Grazie al consiglio di una coppia di amici che conoscono bene i nostri gusti, Tencar e io abbiamo guardato Cassandra, miniserie tedesca di Netflix di fantascienza contemporanea.
Sei episodi, di circa un’ora ciascuno, che ci hanno tenuti incollati allo schermo e spiazzato con rivelazioni e sorprese fino all’ultimo.
La serie è ambientata nella Germania del 2025 e segue le vicende della famiglia Prill: lui scrittore di fama, lei brillante scultrice e i due figli, decidono di trasferirsi in campagna per sfuggire agli strascichi di un tragico evento familiare che ha sconvolto la loro vita di recente. È così che acquistano la prima smart house tedesca, immersa nella campagna, dotata di ogni comfort e arredata con gusto spiccatamente anni Settanta.
Quello che non sanno, però, è che compresa nell’idilliaco pacchetto c’è anche Cassandra, l’assistente virtuale della casa, che controlla tutto dagli innumerevoli schermi presenti in ogni stanza ed esegue i compiti fisici grazie alla periferica robotica che le permette di spostarsi negli spazi. Cassandra, che è stata inattiva fin dalla scomparsa dei precedenti inquilini negli anni Settanta, nasconde però più di un segreto…
L’argomento alla base di Cassandra è intrigante e abbastanza caro alla fantascienza, sicuramente già altri progetti hanno esplorato le potenzialità del trasferimento della coscienza umana all’interno di un computer (mi viene in mente una stupenda puntata di Black Mirror, per esempio, o il poco riuscito Transcendence). Ciononostante, lo sviluppo di Cassandra si rivela originale per la strada che sceglie di seguire e gli aspetti che sceglie di approfondire.
Non mi addentrerò troppo nella trama, perché merita di essere scoperta episodio dopo episodio. Posso dire senza paura di rovinarvi l’esperienza, comunque, che la serie scende molto in profondità nell’analisi delle relazioni umane, pur partendo da una base fantascientifica che, in apparenza, esplora invece il rapporto uomo-macchina.
A livello di costruzione, Cassandra si rivela una serie ben realizzata, che gestisce bene i momenti di tensione, i colpi di scena e le rivelazioni in modo da tenere lo spettatore incollato allo schermo.
Per quanto riguarda lo stile generale, ho adorato le atmosfere anni Settanta che permeano la serie: sono perfette per creare il giusto grado di inquietudine per valorizzare i punti forti di Cassandra.
In conclusione, una serie interessante, dal ritmo incalzante e ricca di approfondimento psicologico. Ve la consiglio!
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