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Borderlands 4 – Cripte e piombo

Borderlands 4

Recensione

Ne è passata di acqua sotto i ponti e di piombo sparato a pioggia da quando per la prima volta prendemmo la guida dei cacciatori della Cripta. Borderlands, nel lontano 2010, diede una nuova veste al concetto di shooter-looter trasformando il motore di generazione dell’equipaggiamento in un vero e proprio marchio di fabbrica.
Oggi, dopo un’attesa di sei anni dal precedente capitolo, ecco a disposizione per tutti i cacciatori Borderlands 4: nuovi personaggi, nuovo mondo, nuovi cattivi.
Ho messo alla prova la mia copia su Xbox Serie X ed eccovi i dettagli della mia esperienza.

Gameplay

Borderlands 4 porta quattro cacciatori nuovi di zecca sul misterioso pianeta Kairos crudelmente governato dal potente ed immortale Timekeeper che, guarda un po’, protegge una cripta. Possiamo scegliere come al solito tra quattro diverse tipologie di personaggio: Rafa, l’eso-soldato che combina tecnologia e forza per una combinazione letale; Harlowd, una gravitar con poteri cinetici che mi ha ricordato da vicino i Jedi (ma un pelo più oscuri); Amon, il cavaliere della forgia, che fa della forza fisica il suo biglietto da visita; da ultima il mio preferito, l’immancabile sirena, qui nell’incarnazione Vex.

Tutti i personaggi hanno a disposizione ben tre diverse specializzazioni, tutte da esplorare. Sono partito, come al solito, dalla mia sirena e appena sbloccata l’abilità ho optato per la build con cui posso evocare un dolce cucciolotto a forma di pantera, capace di sbranare a piacere i (molti, moltissimi) nemici.

Ma veniamo al sodo: Borderlands 4 riesce in un delicato equilibrio tra nuovo e classico; la necessità di non snaturarsi la troviamo nello stile grafico, nettamente migliorato ma fedele a se stesso, nella presenza delle maschere classiche e dell’immancabile Clap-Trap, il tutto permeato dalla solita ironia di fondo. Le novità sono principalmente nell’open world, ma soprattutto nella possibilità di affrontare le missioni nell’ordine preferito, così come nell’espansione a dismisura dell’arsenale qui lievitato con (letteralmente) miliardi di combinazioni possibili.

Il gioco è frenetico, soprattutto nella quest principale, poche ciance e tanto piombo (ma anche granate, laser e tutto il cucuzzaro): le operazioni ripetitive sono rapidissime, raccogliere e aprire contenitori è un attimo, così come valutare le armi, scegliere la migliore e sostituirla; poi è pioggia di fuoco, combinata con una nuova e intrigante verticalità: grazie al rampino (Halo Infinite batti un colpo) e alla planata, ora abbiamo una (quasi) totale libertà di movimento e il level design ne ha guadagnato in fluidità e profondità. Esplorare la mappa, ora, è un vero piacere.

Un plauso va alle boss fight, che mi hanno ricordato un altro titolo in cui bullet hell è la metafora migliore per descriverla. Il design di questi combattimenti è intrigante e sfidante, una danza di morte che rende l’esperienza molto soddisfacente e non banale.
Altro discorso per le quest secondarie, che si rivelano essere spesso banali e ripetitive, come PNG troppo ciarlieri, che tendono a essere immediatamente dimenticabili.

Tra i vantaggi dell’esplorazione e della navigazione in questo nuovo vasto mondo, ci vengono in soccorso due elementi: il digrunner, mezzo armato richiamabile in ogni momento, ed Echo-4 un robottino che ci aiuta nel trovare la giusta direzione da seguire.

Nel complesso Borderlands 4 rappresenta un bel passo avanti rispetto al passato, ma resta una costante: a mio personale giudizio è molto molto più divertente giocarlo con amici piuttosto che soli. La lore è interessante, ma non intrigante, e la parlata costantemente sopra le righe e volutamente esagerata a cui siamo sottoposti, a lungo andare rischia di diventare noiosa e ripetitiva.

Borderlands 4

Comparto tecnico

Borderlands 4 rappresenta un bel salto avanti, è innegabile: l’ambiente è più ricco e vivace, uno spettacolo per gli occhi nonostante qualche dettaglio poco marcato, sapientemente nascosto nello stile grafico cel-shading peculiare del titolo.
L’assenza quasi totale di caricamenti e la facilità di esplorazione sono anch’essi un grande passo avanti, rendendo il titolo agile e privo di momenti morti.

Un plauso va anche al post-game, assolutamente ricco, che offre le modalità Firmware: che abilita set di equipaggiamenti a bonus crescenti (più pezzi, maggior bonus) e Specializzazioni, che apre un nuovo albero utile a sbloccare abilità passive.

Insomma: con Borderlands 4, i ragazzi di Gearbox Software hanno cercato di dare una maggior profondità al loro titolo, non limitandosi a incrementare a dismisura l’arsenale, ma anche e soprattutto a rendere l’esperienza di gioco più fluida e moderna, alleggerendo le parti più stucchevoli e soprattutto dando la possibilità ai giocatori di sperimentare ancora e ancora nuove combinazioni di abilità, grazie al re-spec, e a un multiplayer solido e soddisfacente.

Comparto audio: il recitato è molto ispirato e piacevole da seguire, con le sue esagerazioni e molte facezie.

Borderlands 4

Conclusioni

Borderlands 4 è una mezza rivoluzione, come ci si aspetta da franchise di lunga durata a cui si chiede di modernizzarsi senza snaturarsi. Non è perfetto, anche se una bella patch al Day 1 già ha sistemato un po’ di cose.

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Nerdando in breve

Borderlands 4 è la nuova incarnazione del looter-shooter per eccellenza.

Trailer

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