avvocato newyorkese, inviata in un villaggio sperduto delle Alpi francesi per concludere la vendita di una vecchia fabbrica di automi. Ben presto, però, quello che sembrava essere un normale incarico si trasforma in un incredibile viaggio attraverso l’Europa orientale e i suoi paesaggi innevati.
Gli automi sono il perno centrale di questa epopea (e dei suoi tre seguiti), in particolare ad aiutare Kate è Oscar, un automa senziente, che accompagnerà la nostra sulle tracce di Hans Voralberg, un geniale inventore che sta rincorrendo il sogno di trovare gli ultimi mammut rimasti sulla mistica isola di Syberia.

Gameplay
Non c’è molto che possa dirti: Sybera era, è e sarà un classico punta e clicca. Nel corso degli anni le interfacce si sono assottigliate e diventate più intelligenti, più dinamiche. Oggi siamo arrivati a una sostanziale assenza di elementi esterni all’area di gioco, con il cursore che si attiva quando si avvicina ai punti sensibili, mostrando le diverse azioni disponibili e, nei molti casi di interazione con l’inventario, aprendo una piccola finestra in cui scegliere tra gli oggetti a disposizione quello utile per proseguire con l’enigma e, conseguentemente, la storia.
Gli stessi enigmi (perdonami la ma memoria comincia a vacillare) restano sostanzialmente identici al capitolo originale, ma nel complesso risultano piuttosto abbordabili anche a chi non ha grande dimestichezza con le meccaniche dei punta e clicca.
Questo consente di godersi appieno e ancor di più la delicata poetica degli scenari e la lore che, a distanza di tanti anni, non ha perso un briciolo del suo fascino, mostrando di essere invecchiata benissimo.
Fa addirittura tenerezza vedere la trasformazione di Kate da rigido avvocato newyorkese a una creatura a tutto tondo, completa dei propri sentimenti e capace di mettere in gioco la propria vita per il sogno di Hans e Anna Voralberg. Soprattutto per quanti hanno giocato gli altri tre titoli (non all’altezza del primo, ma godibili, soprattutto l’ultimo), sarà ancor più emozionante tornare a vivere i primi passi di questa saga.

Comparto tecnico
Come detto sono passati più di 20 anni, e Syberia è stato reimmaginato in chiave moderna: se avete giocato il terzo e quarto capitolo troverete le medesime metafore di interazione, rendendolo più agile e fruibile. Resta la magia delle ambientazioni originali, che ora splendono grazie a un restyling grafico, ottimi effetti di luce e riflessi, splendidi movimenti di camera, e colonna sonora poetica e avvolgente.
Il tutto coronato dal doppiaggio originale, in italiano, che ancora oggi risulta piuttosto convincente ed ispirato.
Unico neo, nelle mie prove, sono state le cutscene, che mostrano il fianco a una resa grafica non all’altezza, con espressioni legnose, texture e poligoni che mostrano gli anni passati e un taglio a 4:3. La mia speranza è che siano in arrivo patch correttive che sistemino questi cali di qualità, perché durante il gioco, invece, la resa è davvero ottima. Da apprezzare, in particolare, l’area delle terme, quando incontriamo Elena Romansky, coronata poco dopo dalla splendida Oci ciornie, che regala sempre grandi emozioni.
Per finire, ho giocato la mia copia su Xbox e PC, grazie al supporto xbox play anywhere che mi ha consentito di spostarmi da console a computer e viceversa, in base alla disponibilità del device. Naturalmente in quanto avventura grafica, il mouse è la scelta ottimale, ma con un’interazione così semplificata, anche il controller svolge benissimo il suo compito.
In conclusione non posso che consigliare di (ri)scoprire Syberia grazie a questa versione rimasterizzata, a mio avviso il fiore all’occhiello della produzione dell’autore e fumettista belga Benoît Sokal, scomparso nel 2021 l’anno prima della pubblicazione di Syberia: The World Before.

E ora aspettiamo il remake di Syberia 2.
Ringrazio Microids per la copia recensione.
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Nerdando in breve
Syberia Remastered porta a nuovi sfarzi il capolavoro di Benoît Sokal.

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